14. Il costituirsi del mondo moderno: il Seicento

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14. Il costituirsi del mondo moderno: il Seicento

versione 4.0 in beta test

Una breve ma preziosa chiacchierata con Maurizio Scagliotti mi ha consentito di arricchire la parte dedicata a Cartesio (dicembre 2017)

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🏠 14.0 VAI DI FRETTA?

MAIUSCOLO: fatto o concetto che andrà approfondito, secondo le indicazioni fornire nei miei corsi

Nel climaticamente freddo Seicento, ormai né il papato né l’impero sono più riconosciuti come garanti dell’unità e della pace.

Dalle “ceneri” dell’Europa medievale sorgono nuove potenze, cioè gli STATI MODERNI.

Due esempi e modelli sono:

la Francia guidata fin dal Cinquecento dai Borbone (un modello di Stato Monarchico Centralista e Assoluto)

la nuova Inghilterra di fine Seicento guidata dalla nuova dinastia Hannover (certamente un modello di Stato Monarchico Parlamentare e Costituzionale… ma a vocazione comunque assoluta?)  

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Si può notare subito che i nuovi Stati Moderni, mentre contestano la tradizionale dimensione universalistica dell’impero medievale e del papato,

in realtà progressivamente se ne appropriano, non solo rispetto al territorio che ciascuno Stato ritiene (solo ed esclusivamente) suo:

Stati Moderni come Francia e Inghilterra svilupperanno ciascuno un’ideologia nazionale di tipo universalistico, ritenendo, ciascuno di loro, di essere il Modello di Riferimento della Civiltà.

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La CHIESA del Seicento può essere vista da due prospettive: a partire dall’area europea e a partire dal resto del mondo.

1) All’interno dell’area europea:

la Chiesa Cattolica accetta di avere un ruolo sempre meno politico e sempre più soft, spesso come “consiglio e assistenza spirituale” dei nuovi potenti (Seicento, Secolo dei Confessori o dei Cappellani).

Ciò che viene meno è la Chiesa come soggetto politico, competente, a causa della sua missione universale, ad affermare qualcosa sul mondo contemporaneo che non sia solo di rilievo etico-spirituale. Resta invece il suo ruolo sociale e si intensifica certamente la sua dimensione spirituale. Infine, il conflitto con i movimenti protestanti porta la chiesa a una netta (e talvolta eccessiva?) chiarificazione dogmatica e morale.

2) Nel resto del mondo:

fuori dall’Europa, nelle nuove aree che si stanno interconnettendo formando il “Mondo”, la Chiesa prosegue e intensifica la sua presenza missionaria.

Avendo scoperto genti che non avevano mai incontrato la fede cristiana, in virtù della sua missione universale fin dalla fine del Quattrocento la Chiesa aveva inviato ovunque nel mondo sacerdoti, monaci e frati missionari: nel Seicento ne sono esempi le missioni in Asia e in Africa e in particolare il geniale e controverso IMPERO GESUITA DEL SUDAMERICA.

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Il nuovo Potere Politico ora ha molti volti, i volti degli Stati ASSOLUTI Moderni (➤Thomas HobbesLeviathan, 1651), unici veri garanti della pace e della stabilità, a cui opporsi è sempre ingiusto.

“Sul piano istituzionale l’impronta del moderno si vede dalla concezione dello Stato come sistema burocratico e centralistico che opera in funzione del bene generale” (➤Dino Carpanetto)

I nuovi Stati Moderni sono insieme Assoluti e Personali-Dinastici (come esprime la frase “L’état, c’est moi” = lo Stato sono io, attribuita al re-Sole Luigi 14′ Borbone).

 

La dimensione “ASSOLUTA” dei nuovi Stati Moderni si mostra nel loro ritenersi liberi e svincolati da ogni legame diverso dalla loro volontà espressa nella Legge:

quindi vengono progressivamente delegittimati e contrastati i molteplici e articolati poteri locali rappresentati dai signori e dalle molte “autonomie” locali ancora esistenti, le consuetudini di origine feudale, l’autorità del papa e dell’imperatore, ecc.

Daltra parte, il principio personale-dinastico, residuo medievale così “stonato” rispetto alla concezione moderna di democrazia, si rivelava de facto anche un fattore di relativa limitazione dell’assolutezza del potere: era infatti correlato all’idea, tradizionale e largamente condivisa, che il sovrano avesse il dovere di decidere e di comportarsi come un buon padre: quindi la bontà poteva sempre temperare una giustizia parziale o eccessivamente rigorosa.

L’esempio più compiuto di questo nuovo modello di Stato Assoluto Moderno (cioè uno Stato Assoluto Monarchico di tipo personale-Dinastico)

è la Francia.

Il potere degli Stati Moderni è nelle mani dei re e dei loro più stretti collaboratori:

l’esempio più chiaro è la Francia di Luigi 13′ Borbone e del re Sole Luigi 14′ Borbone, con i ministri Richelieu, Mazzarino e COLBERT.

N.B. Il sistema politico-sociale europeo moderno, basato sul rapporto complesso tra il modello sempre più “vincente” di Stato Monarchico Assoluto Accentratore e un mondo sociale centrato su un intricato mix di consuetudini, diritti, regole e leggi locali, alla fine del Settecento verrà chiamato, con intento dispregiativo (ma più avanti anche con tono nostalgico) Ancien Régime:

“La Révolution Française a baptisé ce qu’elle a aboli. Elle l’a appelé l’’Ancien Régime’. Mais par là, davantage que (=più ancora che) ce qu’elle supprimait, elle a défini ce qu’elle voulait être: une rupture radicale avec le passé, rejeté dans les ténèbres de la barbarie” ➤François Furet, 1965

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Questo trend porterà,

da una parte, a una presenza dello Stato sempre più invasiva e quindi a una crescente opera di “disciplinamento sociale” (➤Gerhard Oestreich +1978),

dall’altra all’aumento di un atteggiamento personale, soprattutto negli uomini legati al potere e all’amministrazione, reattivo, “di difesa”, cioè prudente… fino alla “doppiezza” (Seicento, Secolo della Dissimulazione ➤Rosario Villari)

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Solo in pochi casi le vicende storiche portano a una limitazione de iure del potere monarchico:

ne è un esempio l’Inghilterra,

che dopo anni tumultuosi di guerra civile, cioè delle diverse e complesse fasi della RIVOLUZIONE INGLESE (più o meno dal 1642 al 1689) si trasformerà in una Monarchia Parlamentare e Costituzionale Anglicana (1689-), senza più la dinastia tradizionale degli Stuart,

N.B. con il processo, la condanna e la decapitazione del re inglese Carlo 1’ Stuart (+30 gennaio 1649) abbiamo il primo caso della storia medievale e moderna di un sovrano che non viene condannato a morte da un suo pari, ma in nome di una giustizia, espressa dalle istanze dei movimenti protestanti puritani inglesi e dal Parlamento di Londra, che si dichiara superiore alla Corona.

ma all’inizio con il nuovo re olandese e protestante Guglielmo di Orange (1689 – +1702),

e poi lungo il Settecento e l’Ottocento con la nuova dinastia Hannover

infine dal 1901 il regno inglese verrà guidato dai Sassonia-Coburgo-Gotha, che nel 1917 cambieranno il loro nome in Windsor e che sono l’attuale dinastia sul trono.

Tra gli elementi caratteristici dell’innovativo Balance of Powers inglese, abbiamo:

1) un cambio dinastico “forzato” (dagli Stuart agli Hannover) guidato dal sempre più potente Parlamento di Londra 

2) un Parlamento forte e autorevole anche perchè rappresentativo non solo della nobiltà, ma dei poteri forti della società inglese

3) una Religione Nazionale di Stato (l’Anglicanesimo ideato nel Cinquecento, di cui il re inglese è Supreme Head on Earth) che coordina il Culto cristiano e mette ordine nei continui conflitti religiosi di quegli anni

4) una vocazione al commercio internazionale perseguita nel tempo con costanza, lungimiranza e spregiudicatezza

5) la subordinazione politica del residuo mondo inglese che si è ostinato a rimanere cattolico (in particolare si ricordi la Questione Irlandese).

Potremmo dire che il nuovo British Power nel suo livello “alto” mostra il volto “moderato” e liberale del filosofo inglese ➤John Locke (A Letter Concerning Toleration, 1689), il volto di quella innovativa Mixed Constitution (che fonde insieme la dimensione monarchica, aristocratica e democratica) ammirata e insieme temuta in tutta Europa,

ma per per chi dissente, per i cattolici inglesi e irlandesi, ecc. ha più il volto autoritario e indiscutibile del Leviatano del filosofo inglese ➤Thomas Hobbes (Leviathan or The Matter, Forme and Power of a Commonwealth Ecclesiasticall and Civil, 1651)

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Ciascuno Stato Assoluto Moderno europeo, avendo rifiutato ogni criterio superiore o esterno a sè,  porta avanti una sua individuale “POLITICA DI POTENZA

che dal Seicento in poi non si fermerà più sino alla metà del Novecento” ➤Alberto Tenenti

I due aspetti principali di questa Politica di Potenza portata avanti con determinazione da ciascun Stato sono

A) il progressivo aumento delle spese militari per accrescere la forza del proprio esercito 

B) ma soprattutto, una politica economica chiamata MERCANTILISMO (quel Mercantile System descritto poi da ➤Adam Smith in The Wealth of Nations, 1776),

cioè una forma di Nazionalismo Economico-Commerciale che puntava tutto sull”accumulo di quanto più oro e argento possibile, tramite politiche economiche PROTEZIONISTICHE:

con incentivi, dazi e il massimo sostegno statale all’export commerciale, disincentivando al massimo l’import.

L’autosufficienza si trasforma in ossessione (…) nasce così il mercantilismo…” ➤Jacques Attali

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Si crea dunque un assetto europeo dinamico e fin troppo competitivo,

fatto di continui conflitti e da continui incessanti tentativi di (rie)equilibrio geopolitico tra gli Stati europei.

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Uno dei grandi fattori di tensione geopolitica in Europa è rappresentato dalla stessa Francia, paradosso vivente:

Stato Assoluto Monarchico e Cattolico che era diventato sempre più potente contrastando al suo interno i protestanti calvinisti (Ugonotti),

mentre “fuori” combatteva la maggiore dinastia “cattolica” dell’Europa, cioè gli Asburgo d’Austria (Impero) e di Spagna, anche supportando spregiudicatamente i protestanti di tutta Europa e arrivando addirittura ad allearsi con l’impero musulmano dei Turchi Ottomani.

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La nuova modalità di collegamento (di tipo commerciale e espansionista) tra gli Stati Moderni europei e il resto del mondo è la “COMPAGNIA COMMERCIALE”.

Soprattutto la Compagnia delle Indie Olandesi (VOC, fondata nel 1602) che proprio nel Seicento avrà la sua massima espansione

e la COMPAGNIA DELLE INDIE INGLESE (ing. British East India Company, fondata nel 1600), che diventerà sempre più potente

ci mostrano l’impegno planetario delle nuove Compagnie Commerciali

che diventano presto, in diversi casi, vere e proprie “emanazioni” del loro Stato, quasi proiezioni politico-commerciali di uno Stato europeo nel resto del mondo.

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Proprio in questo contesto, nelle colonie, si sviluppa e si consolida la reintroduzione di forme di SCHIAVITU’ tipiche dell’antico mondo greco-romano e divenute poi marginali nel mondo europeo medievale:

iniziato dalla Spagna e dal Portogallo, il Commercio di schiavi prevalentemente africani (Black Slave Trade) verrà incrementato e sistematizzato da Inghilterra, Olanda e Francia tra Seicento e Ottocento (Tratte Atlantiche, Commercio Triangolare, ecc.)

Milioni di africani verranno schiavizzati e deportati nell’area caraibica e americana (circa 12 milioni tra il 1440 e il 1860 secondo ➤Herbert Klein, 1999, ma come ricorda ➤Marco Della Pinna il 90% della tratta è avvenuta fra il 1740 e il 1850):

ma anche verso est, nella millenaria e poco studiata Tratta Mediterranea e dell’Oceano Indiano gestita dai mercanti arabi musulmani (circa 17 milioni tra il 650 e il 1900?)

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Questa fitta rete commerciale mondiale collega sempre più il mondo, configurandolo secondo l’ordine e gli scopi delle potenze europee

(Seicento, Secolo delle Compagnie).

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Amsterdam, in Olanda, sembra il centro economico-commerciale del mondo di allora

e l’Impero Commerciale Olandese con la VOC (Compagnia delle Indie olandesi)

fonda colonie

nei Caraibi

(Aruba, Curaçao, Bonaire, Saint-Martin… olandesi ancora oggi),

in Brasile

(l’area di Recife, allora chiamata “Nuova Olanda”),

in Senegal e in altre aree dell’Africa

(es. Costa d’Oro Olandese, Colonia del Capo all’estremità sud, ecc.),

nell’India meridionale, a Ceylon (Sri Lanka),

nell’area dell’Indonesia (allora denominata “Indie Orientali Olandesi”),

e in Australia.

L’Olanda con il suo Impero Commerciale Olandese vive proprio nel Seicento il suo Secolo d’Oro, prima di venire progressivamente contrastata e indebolita da Francia e Inghilterra.

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Queste connessioni ormai quasi “mondiali” emergono nella GUERRA EUROPEA DEI TRENT’ANNI (1618-1648), che si chiude con la pace di Westfalia (1648).

Il Trattato di Westfalia (1648)

1) conferma la “sconfitta politica” degli Asburgo nei loro due rami

(l’impero centrale germanico, in cui viene concessa maggiore autonomia ai 350 poteri locali, e l’impero oceanico spagnolo, che inizia a declinare):

da allora gli Asburgo si concentreranno maggiormente sull’Austria e sull’area danubiana:

a fine secolo ad esempio metteranno fine alla dominazione turca su Belgrado e sull’Ungheria, che verrà collegata al regno degli Asburgo.

2) e fa emergere il progetto egemonico della Francia sull’Europa e nel mondo (Caraibi, Nordamerica, Africa, India)

La Francia, che si estende sul Reno sottraendo terre all’Impero (parte dell’Alsazia, i Tre Vescovadi cioè le città libere di Metz, Toul e Verdun)

intende decisamente competere con le Compagnie delle Indie inglesi e olandesi (e infatti nel 1664 il ministro francese Colbert crea la Compagnia francese delle Indie Occidentali).

Nella seconda metà del Seicento la vocazione imperiale della Francia si manifesta chiaramente con la creazione progressiva di colonie in tutto il mondo, in particolare:

A) in America del Nord: Acadia, Nuova Francia, Louisiana (nome in onore del re Sole Louis 14′ Borbone): insieme sembrano quasi una striscia che circonda (e limita) a ovest i primi tentativi di colonie inglesi,

B) in Africa, a partire dal Senegal

C) nei Caraibi: soprattutto nella parte ovest dell’isola di Hispaniola, con la colonia di Saint-Domingue in cui verso il 1700 operavano già 50 zuccherifici (nata come colonia spagnola, poi verrà attaccata dai corsari inglesi e infine usata come base da molti gruppi di pirati: oggi è Haiti, mentre oggi “Santo Domingo” è il nome della capitale della Repubblica Dominicana che è nella parte est dell’isola),   e in altri porti delle isole vicine (Martinica, Guadalupa e altre piccole isole che ancora oggi formano le Antille Francesi)

Ma anche in Madagascar, nell’India orientale, ecc.

Intanto lo Stato Francese si consolida 

nella prima metà del Seicento con il re Luigi 13′ Borbone e il suo Primo Ministro, il cardinale Richelieu,

poi nella seconda metà del Seicento con il RE-SOLE LUIGI 14′ BORBONE e il suo potente ministro Jean-Baptiste Colbert

perseguendo con costanza una politica che punta

1) su un forte accentramento del potere nelle mani del re, del suo Primo Ministro, di una nuova classe sociale di funzionari statali competenti e ubbidienti, che insieme dirigono centralmente l’amministrazione e anche l’economia (il termine COLBERTISMO indicherà proprio una Centralizzazione Politico-Economica nettamente Mercantilista, che fu tipica della Francia)

2) su una esplicita e attiva ostilità verso la Spagna (guidata da un ramo degli Asburgo lungo tutto il Cinquecento e il Seicento) e verso l’impero tedesco degli Asburgo d’Austria:

Richelieu (…) Luigi 14′ (…) Napoleone (…) seguono tutti la politica di mantenere la Germania debole e disunita” (➤Franco Cardini – Giovanni Cherubini)

3) sulla creazione e sul potenziamento di una flotta commerciale e di una fitta rete di diplomatici francese in tutto il mondo.

Nell’Europa moderno nasce quella fusione tra la dimensione politica, la dimensione commerciale, la dimensione diplomatica (ufficiale, ma soprattutto segreta) e la dimensione militare che caratterizza l’azione degli Stati Moderni Assoluti a vocazione commerciale-imperiale tipici di quei secoli. Tale fusione si può scorgere ad esempio nella natura e nelle attività delle Compagnie degli stati moderni.

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Lungo il Seicento l’area italiana (a predominanza spagnola fin dalla seconda metà del Cinquecento) non prospera:

probabilmente la principale causa di questa progressiva decadenza dell’area italiana va rintracciata soprattutto nel fatto che il mondo musulmano turco ottomano aveva da tempo messo in crisi l’antica Via della Seta veneziana mediterranea.

Ormai infatti le Grandi Partite Commerciali (e politiche) si giocano sempre più a livello del Commercio Marittimo, vera “base della potenza più che il suolo e la popolazione

(➤Roland Mousnier – Ernest Labrousse, 1953)

e il suo centro è sempre più l’Atlantico e il Baltico (Atlantizzazione dei Commerci) e sempre meno il vecchio Mediterraneo…

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A est del mondo europeo

abbiamo due mondi paralleli tra loro, distesi tra un ovest quasi europeo e un est decisamente asiatico:

1) la Russia cristiana Ortodossa che si consolida con la nuova dinastia degli zar Romanov (1613-1917)

2) e l’impero turco musulmano guidato dai sultani della dinastia Ottomana (una dinastia turca dell’Asia Centrale, sovrani dell’impero turco dal 1300 al 1922, che si erano dichiarati anche califfi dell’Islam),

il quale è ormai arrivato al Golfo Persico, cioè a contatto con l’impero persiano (guidato dal ‘500 alla metà del ‘700 dalla dinastia Safavide, musulmana della minoranza chiamata Sciita), con cui si scontrerà più volte tra ‘500 e ‘800.

La frontiera che ancora oggi divide Turchia e Iran (il nome con cui dal 1935 si fa chiamare l’ex Persia) è stata concordata nel 1639 proprio dopo una lunga guerra tra l’impero turco Ottomano (vincitore) e l’impero Persiano.

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La Persia  ha rapporti con l‘India (cioè con l’impero guidato dal Cinquecento all’Ottocento dai Moghul, una dinastia turca musulmana dell’Asia centrale), la quale per l’Europa cristiana rappresenta davvero un Altro Mondo, misterioso, terribile e affascinante

con le sue impressionanti capitali (Delhi e Agra, nel nord) e i suoi grandiosi monumenti (es. Taj Mahal, ad Agra, quasi terminato nel 1643)

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Così l’impero Turco Ottomano (che controlla l’Egitto e gran parte della penisola araba),

l’impero Persiano Safavide (musulmano sciita)

e l’impero Indiano Moghul (che tenta di controllare l’antico mondo induista)

diventano le tre grandi polarità del mondo musulmano di allora.

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La “visione del mondo” (quella che i tedeschi chiamano Weltanschauung),

che sembra prevalente lungo il Seicento

da una parte tende a dissolvere Dio nella Natura (➤Baruch Spinoza, +1677),

dall’altra promuove l’indagine della stessa Natura secondo una “una concezione del mondo fisico come insieme retto da forze naturali traducibili matematicamente” (➤Alberto Tenenti),

forze meccaniche determinate da nessi causali meccanici e quindi traducibili fino in fondo in leggi scientifico-matematiche (Meccanicismo).

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Questa nuova visione promuove e insieme caratterizza la RIVOLUZIONE SCIENTIFICA (aperta ufficialmente dal toscano Galileo +1642 e portata a compimento dall’inglese Isaac Newton +1727)

che dà vita alla Nuova Scienza Moderna.

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Verso la fine del Seicento, infine,

l’Inghilterra, cioè l’impero britannico rinnovato e stabilizzato nel suo assetto politico-istituzionale,

sarà ormai pronto ad assumersi il ruolo su cui ha tanto investito: il ruolo cioè di maggiore potenza mondiale.

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Itinerarium liceale: ora passa allo scenario: 15. Il Mondo Moderno. Tra Equilibrio e Rivoluzione: il Settecento

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MATERIALI

🌙😮 14.50.500  “Il grande Seicento” ➤Jean-Claude Barreau

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🌙😮 14.50.700 Il Seicento, “…questa improbabile combinazione di crisi globale e fioritura culturale” ➤Ian Mortimer, Il Libro Dei Secoli, ed. orig. 2014, Bollati Boringhieri, 2015, p. 211

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🌟 🌙😮 14.50.780 Senza la la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?

Perché anche le bande dei ladri che cosa sono se non dei piccoli Stati?

Sono pur sempre un gruppo di individui che è retto dal comando di un capo, è vincolato da un patto sociale e si divide il bottino secondo la legge da loro stabilita (placiti lege).

Se la banda malvagia aumenta con l’aggiungersi di uomini perversi tanto che possiede territori, stabilisce residenze, occupa città, sottomette popoli,

assume più apertamente il nome di Stato che gli è accordato ormai nella realtà dei fatti non dalla diminuzione dell’ambizione di possedere ma da una maggiore sicurezza nell’impunità.

Con finezza e verità rispose in questo senso ad Alessandro Magno un pirata catturato.

Il re gli chiese che idea gli era venuta in testa di infestare il mare.

E lui con franca spavalderia rispose: ‘La stessa che hai tu di infestare il mondo intero; ma io sono considerato un pirata perché lo faccio con un piccolo vascello, tu un condottiero (imperator) perché lo fai con una grande flotta’“. ➤Agostino di Ippona, De Civitate Dei (lat.=La Città di Dio), 4,4, scritta verso il 420, trad. dal sito Augustinus.it con lievi modifiche

Originale latino:  Remota (=tenuta ai margini, rimossa, allontanata, eliminata, ecc.) itaque (=così) iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia? quia et latrocinia quid sunt nisi parva regna?

Manus et ipsa hominum est, imperio principis regitur, pacto societatis astringitur, placiti lege praeda dividitur. Hoc malum si in tantum perditorum hominum accessibus crescit, ut et loca teneat sedes constituat, civitates occupet populos subiuget, evidentius regni nomen assumit, quod ei iam in manifesto confert non adempta cupiditas, sed addita impunitas.

Eleganter enim et veraciter Alexandro illi Magno quidam comprehensus pirata respondit. Nam cum idem rex hominem interrogaret, quid ei videretur, ut mare haberet infestum, ille libera contumacia: Quod tibi, inquit, ut orbem terrarum; sed quia ego exiguo navigio facio, latro vocor; quia tu magna classe, imperator” 

D’altra parte non sono stati istituiti senza uno scopo il potere del sovrano, il diritto di vita e di morte proprio del giudice, gli uncini di tortura del carnefice, le armi dei soldati, il potere di punire proprio del sovrano, e perfino la severità del buon padre di famiglia.

Tutti questi ordinamenti hanno le loro norme, le loro cause, la loro ragione, la loro utilità. Quando essi vengono temuti, non solo sono tenuti a freno i malvagi, ma gli stessi buoni vivono più tranquilli tra i malvagi.

Non bisogna tuttavia proclamare buoni quanti si astengono dal peccare per paura di tali ordinamenti, poiché non si è buoni per paura del castigo, ma per amore della giustizia;

non è comunque inutile reprimere l’arroganza e la prepotenza degli uomini anche mediante la paura che incutono le leggi umane, affinché non solo gli innocenti si sentano sicuri in mezzo ai malfattori ma, mentre con la paura del castigo è messo un freno alla loro possibilità di far del male, la loro volontà venga guarita ricorrendo all’aiuto di Dio”. Agostino di Ippona, Lettera 153

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🌙😮 14.50.850:

“- Gli uomini esprimono idee che non sono loro.
-Vuole scherzare?
-Sono serissimo.
-Come fanno a esprimere idee che non sono loro?
-Diciamo che non sono più loro. Lo erano. Ma molto rapidamente gli scappano di mano e diventano creature artificiali che si sviluppano in modo quasi autonomo, e hanno un solo obbiettivo: sopravvivere.

L’uomo presta loro la sua intelligenza ed esse la usano per diventare sempre più solide e precise. In un certo senso, l’intelligenza umana lavora costantemente per dissipare il meraviglioso infinito caos delle idee originarie e sostituirlo con l’inossidabile compiutezza di idee artificiali.

Erano apparizioni: adesso sono oggetti che l’uomo impugna, e conosce alla perfezione, ma non saprebbe dire da dove vengono e in definitiva che diavolo di rapporto abbiano ormai con la verità. In un certo senso non gliene frega nemmeno più tanto.

Funzionano, resistono alle aggressioni, riescono a scardinare le debolezze altrui, non si rompono quasi mai:

perché farsi tante domande?

L’uomo guarda, scopre il piacere di impugnarle, di usarle, di vederle in azione. Prima o poi, è inevitabile, impara che le si può usare per combattere. Non ci aveva mai pensato, prima.

Erano apparizioni: aveva giusto pensato di farle vedere agli altri, tutto lì. Ma col tempo più niente di quel desiderio originario si salva.

Erano apparizioni: l’uomo ne ha fatto delle armi”.

➤Alessandro Baricco, City, 1991

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🌟 14.100 Le grandi potenze del Seicento

Verso il 1600 (…), sulla terraferma, in Europa le due grandi potenze sono:

1) la Casa (=casata, dinastia reale) di Francia,

la Francia era allora il paese più popolato d’Europa (e uno dei più ricchi): nella seconda metà del Seicento, con il re Sole Luigi 14′ e il ministro Colbert,  sarà anche il paese più potente e famoso d’Europa

2) la Casa d’Austria, cioè gli Asburgo

che dal 1556 sono divisi in un ramo austriaco, che governa l’impero e viene contrastato dalla Francia a ovest e dai Turchi a est

questo ramo si estinguerà nel 1780 ma al suo posto proseguirà un “ramo cadetto” della dinastia principale estinta, cioè gli Asburgo-Lorena…

l’ultimo “grande” degli Asburgo(-Lorena) sarà l’imperatore Francesco Giuseppe (ted: Franz Joseph 1′ von Österreich=Austria, +1916, nato e morto a Vienna)

Von (tedesco, si usa senza l’iniziale maiuscola), Van (olandese): nei cognomi significa “di”, da” (provenienza), e solo in qualche caso è segno di un’ascendenza nobile…

e in un ramo spagnolo, contrastato sistematicamente da Francia e Inghilterra, che finirà per estinguersi nel 1700

l’impero spagnolo verso la metà del Seicento comincia la sua fatale crisi” e con la Guerra tra Francia e Austria per la Successione Spagnola (1700-1720) avremo il definitivo declino della potenza spagnola

Mentre nei mari a nord dell’Europa

3) l’Inghilterra sta diventando la più grande potenza commerciale e navale del mondo

e a est

4) l’impero musulmano turco ottomano (dinastia nata trecento anni prima) si estende su una parte d’Europa ed è una minaccia costante (soprattutto per l’impero degli Asburgo)

➤François Lebrun, Le 17′ siècle (=il Seicento), 1967, p.7, arricchito

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🌟 14.100.150 Lungo il Seicento, il potere politico diventa sempre meno “feudale” e sempre più unico e assoluto (dal lat. ab-solutum= “sciolto/liberato da”).

Questo potere si concepisce cioè come indipendente e superiore:

1) ai vari organi rappresentativi di un paese (parlamenti locali, ecc.)

2) al potere dei nobili locali

3) alle consuetudini locali (i diritti consuetudinari, l’inglese Common Law, ecc.)

4) alle funzioni di arbitro e garante tipiche dell’imperatore

5) all’autorità, spirituale e politica, del papato

e agisce quindi coerentemente con questa concezione.

😮🔎 14.100.250  “Storicamente i regimi assolutistici si realizzarono soprattutto nell’Europa occidentale, tra il Cinquecento e il Settecento secolo, in relazione al processo di costruzione dello ‘stato moderno“. ➤Angelantonio Spagnoletti, “Assolutismo” in “Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea” online

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Intorno all’impero tedesco (in crisi), nascono e si sviluppano due variazioni dello stato assoluto moderno:

1) lo stato assoluto “puro” (Francia, ma anche in Russia, Svezia, ecc.) e

2) lo stato assoluto “moderato” dal compromesso con i nobili locali e con la società (Inghilterra) che sarà la Monarchia Costituzionale (cioè con una Costituzione a cui anche il sovrano deve attenersi)

In entrambi la religione resta cristiana ma il potere politico tende a dominarla e a usarla come strumento di unità nazionale (chiesa gallicana francese, chiesa anglicana inglese):

Sembra quasi che le pretese universali delle due grandi posizioni religiose del Medioevo (cristianesimo e islam) ora “passino” agli stato moderni…, nuovi soggetti assoluti che si sentono investiti di una missione ideale (universale?)

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3)   14.100.350   … e l’Italia?

L’Italia resta un puzzle in cui piccole potenze locali si incrociano con due grandi poteri internazionali: il papato e le due linee degli Asburgo (Austria-Impero e Spagna)

Nel dettaglio:

1) il nord è tradizionalmente legato all’Impero, cioè agli Asburgo d’Austria,

mentre il ducato di Milano, il sud e le grandi isole (Napoli, Sicilia, Sardegna…) sono “spagnoli”, cioè legati agli Asburgo di Spagna che dalla pace di Cateau-Cambrésis (1559, fallimento delle ambizioni francesi sull’Italia) controllano gran parte dell’Italia (sarà così fino al 1714) e garantiscono una relativa “pace”, anche se il pesante “fiscalismo spagnolo” paralizza la crescita di città come Milano (➤Bruna Gherner).

Poi dal 1714 fino a metà ‘800 il Ducato di Milano tornerà nell’area imperiale/austriaca.

2) restano inoltre le grandi signorie, più o meno influenzate / legate a una di queste potenze, di solito alla Spagna:

il famoso Granducato di Toscana governato dai Medici,

la potente (ma in declino) Repubblica di Venezia,

il ducato di Savoia che nei secoli oscillerà tra sottomissione, alleanza o ostilità verso la Francia,

e che a partire dal duca Emanuele Filiberto Savoia (+1580) “guarda” meno all’area francese e comincia a “guardare” verso l’Italia…

😮🔎 Savoia (dalla parola latina di origine celtica “Sabaudia” = “paese coperto da abeti”?).  E’ il nome di un territorio (e della dinastia che lo domina fin dal Medioevo) che era parte della Lotaringia (trattato di Verdun, 843 che divide in tre l’impero di Carlo Magno)

3) e le piccole signorie, ormai più o meno subordinate alla Spagna (e qualche volta alla Francia)

il ducato dei Farnese (poi dei Borbone-Parma) di Parma e Piacenza, il ducato degli Este di Modena e Reggio, il ducato dei Gonzaga (poi dei Gonzaga-Nevers) di Mantova e Monferrato…

e la Repubblica di Genova, de iure indipendente, ma de facto alleata alla Spagna con la “svolta filospagnola” del principe-ammiraglio di Genova Andrea Doria (che nel 1528 era “passato” dalla Francia all’imperatore Carlo 5′ Asburgo): Genova si arricchirà proprio finanziando la Spagna con i suoi banchieri Grimaldi, Doria e Spinola…

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😮🔎14.100.450  Le vicende dei Savoia

Il fondatore della dinastia, Umberto dalle Bianche Mani (o Biancamano di Savoia, + verso il 1048), è avvolto nella leggenda: sassone, borgognone, provenzale o italico?

Conte di Savoia, Belley e in Moriana, fu feudatario del sovrano della Borgogna, relitto dell’impero di Carlomagno diviso tra Francia, Germania e la Lotaringia

I conti di Savoia capirono presto di non avere molto spazio in Francia.

Parteciparono a tutte le imprese dell’Europa cristiana:

crociate e spartizione dell’Impero di Bisanzio con titoli da spendere al tavolo delle alleanze. Nel 1946 a nove anni Vittorio Emanuele d’Italia (figlio di Umberto 2′ Savoia, l’ultimo re d’Italia, per un mese soltanto…) ancora era re di Cipro, di Gerusalemme e di Armenia… E possedeva la Sacra Sindone, da suo figlio Umberto donata al Papa (…)

I conti di Savoia accrebbero i domini (vedi MAP 14.500). Amedeo 6′ Savoia (+1383) ottenne la dedizione di vari comuni.

Nel 1388 suo figlio, Amedeo 7′, mise a segno il colpo grosso: Nizza Marittima (ora in Francia). Amedeo 8′ Savoia fece di più. Duca di Savoia dal 1415, ingrandito e riordinato lo Stato, lasciato il potere per l’eremo di Ripaille, nel 1439 fu eletto Papa col nome di Felice 5′. Attinse il Cielo.

La Savoia era uno Stato frontaliero, esposto ai venti delle grandi potenze: tanti valichi sulle Alpi e un’ampia pianura difficile da difendere.

Perdute la Savoia e Nizza, nel 1553 Carlo 3′ Savoia detto il Buono morì a Vercelli in un Piemonte devastato. Sembrò la fine. Invece nel 1557 suo figlio Emanuele Filiberto Savoia sconfisse il re francese Enrico 2′ Valois per conto di re Filippo 2′ Asburgo di Spagna.

La pace di Cateau Cambrésis nel 1559 gli confermò il ducato, ma dovette riconquistarselo cominciando da Nizza e dalla fedelissima Cuneo.

Mentre la Francia precipitava nelle guerre di religione tra cattolici e ugonotti, nel 1561 concesse ai protestanti Valdesi libertà di culto nelle loro valli:

caso unico di tolleranza nell’Europa che obbligava i sudditi a praticare la religione del sovrano, in base alla regola cuius regio eius et religio.

Con il duca Emanuele Filiberto Savoia (+1580) Casa Savoia scelse il Piemonte.

Trasferì la capitale da Chambéry a Torino (1563, quattro anni dopo la  pace di Cateau-Cambrésis), adottò l’italiano quale lingua ufficiale, restaurò l’Università e sostituì gli statuti comunali con le proprie leggi.

Fece anche grande politica. Nel 1571 tre navi sabaude furono fulcro della flotta che a Lepanto fermò l’avanzata dei turchi-ottomani, vittoria solennizzata da papa Pio 5′, nativo di Bosco Marengo, con la devozione alla Madonna del Rosario.

La strada era tracciata. Ma seguitarla non fu semplice. Suo figlio, Carlo Emanuele 1′ Savoia (+1630), guerreggiò mezzo secolo per annettere il Saluzzese (marchesato di Saluzzo, francese dal 1548, in pratica una striscia francese che bloccava l’espansione a sud dei Savoia: viene annesso nel 1601) il marchesato del Monferrato, e persino la Provenza. Tante ne pensò, parecchie ne fallì.

Tra il Seicento e Settecento, Vittorio Amedeo 2′ Savoia riassunse speranze e delusioni, sconfitte e vittorie. Nel 1690 fu travolto presso Staffarda dal maresciallo di Francia Catinat che applicava la ‘terra bruciata’ (battaglia di Staffarda)

Luigi 14′, il Re Sole, nel 1706 assediò Torino, salvata dall’arrivo di Eugenio di Savoia con un esercito imperiale. A Vittorio Amedeo 2′ bastava battere il piede per veder scaturire guerrieri da ogni parte. Anche la Savoia fece la sua parte. Gli era devota.

Con la pace di Utrecht, nel 1713 Vittorio Amedeo 2′ ebbe la corona di re di Sicilia.

Modernizzò lo Stato, anche dopo il cambio della Sicilia con la Sardegna (trattato dell’Aia, 1720), meno appetita e meno rischiosa. Suo figlio, Carlo Emanuele 3′ Savoia, ne continuò l’opera.

Nei secoli conti duchi e re sabaudi coltivarono sapientemente la politica matrimoniale.

Adelaide signora di Torino, Gisla di Borgogna, Iolanda di Monferrato, Bianca Maria Sforza, Beatrice di Portogallo, Margherita di Francia, Caterina di Spagna, Maria Giovanna Battista di Nemours, Polissena Cristina di Assia …, non furono solo ritratti di una galleria di famiglia ma timone per navigare tra guerre e paci, prima che lo stato patrimoniale divenisse monarchia rappresentativa. Anche le nozze di Vittorio Emanuele di Napoli con Elena di Montenegro (1896) e quelle di Umberto di Piemonte con Maria José del Belgio (1930) furono politiche.

Vittorio Amedeo 3′ Savoia (+1796) completò l’opera degli antenati sposando Maria Antonietta di Borbone- Spagna e legò il regno alla Francia e all’Impero con le nozze dei figli, Carlo Emanuele 4′ e Vittorio Emanuele.

I Savoia erano dunque il perno delle grandi alleanze, ma alla fine del Settecento la Rivoluzione francese infranse tutto (…Nel 1814 la Restaurazione capovolse (di nuovo) il corso della storia. (…)” Aldo Alessandro Mola, 2010

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🎨🏰 14.100.650   Lungo il Seicento prosegue e si sviluppa al suo meglio l’arte barocca (inaugurata dai gesuiti con la chiesa del Gesù a Roma, 1584) 

che ricerca tutto ciò che è spettacolare, bizzarro o grandioso con lo scopo di stupire chi la ammira…

Sperimentalismo e spettacolarizzazione

sono i cardini dell’estetica barocca” (➤Nicolangelo D’Acunto)

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🌟  14.100.750   Modernità, età di guerre

Il Seicento, a volte chiamato il Secolo del Barocco sembra in realtà… il Secolo delle Guerre…

“I conflitti intraeuropei non si risolsero con la fine del Cinquecento, ma continuarono fino al 1763 (trattato di Parigi che conclude la Guerra dei Sette Anni):

durante l’età moderna, perciò, la guerra fu la relazione normale tra gli stati europei

➤Manuale Concorso a Cattedre, Filosofia e Storia, La Scuola, 2016, p.583

Ad esempio, dai un’occhiata ai conflitti armati nel solo Seicento in questo link: http://www.baroque.it/storia-tra-seicento-e-settecento/guerre-nel-seicento.html

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🌟 14.100.900   1618-48: la Guerra dei Trent’Anni

🌙😮 14.150.100  Le guerre di religione in Francia (lungo tutta la seconda metà del Cinquecento)  e l’insurrezione antispagnola nei Paesi Bassi (1568-) avevano accordato all’area tedesca e all’area italiana lunghi decenni di pace.

Ora invece Germania e Italia ridivennnero i tradizionali campi di battaglia che erano stati nella prima metà del Cinquecento.

La politica di potenza riprese, per non fermarsi più sino alla metà del Novecento”.

➤Alberto Tenenti, L’Età Moderna, Il Mulino, 1980, nuova ediz. 1997, p.299 (test presente già nell’ediz. del 1980)

La Guerra dei Trent’Anni non è una sola guerra con delle pause, ma una serie di conflitti che possono essere visti come

una guerra politica (anche se con forti dinamiche religiose) in cui la potente Francia e altri stati emergenti come Svezia e Paesi Bassi “sferrarono un attacco (riuscito) alla supremazia degli Asburgo” in Europa (➤Alessandro Grittini – Luca Franceschini – Robi Ronza, 2014)

Per la durata, il numero di stati e l’ampiezza dei territori coinvolti, alcuni storici la considerano “la prima vera guerra europea

e quasi “un’anticipazione della Grande Guerra (chiamata un tempo Prima Guerra Mondiale)” ➤Alessandro Grittini – Luca Franceschini – Robi Ronza, 2014.

😮🔎 14.150.200  Non per nulla lo storico marxista ebreo-lussemburghese-americano ➤Arno Joseph Mayer (nato nel 1926), con una proposta “suggestiva e confortata da larghe adesioni (…), legge l’intero periodo 1914-45 come una fase omogenea: quella della crisi generale e della ‘Guerra dei Trent’anni del Novecento’ (The Second Thirty Years War, o Thirty Years Crisis: 1914-1945)” ➤Franco Andreucci, università di Pavia, 2008 (l’annotazione in parentesi è mia)

 😮🔎 14.150.300  Le vicende della Guerra dei Trent’Anni

Nel 1576 il nuovo imperatore, Rodolfo 2′ Asburgo, trasferisce la corte imperiale da Vienna a Praga (che era già stata capitale dell’Impero nella seconda metà del Trecento) e più che di politica si appassiona di arte e di scienze, anche occulte, concedendo ai suoi sudditi protestanti una certa libertà di culto.

😮🔎 14.150.400 Saranno ammessi alla sua corte gli studiosi protestanti Tycho Brahe e Giovanni Keplero, il famoso Rabbi Loew (quello tradizionalmente legato al Golem), l’alchimista polacco Michael Sendivogius, il famoso John Dee, studioso, matematico, mago spiritista e alchimista inglese (protetto dalla regina Elisabetta, che lo usa come astrologo e come consigliere….) con il suo amico medium e alchimista inglese Edward Kelley, ecc.

Quando Rodolfo, dopo lunghi scontri con i Turchi (chiamati Lunga Guerra Turca: 1593-1606) e ormai malato di mente, muore (+1612),

diventa imperatore suo fratello Mattia Asburgo (+maggio 1619), che deve fare i conti con un potere centrale fortemente indebolito e con forze protestanti (in Europa, ma anche in diverse aree del suo impero…) vivaci e abbastanza ostili:

uno dei suoi grandi timori era una forte alleanza tra queste forze, un’alleanza trasversale o addirittura all’interno dell’impero…: così l’imperatore Mattia limita le autonomie dei protestanti…

Nel 1615 il fallimento di un tentativo di confederazione dei protestanti ungheresi, austriaci e boemi dell’impero porta (sfortunatamente?) alla nomina come successore all’impero del cugino di Mattia, l’arciduca Ferdinando di Stiria (anche lui un Asburgo, educato in Baviera dai Gesuiti) grande e rigido promotore della Controriforma cattolica: così Ferdinando viene eletto prima re di Boemia (5 giugno 1617) e poi re di Ungheria (1 luglio 1618)

Intanto in Boemia le restrizioni al culto protestante suscitano reazioni ostili (in particolare ci si scontra sulla costruzione di nuove chiese protestanti in certi terreni)

e per protesta due funzionari imperiali vengono gettati da una finestra del castello di Praga (23 maggio 1618)

😮🔎 14.150.500 Boemia: è un regno, che ha come centro Praga, governato dagli Asburgo fin dal 1526, a maggioranza protestante (molti calvinisti) e in cui gli Asburgo non avevano mai imposto il cuius regio eius religio del 1555

😮🔎 Defenestrazione di Praga: non è morto nessuno, il gesto è stato più che altro simbolico e provocatorio… e nella storia non è stato l’unico

Intanto l’imperatore Mattia l’anno dopo muore (+maggio 1619), diventa quindi imperatore Ferdinando Asburgo (incoronazione: 9 settembre 1619) e in Boemia cominciano veri e propri scontri… e quindi la “guerra”.

Al fianco dell’imperatore si schierano i principi cattolici tedeschi (ricordiamo la Lega Cattolica guidata da Massimiliano, duca e principe elettore di Baviera =più o meno la parte sudest dell’Impero) e la Spagna (governata dagli Asburgo di Spagna fino al 1700)

Lo schieramento imperiale vince (sfortunatamente?) contro i Boemi e i loro alleati:

la vittoria imperiale e la repressione anticalvinista e politica che ne segue (la Boemia perde la “dignità elettorale imperiale”) portano però i sovrani europei anti-Asburgo a temere una ripresa di un ruolo forte degli Asburgo in Europa…

Si alleano allora i principi tedeschi protestanti (ricordiamo  l’Unione Evangelica guidata da Federico 5′ Principe Elettore del Palatinato, diciamo più o meno la parte sudovest dell’impero) e la Danimarca, poi intervengono anche la Svezia, i Paesi Bassi e negli ultimi anni anche la Francia (che nel 1643 nella battaglia di Rocroi sconfigge i soldati dell’impero)

🌙😮 14.150.600  “L’entrata in campo della Francia, a sostegno dei protestanti, segna una svolta capitale nella guerra non solo per i soldi e per la potenza del sue esercito, ma perchè muta sostanzialmente la natura del conflitto: i motivi religiosi 😎😕 cedono il posto a quelli squisitamente politici (…)” (➤Alfonso Prandi, 1984): a noi però pare “politica” già all’inizio…

🌙😮 14.150.700  Infatti lo storico valdostano Federico Chabod (+1960) a proposito della Guerra dei Trent’Anni spiega che: “quando alla Svezia e ai principi tedeschi luterani si affianca la Francia cattolica del cardinale di Richelieu, il quale, prima d’intervenire per salvare le ‘libertà’ tedesche, ha piegato con la forza il partito calvinista in Francia e ne ha distrutto la potenza politica:

anche qui, in primo piano è, non il dibattito religioso, ma il contrasto per l’egemonia in Europa fra la cattolica monarchia francese e i cattolici Asburgo (…)

Nelle Guerre di Religione di quei tempi (1559 – 1648) al fattore schiettamente religioso di quelle lotte e contrasti si frammischiano, in varia misura, fattori politici, economici, sociali:

tanto forti, talora, da far passare in secondo piano l’elemento religioso e da relegarlo a una funzione di puro ‘mito’, ad una dichiarazione programmatica che ricopre altra merce, di altra natura.

Ed è questo, per esempio, il caso per la lotta tra l’Inghilterra di Elisabetta Tudor e la Spagna di Filippo 2′ Asburgo, dove – specialmente forse da parte inglese – l’appello alla difesa della fede minacciata serve soprattutto da strumento per l’esplicazione di fini schiettamente politici”. ➤Federico Chabod, 1936

Il conflitto procede per molti anni, a fasi alterne, senza un vero vincitore.

 😮🔎 14.150.800  Anche l’Italia viene “toccata” da questo incrocio di conflitti locali e poteri europei:

1) La Valtellina, “corridoio” tra il Ducato di Milano spagnolo e l’area austriaca degli Asburgo, che era abitata da cattolici ma controllata dal vicino cantone svizzero protestante dei Grigioni, viene occupata dalle forze cattoliche (1620)….

allora Francia appoggia subito i protestanti Grigioni, e li appoggia anche Venezia, che usava la Valtellina come suo “corridoio” commerciale verso la Svizzera e la Germania…

2) Intanto nel ducato di Mantova

una terra imperiale, a cui fin dal 1533, già con il primo Gonzaga confermato dall’imperatore Carlo 5′, si aggiunge il marchesato del Monferrato

si estingue la dinastia dei Gonzaga (1627) e l’ultimo Gonzaga designa come suo successore al ducato di Mantova e Monferrato il principe francese Carlo di Nevers, che apparteneva a un ramo secondario dei Gonzaga da tempo emigrato in Francia…

Però così, ragionano gli spagnoli,  la Francia con questa dinastia avrebbe avuto un peso maggiore in area italiana e inoltre gli spagnoli non accettavano una “minaccia” lungo entrambi i lati del loro ducato di Milano,

tanto più che il Monferrato era un passaggio strategico per le forze spagnole che arrivavano a Genova con meta Milano e che ora con la fine della dinastia Gonzaga il feudo imperiale “era giuridicamente a disposizione” (➤Alfonso Prandi) dell’imperatore Asburgo…:

Ecco quindi la Guerra di Successione di Mantova e del Monferrato (1628-1631): alla fine l’imperatore Ferdinando Amburgo, indebolito dai conflitti in Germania, dovrà accettare la successione dei Nevers, i “Gonzaga francesi”…

💀 14.150.900  Intanto, tra il 1629 e il 1633 la peste, “mai scomparsa dal Trecento in poi (➤Bruna Gherner) si diffonde (grazie alle condizioni igieniche e alla continua circolazione degli eserciti stranieri…) nelle città dell’Italia settentrionale, in particolare nel ducato di Milano: su un totale 4 di milioni di abitanti dell’area, i morti superano il milione…

A Milano i morti sono forse 60mila su un totale di 130mila abitanti, in ogni caso vicino al 50%…

🌙😮 14.200.100 “A Milano secondo i cronisti dell’epoca i morti saranno circa 150mila su una popolazione oscillante fra i 200mila e 250mila abitanti. Lo storico ottocentesco Francesco Cusani riduce entrambi i conteggi, portando le vittime del morbo a 86mila su una popolazione di 150mila. Ben presto si arriva a non avere più posti dove seppellire i cadaveri.

Con la primavera e l’arrivo del caldo i contagiati salgono vertiginosamente, portando le autorità a considerare addirittura l’ipotesi di sigillare l’intero borgo di Porta Orientale, quello con più infetti…”. ➤sito  duomomilano.it

 📚📖 14.200.250  E’ proprio di questi anni che parla Alessandro Manzoni, verso la metà dell’Ottocento, nei Promessi Sposi e nella interessante Storia della Colonna Infame, che lui avrebbe voluto in fondo al suo romanzo.

😮🔎 14.200.350  La fine della Guerra dei Trent’Anni (-1648)

Alla fine di questi anni di guerra che coinvolgono gran parte dell’Europa,

si avvantaggiano la Francia e la Svezia (ormai padrona del Baltico),

mentre sono stati anni terribili per la gente e le terre dell’impero (in certe aree la mortalità ha superato il 50% ➤Ian Mortimer) e

producono una crisi generalizzata un po’ ovunque in Europa…

In Germania la guerra provocherà “il crollo demografico di intere regioni, i cui abitanti diminuiscono fino al 70%” (➤Nicolangelo D’Acunto), oltre a epidemie, carestie e rivolte in molte zone dell’Europa a causa delle tasse sempre più alte con cui i governi finanziavano le spese di guerra.

😮🔎 14.200.500  Con la Pace di Westfalia (o Vestfalia, 1648, in realtà “una raccolta di trattati vari e non sempre ben coordinati tra loro” ➤Alfonso Prandi) si chiuse il triste periodo delle guerre di religione

che possiamo far iniziare con la Pace di Cateau-Cambrésis del 1559

e che per la Francia si conclude 50 anni prima, con l’editto di Nantes del 1598 concesso dal re francese Enrico 4′ Borbone

e si crea in Europa un assetto che durerà almeno un secolo.

Emerge con chiarezza la connessione “europea” di ogni conflitto, disputa territoriale o crisi dinastica e viene avvertita la necessità di un potere politico (lo Stato) come supremo regolatore, quindi “superiore” alle questioni religiose

Con la pace di Vestfalia (1648):

1) fallisce il tentativo degli Asburgo di avere un ruolo “forte” in Europa e di unificare l’impero: gli Asburgo da allora “rinunciano a qualsiasi controllo sui principati tedeschi” (➤Nicolangelo D’Acunto) e si concentreranno sempre più sull’area dell’Austria, cioè sui loro domini diretti (Austria, Boemia e Ungheria).

2) si riconferma il principio del cuius regio, eius religio del 1555 “in cui in ogni stato era legittima solo la religione del sovrano” (➤Alessandro Grittini – Luca Franceschini – Robi Ronza, 2014) ma ora le confessioni cristiane “legittime” diventano tre: alla cattolica e alla luterana si aggiunge la calvinista.

3) vengono fatti alcuni “aggiustamenti” territoriali soprattutto a beneficio di Francia e Paesi Bassi, mentre, a danno dell’impero, si concede più autonomie locali:

i grandi e piccoli stati che compongono l’impero (circa 300!) ottengono il diritto di portare avanti una loro politica autonoma, addirittura di farsi la guerra tra loro…

e l’imperatore, da garante e arbitro dell’equilibrio europeo (come era secoli prima), diventa ormai una figura simbolica, senza effettivo peso politico. ➤Alessandro Grittini – Luca Franceschini – Robi Ronza, 2014

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4) Per concludere sinteticamente:

Con la Pace di Westfalia (…) abbiamo

da un punto di vista formale (…) il principio dell’equilibrio di potenza (…),

mentre di fatto finisce la potenza della Spagna,

c’è l’allontanamento degli Asburgo d’Austria dall’Europa centrale (…)

e l’inizio di un disegno egemonico francese in Europa” ➤Alfonso Prandi, 1984

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5) Possiamo far iniziare da qui il tipo di potere statale e di società che, per la Francia, i rivoluzionari francesi verso il 1790 hanno chiamato per la prima volta “Ancien Régime”

Potremmo anche, in via generale, indicare come Ancien Régime il periodo europeo, dalla metà del Seicento alla fine del Settecento, in cui si assiste:

alla “completa affermazione della centralità europea nelle correnti commerciali ed economiche mondiali” 

alla “sperimentazione di un rapporto tra società e Stato che si fonda sulla supremazia e sull’accentramento dei poteri in una sola fonte di autorità (monarca, oligarchia, organo rappresentativo della volontà di una nazione)”

con lo “sviluppo (o la tendenza allo sviluppo) di un intervento capillare del governo in ogni settore e strato sociale, sovrapponendo (o tentando di sovrapporre) una assoluta autorità coordinatrice alla precedente pluralità dei centri di potere” che ha generato la creazione di una “compatta ed efficiente burocraziacometramite fra il cuore e la periferia dello Stato” ➤Alfonso Prandi, L’età Moderna, SEI, 1984, p.167-168

A livello sociale, Ancien Régime significa un mondo “articolato in ceti o ordini, cioè in settori fissati sulla base delle funzioni esercitate (la celebrazione del culto religioso, la guerra, il controllo sociale nel campo della giustizia, l’amministrazione, il lavoro manuale):

ogni individuo apparteneva a un certo settore per nascita o vi accedeva attraverso procedure definite. Questi ceti / ordini / settori costituivano una gerarchia sociale tra gli individui (…) fondata su presupposti che avevano a che fare poco o nulla con la posizione occupata nel sistema di produzione“. ➤Dino Carpanetto, semplificato

6) Infine, la Treccani online esagera quando afferma che 😎😕 qui “viene riconosciuto il diritto dei sudditi di professare una religione diversa da quella dei loro principi”.

😮🔎 14.200.600   Dopo la pace di Vestfalia del 1648, che assegnò ai territori una sovranità virtualmente completa, consentendo a essi di stringere alleanze indipendenti con altri stati,

l’Impero divenne non più di una semplice aggregazione di stati indipendenti.

L’impero, ormai divenuto solo un concetto giuridico, era composto

1) da trecento (Franco Cardini e Giovanni Cherubini precisano: 234) stati sovrani, aventi diritto di seggio e di voto alla Dieta permanente a Ratisbona (1667), dove i deputati dei principi tedeschi deliberavano (=decidevano) sugli affari tedeschi o di rilievo internazionale per l’impero, e

2) da circa 1500 signorie di fatto sovrane, ma prive di riconoscimento internazionale”. ➤Wikipedia, Sacro Romano Impero, lu17

😮🔎 14.200.700   Proprio finita? In realtà c’è una specie di spin-off della Guerra dei Trent’Anni (1618-48), la Guerra Francia-Spagna (1635-1659), che ci fa capire che i conflitti sono proseguiti ben oltre la Guerra dei Trent’Anni, fino alla Pace dei Pirenei (1659, firmata da Mazzarino) che obbligherà la Spagna a cedere alla Francia parte delle Fiandre e i territori a est dei monti Pirenei e che confermerà il primato francese in Europa…

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🌟 14.200.900  Esaminiamo ora due stati moderni:

lo Stato Assoluto francese

e lo Stato Costituzionale (insomma: non completamente Assoluto) inglese…

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😮🔎 14.250.100   Lo stato francese nel Seicento

Lo stato francese, che continua a considerarsi come “L’Altro Impero” (cioè quello vero),

con re Luigi 13′ Borbone e il cardinale Richelieu (pronuncia risceliò) fino a quasi metà Seicento,

poi con il cardinale Giulio Mazzarino e Anna Asburgo a “cavallo” del secolo (1643 – 1661),

infine con Luigi 14′ Borbone (il Re-Sole, +1715) e il suo ministro Jean-Baptiste Colbert (+1683)

1) rafforza il potere statale centrale, e in particolare il potere del sovrano che indebolisce e “controlla” sempre più gli aristocratici francesi non “in linea” con lui (soprattutto, ma non solo, quelli calvinisti) e nel 1682 sottomette la chiesa francese al re (“chiesa gallicana“, che si può capire meglio qui)…

…tendenza comunque già presente dai tempi del re francese Filippo il Bello (+1314), anzi dell’idea di “chiesa di stato” -tedesco: Reichskirche– di Carlo Magno (+814.)

2) contrasta costantemente l’impero tedesco guidato dai cattolici Asburgo.

😮🔎 14.250.200  Prequel. In Italia Ferdinando 1’ Medici (+1609), signore del Granducato di Toscana, cerca di trovare un buon marito per sua nipote Maria Medici. Pensa a uno degli Este, o a un Farnese o a un Asburgo (il nonno di Maria era l’imperatore Ferdinando 1′ Asburgo)…

Poi si orienta verso la Francia, forse per rafforzare la sua Signoria rispetto al fin troppo influente impero spagnolo-asburgico, o forse per sistemare il grande debito (più di un milione di scudi) che i sovrani francesi avevano verso la Banca dei Medici…

😮🔎 14.250.300   Ai tempi di Caterina de’ Medici (+1589), che alla morte del marito (il re Enrico 2’ di Valois, +1559) era diventata Regina di Francia

generando tra l’altro ben tre futuri re di Francia

molti potenti famiglie toscane si erano trasferite in Francia, avevano avuto un ruolo a corte e nell’amministrazione francese e ora vedevano con favore questo eventuale matrimonio…

La cosa si fa: nel 1600 il cinquantenne re di Francia Enrico 4’

figlio di Caterina Medici e primo della dinastia dei Borbone di Francia, educato al calvinismo dalla madre e poi convertitosi al cattolicesimo per diventare re

due anni dopo aver chiuso le Guerre di Religione in Francia (editto di Nantes, 1598) sposa la venticinquenne Maria Medici, non solo italiana, ma cattolica convinta e imparentata con gli Asburgo imperiali

Alla fine delle trattative, l’accordo matrimoniale comunque prevedeva 600 mila scudi che Maria portava a Enrico come “dote”: 350mila in contanti e l’altra metà come parziale risarcimento dei debiti verso i Medici.

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😮🔎 14.250.400   La Banca dei Medici: grandezza e declino.

La fama dei Medici si costruisce agli inizi del Quattrocento, il secolo in cui la Banca dei Medici diventerà nota ovunque in Europa

Era nata come spin-off del Banco di Vieri de’ Medici (+1395).

Infatti, mentre le attività portate avanti dai due figli di Vieri, cioè Niccolò e Cambio, falliscono, la parte portata avanti dal nipote, Giovanni di Bicci, che gestiva la filiale romana, crescono molto bene: nel 1397 Giovanni rientra a Firenze e fonda il Banco dei Medici, che in pochi anni diventa la banca più grande in tutta l’Europa del Quattrocento.

I Medici hanno saputo promuovere non solo i ricavi finanziari, ma in modo particolare il loro brand.

🌙😮 14.250.500   La Banca dei Medici (storia)

Il successo del Banco dei Medici fu rapido:

aprì filiali a Venezia, Roma, Napoli, Milano, Bruges, Londra, Barcellona, Parigi ecc. Il Banco non ebbe presidi ad Oriente né più filiali delle trecentesche compagnie dei Peruzzi o dei Bardi, tuttavia

i Medici seppero creare un brand, un alone di esclusività. (…)

Altro aspetto che distingueva i fiorentini e in particolare i rappresentanti dei Medici nelle piazze europee era quello di investire, come ‘forma di pubblicità’ nell’arte e nel patrimonio architettonico. (…)

Il Banco privilegiò da subito i rapporti con i sovrani e la grande nobiltà europea: aveva come clienti principi, consiglieri dei principi, ministri, cardinali, vescovi, condottieri e grandi mercanti. (…)

Gli studi di Raymond De Roover (+1972, e di sua moglie Florence Edler, anch’essa studiosa) misero in evidenza la natura multiforme e polifunzionale del Banco di Medici, diverso nella struttura dal modello accentrato dei banchi dei Bardi o dei Peruzzi: era più simile ad una sorta di holding, nella quale accanto al principale ramo bancario vi erano anche attività e partecipazioni industriali nella manifattura e nel commercio della lana, della seta e nel monopolio del commercio di allume (fondamentale per la lavorazione della lana).

Ogni filiale del ramo bancario aveva un elevato grado di autonomia dalla sede centrale, ogni direttore della filiale veniva remunerato con azioni della stessa filiale e diventava pertanto partner.


Furono soprattutto Giovanni di Bicci e poi suo figlio Cosimo di Giovanni Medici
(+1464, è Cosimo il Vecchio, da non confondere con Cosimo 1′ +1574) ad accumulare enormi ricchezze. E a costruire il rapporto privilegiato con le finanze vaticane di cui diventarono tesorieri. Con Cosimo al timone, dal terzo al sesto decennio del Quattrocento, la Banca raggiunse il suo apogeo.

Il rapporto con il Papato portò enorme prestigio e divenne il biglietto da visita, in tutta Europa per la clientela più facoltosa”.➤ Giovanni Fracasso

Perché la Banca dei Medici verso la fine del Quattrocento entra in crisi?

Per un mix di tre fattori…

1) “l’abitudine degli inglesi di non pagare i loro debiti” (➤Giovanni Fracasso), che porterà nel 1478 al fallimento della filiale di Londra, con una perdita di più di 50mila fiorini.

😮🔎 14.250.700 Re Edoardo 4’ di York si rifiuta infatti di restituire i soldi prestatigli dai Medici, così come aveva fatto nel 1345 anche re Edoardo 3’ Plantageneto, facendo fallire la banche fiorentine dei Bardi e dei Peruzzi.

2) la debolezza strutturale del Banco: infatti possedere una adeguata “riserva” (=soldi/valori di riserva in casi di emergenza) non era considerato importante: non solo il Banco aveva poco “capitale di riserva”, ma a quel tempo non esistevano neppure Banche Centrali che potevano fornire liquidità temporanea in caso di difficoltà (cioè non erano stati pensati dei Prestatori di Ultima Istanza).

3) ma soprattutto, con il tempo è avvenuto un cambio culturale, evidente nella seconda metà del Cinquecento:

i Medici da banchieri diventano principalmente politici

e poiché le attività bancarie dal Cinquecento/Seicento in poi non erano considerate degne di un sovrano, i Medici si dedicano soprattutto al potere politico e cominciano a “vivere di rendita”:

🌙😮 14.250.700.200  “I Medici ad un certo punto da mercatores (lat.= mercanti)  e grandi banchieri, consolidarono il potere e si trasformarono in rentiers: ed anche questo è emblematico della storia italiana.

Come sottolineano gli studi di Carlo Cipolla (+2000) sul lungo Seicento italiano ripresi spesso da Mario Draghi (1947-), questo passaggio, questa metamorfosi in rentiers, diffusa in buona parte della classe imprenditoriale italiana,

fu (…) una delle causa della decadenza del nostro Paese dopo il Rinascimento”. ➤Giovanni Fracasso

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Ma nel 1610, dopo soli dieci anni di matrimonio con Maria Medici, il re di Francia Enrico 4’ Borbone muore assassinato da François Ravaillac, un (ex?-)frate trentenne convinto della legittimità del tirannicidio (cioè che sia “moralmente giusto uccidere un tiranno”), che verrà subito imprigionato, interrogato sotto tortura e poi condannato allo squartamento…

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😮🔎 14.250.700.400  Un rapido sguardo sui Monarcomachi del Seicento (dal gr. =combattere un monarca, espressione che compare proprio nel 1600…)

In effetti alcuni studiosi gesuiti spagnoli come Francisco da Vitoria S.I. (+1546), Francisco Suarez S.I. (+1617) e Juan de Mariana S.I. (+1624)

stavano rielaborando le posizioni dello studioso e frate domenicano san Tommaso d’Aquino (+1274) sul diritto, a certe condizioni, di ribellarsi a un potere ingiusto (ad esempio nella Somma di Teologia, 2-2, questione 42) e riconoscevano la liceità di ribellarsi contro un re ingiusto, fino alla possibilità di ucciderlo:

questo valeva non solo per un re che aveva avuto questo titolo in modo illecito (lat. tiranni quoad titulum), ma anche per un re che opera in modo ingiusto o contrario alla fede cristiana (lat. tiranni quoad exercitium).

Mariana arrivava a sostenere che, se prima c’è stato una condanna pubblica=condivisa del tiranno e se si agisce come extrema ratio, anche un privato (lat. privata auctoritate) può lecitamente uccidere un re-tiranno.

Assurdo? “Le opere di Mariana e di Suarez furono subito bruciate sulle piazze francesi (…)

ma nel pensiero europeo hanno gettato i primi semi del liberalismo e sono da considerare i fondatori del diritto pubblico moderno“, sostiene tra gli altri ➤Michel Villey, La Formazione del Pensiero Giuridico Moderno, ed. orig. 1975, traduz. it. Jaca Book, 1986, p.302

😮🔎 14.250.800  Per gli inquietanti particolari dell’esecuzione di Ravaillac potete leggere: https://it.wikipedia.org/wiki/Fran%C3%A7ois_Ravaillac

😮🔎 14.250.900   “Il corpo del re Enrico 4′ Borbone, ucciso a 57 anni, fu seppellito nella basilica di Saint-Denis di Parigi, nelle tombe dove riposavano gli altri sovrani francesi.

Durante la Rivoluzione francese la sua tomba come altre fu oltraggiata: nel 1793 il sepolcro fu aperto e saccheggiato, il suo corpo gettato in una fossa comune.

Fu allora che il cranio fu tagliato dal resto della salma, poi venduto all’asta più volte e conservato fino ad oggi in collezioni private (è stata riscoperta nel 2008)”.  ➤La Stampa Online

Luigi, il figlio del re Enrico 4′ Borbone, viene subito incoronato re ma ha solo 8 anni e sua moglie Maria Medici diventa così la “reggente” del trono di Francia (1610-1617):

allora Maria si allea con la cattolica Spagna, favorisce i cattolici e interrompe così la consueta politica anti-imperiale e antiasburgica della Francia.

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😮🔎 14.300   L’inizio del duo  Luigi 13′-Richelieu

Nel 1614 Luigi (cioè il giovane re di Francia Luigi 13’ di Borbone) ha ormai 15 anni: dichiara al Parlamento di essere maggiorenne, lotta per togliere il potere a sua madre Maria Medici e dal 1617 concentra nella sua persona tutto il potere.

Accetta però da subito, su proposta dalla madre, la collaborazione al governo del trentenne Richelieu (pronuncia “risceliò”, +1642), che poi nel 1624 entrerà nel Consiglio del re e diventerà

il potente uomo di Stato che faceva tremare con la sua politica la Francia e l’Europa intera” ➤Alexandre Dumas, I Tre Moschettieri, 1844, 6’ capitolo

😮🔎 14.300.150  Armand de Richelieu (+1642) era uno dei figli del capo della polizia di corte.

I Richelieu sono una famiglia francese nobile ma povera e con sei figli: Armand (1585-) viene avviato alla carriera militare, mentre il primogenito, il fratello Alphonse (1582-), intraprende gli studi per la carriera ecclesiastica.

Nel 1590 però il loro padre muore.

Poiché il re francese Enrico 3’ qualche anno prima aveva donato ai Richelieu il piccolo vescovado di Luçon (pronuncia “lusòn”) come ricompensa per i servizi del padre durante le “guerre di religione”, ora la gestione del piccolo “beneficio” del vescovado dovrebbe passare al più grande, cioè ad Alphonse, ma nel 1605 lui abbandona non solo l’idea di “fare carriera”, ma anche ogni diritto e privilegio di famiglia e si ritira nella Grande Chartreuse, il monastero principale dei Certosini, i “monaci eremiti che vivono insieme” (potremmo fare una battuta: anche agli “ecclesiastici” a volte capita di… convertirsi a una vera vita religiosa!)

La famiglia Richelieu non vuole perdere le rendite economiche del vescovado di Luçon e così il ventenne Armand sarà costretto a passare di colpo dalla carriere militare a quella ecclesiastica per tenere il vescovado “in famiglia”.

Da quel momento in poi, comunque, la sua carriera sarà in continua ascesa…

😮🔎 14.300.250  Richelieu attua una politica quasi opposta dentro e fuori dal territorio francese:

1) all’interno della Francia rafforza l’autorità assoluta del re

ostacolando i nobili (farà abbattere ben 2000 castelli e farà condannare molti di loro a morte!)

e combattendo i protestanti calvinisti francesi (chiamati Ugonotti) che stavano diventando, all’interno della Francia, un mondo autonomo rispetto al re, mentre

2) all’estero proseguirà la consueta politica anti-imperiale e antiasburgica (quindi all’estero politica… anticattolica!) senza esitare ad allearsi con i protestanti “esteri”

Il punto comune della sua politica era: rendere forte la Francia, costi quel che costi.

🌙😮 14.300.400  In sintesi… “Armand Jean du Plessis, duca di Richelieu, cattolico, credente, sacerdote, vescovo, cardinale e autore di opere ascetiche, aveva in fondi un solo scopo (in corsivo nell’originale):

la Francia totalmente centralizzata nella monarchia.

Raggiunse il suo scopo piegando i baroni di tendenze decentralizzanti e annientando radicalmente la potenza politica degli Ugonotti”. ➤Joseph Lortz

😮🔎 14.300.500  Ad esempio nel 1631 durante guerra dei Trent’anni (1618-48), Richelieu si allea con il “Leone del Nord”, re Gustavo Adolfo Vasa di Svezia, “campione” del partito protestante, e lo finanzia generosamente (400mila talleri) per farlo intervenire in Germania contro l’Impero: il Leone vincerà molte battaglie, arrivando a occupare la Baviera… e morirà combattendo in Sassonia contro l’impero nella battaglia di Lützen (+1632)

il Parlamento svedese darà a lui solo nella storia dei re svedesi il titolo di “Grande”

😮🔎 14.300.600  Anna e Giulio… (1643-1661)

Quando muore Richelieu (+1642), diventa primo ministro il suo nuovo segretario personale, che lui stesso aveva indicato come suo successore:

il cardinale (ma non sacerdote ➤Luigi Simeoni) di origine genovese-palermitana Giulio Mazzarino, che aveva studiato a Roma dai gesuiti.

Nel 1643 muore anche re Luigi 13’, suo figlio ha solo 5 anni

e Mazzarino sarà quindi il “reggente” per quasi vent’anni (1643- +1661), assieme alla regina Anna Asburgo (+1666), moglie del re defunto Luigi 13′ Borbone

Insieme, Giulio e Anna affronteranno vittoriosamente un’ampia e pericolosa rivolta dei nobili francesi (Fronda dei nobili, ma anche di una parte del parlamento: 1648-53, con una ➤”perdita complessiva di un milione di cittadini francesi” Ian Mortimer) contro l’eccessivo potere del re e contro le sue scelte politiche.

Il cattolico Mazzarino non esita, come Richelieu, ad allearsi all’estero con i nemici del cattolicesimo

ad esempio, durante la Guerra dei Trent’anni, si allea con i protestanti puritani inglesi di Oliver Cromwell (educato nella cultura calvinista) che combattevano contro l’odiata Spagna 

Questo italiano e questa spagnola (Anna nasce in Spagna: suo padre è il re spagnolo Filippo 3’ Asburgo) hanno “salvato” la monarchia francese e il prestigio della Francia (➤Jean-Claude Barreau, ➤Luigi Simeoni).

Certo, Mazzarino ha spesso confuso i soldi dello Stato con i suoi personali (ma a quel tempo e in quel ruolo questo non era per niente un’eccezione),

ma in Europa la Francia è diventata sempre più potente proprio grazie a loro.

😮🔎 14.300.600  Se poi le ipotesi di storici come Giuseppe Ferreri fossero corrette, il re Sole Luigi 14’ potrebbe essere addirittura… loro figlio!

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😮🔎 14.300.800  Le Roi-Soleil  Louis 14′:  il Re Sole (+1715)

chiamato così probabilmente “per lo splendore del suo regno e perché tutto doveva ruotare intorno a lui” ➤Roberto Calandrino

Il regno durato de facto 54 anni (e de iure 72!) del 64′ re di Francia Luigi 14′ Borbone ha davvero “segnato” la sua epoca:

spesso la seconda metà del ‘600 viene chiamata “l’età del re Sole” e lo studioso illuminista francese Voltaire (+1778) ha usato forse per primo l’espressione siècle de Louis 14′:

il Re Sole regnerà di fatto dal 1661 (+ Mazzarino e anno in cui Colbert inizia a lavorare per il re come Intendente delle Finanze) al 1715

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La sua politica può essere riassunta in tre punti:

1) forte accentramento monarchico (Stato Assoluto)

2) ostilità alla Spagna e all’impero (usuale, ma ancora più aggressiva): “Richelieu (…) Luigi 14′ (…) Napoleone (…) seguono tutti la politica di mantenere la Germania debole e disunita” ➤Franco Cardini – Giovanni Cherubini

3) creazione di una flotta francese e di una fitta rete di diplomatici francese in tutto il mondo

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😮🔎 14.300.900  In quegli anni la Francia fonda colonie

in America del Nord (Acadia, Nuova Francia, Louisiana nome in onore del re Sole Louis 14′, che sembrano quasi una striscia che circonda a ovest i primi tentativi di colonie inglesi),

in Africa (Senegal),

e nei Caraibi (la parte est dell’isola di Hispaniola, con la colonia di Saint-Domingue in cui verso il 1700 operavano già 50 zuccherifici, e altri porti nelle isole vicine)…

🌙😮 14.350 Con il Re Sole Luigi 14′(…) non avviene un semplice ritorno al governo personale come con il re Enrico 4′ (+1610):

vi è qualcosa di più, cioè

la creazione di una complessa struttura gerarchica, di cui tutti gli organi non solo ricevono dal re l’impulso, ma lavorano sotto i suoi occhi e sotto il suo controllo.

In tal senso Luigi 14′ proseguiva e perfezionava la tradizione dell’assolutismo monarchico.

Egli d’altronde non aveva bisogno di far appello a una dottrina politica: vinta la Fronda, ormai la regalità sentiva intorno a sé il tacito consenso dell’opinione pubblica che la sorreggeva e stimolava a una totalitaria affermazione.

L’opera di Luigi 14′. doveva soddisfare quest’esigenza ed essere animata da un solo proposito, l’unità politica e morale del regno, perseguito sino in fondo, con una consapevolezza quasi religiosa della missione sovrana. (…)

Il 9 marzo 1661 il re annunciava alla corte che ormai nulla si farebbe nello stato senza suo ordine.

Tutto il potere si doveva raccogliere nelle sue mani, e i ministri non dovevano essere che fedeli collaboratori del sovrano.

Il quale fissò i limiti delle loro attribuzioni, e cominciò col ripristinare l’antico Conseil d’État, o Conseil d’en haut, ma ridotto a tre membri e con esclusione dei familiari, dei principi del sangue e degli ecclesiastici (…)

i ministri vennero scelti con assoluta prevalenza tra i borghesi (…)

Rimasero i parlamenti, ma svuotati d’ogni loro valore e funzione, sottomessi agli intendenti;

e gli Stati Generali (francese: États-Généraux, cioè ‘l’antico parlamento feudale francese … una delle più importanti istituzioni della storia moderna prima della Rivoluzione Francese di fine Settecento … che controllavano e limitavano nella sua volontà e nei suoi atti la monarchia ➤Georges Bourgin) non vennero più convocati, lasciando che ne svanisse anche il ricordo

In politica religiosa (…), coerente ai principi generali del suo governo, Luigi 14′ aveva mirato a tre scopi ben definiti:

1) unità di culto

2)  😎😕 parziale (anche di più!) autonomia della chiesa francese dal papato

3) assoluta dipendenza del clero dal re

in sintesi abbiamo quella che viene chiamata chiesa gallicana“. ➤Carlo Morandi, 1934

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😮🔎 14.350.100  La Francia del Re Sole Luigi 14′ è “monarcocentrica e monarcolatrica (dal gr. latreia=culto)” ➤Franco Cardini – Giovanni Cherubini

Con lui nasce il modello e il mito dello Stato Assolutistico e Centralizzato.

Questo stato assoluto si fonda anche su un preciso e complesso rituale di corte, su un’arte di corte, una musica di corte, una poesia di corte…

ma soprattutto sullagloria militare, funzionale (…) a un tipo di politica e di economia che finisce per reggersi soltanto con l’esercito (immenso: fino a 400mila uomini, afferma ➤Jean-Claude Barreau), le guerre di conquista, le folgoranti vittorie”.

Infatti “la Francia del Re Sole fu un paese volto con tutte le sue energie alla guerra di conquista”. ➤Franco Cardini – Giovanni Cherubini

Insomma un quarantennio di lotte diplomatiche e di guerre che assorbirono danaro, uomini ed energie” ➤Carlo Morandi, 1934

🌙😮 14.350.200  “Isolamento” della Spagna, invasione delle Fiandre (1667), “isolamento” dell’Olanda, ecc.:

per il Re Sole la pace si risolveva effettivamente in una preparazione politica, economica, militare, della guerra.

Ciò si vide anche meglio con l’intenso lavorio rivolto a sistemare la zona alsaziana-lorenese (l’antica Lotaringia degli inizi del Medioevo…): furono richiamati antichi diritti non bene definiti dai trattati di Westfalia (1648) (…)

La politica dei confini al Reno si avvia a rapida attuazione con la presa di possesso di Strasburgo (1681); poco dopo, col consenso del duca di Mantova, la Francia occupa Casale Monferrato.

Clausa Germanis Gallia (lat. la Gallia=Francia è chiusa ai Tedeschi), mentre la porta d’Italia s’apre ai Francesi.

E’ una tenaglia che mira a stringere l’Austria e che il Re Sole cerca di rendere più pericolosa sollecitando una nuova avanzata turca su Vienna (1683). Nello stesso tempo s’impadronisce del Lussemburgo (…)

La potenza del Re Sole ha raggiunto l’apogeo (=il massimo livello): nelle sue mani la Francia è divenuta una grande macchina in movimento, che avanza senza soste e minaccia di sommergere le potenze vicine e lontane.

Da questo momento la reazione europea s’intensifica sorretta e stimolata da un vasto moto d’opinione pubblica, che accusa la volontà egemonica del Re Sole di tendere a una nuova monarchia universale” ➤Carlo Morandi, 1934

Un suo nemico “speciale” è stato il protestante Guglielmo 3′ di Orange, prima capo delle Province Unite (che possiamo chiamare Olanda, il nome della provincia più ricca e popolata) e poi re di Inghilterra (1689-):

solo dopo molti scontri “la pace di Rijswijck (=Ryswyk, Olanda: una Pace imposta a forza dallo stesso Guglielmo), nel 1697, Guglielmo coronava i suoi tenaci sforzi contro la Francia, poiché la politica imperialistica di Luigi 14′ veniva nettamente fermata” ➤Adriano H. Luijdjens- Florence M. G. Higham, 1933 e la Francia dovrà così “rientrare” verso ovest, restituendo Pinerolo ai Savoia, il Lussemburgo alla Spagna e la Lorena al suo duca. Può tenere l’Alsazia, in cui però la presenza di feudi imperiali tedeschi rendeva la situazione molto instabile…

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😮🔎 14.350.300 “La Fine del Re”

Questa “gloria” sarà anche la rovina della Francia: una politica così aggressiva (e costosa!) aveva infatti creato “un’Europa piena di nemici” della Francia (Inghilterra, Olanda, i tradizionali Asburgo, Spagna, Danimarca, i principi elettori di Colonia e del Brandeburgo, ecc.), mentre Inghilterra e Austria negli ultimi anni del regno del Re Sole stavano rafforzando il loro potere e stavano creando le condizioni per un maggiore equilibrio di poteri…

La morte del re Sole (+1715, di malattia) lascia la Francia impoverita dalle continue spese, tasse e guerre e per di più nelle mani di un successore “incapace e irresponsabile” (➤Franco Cardini – Giovanni Cherubini: è suo pronipote Luigi 15′, l’unico erede vivente rimasto):

Luigi 15′ Borbone (+1774 a causa del vaiolo), famoso per i suoi troppi ministri e amanti di volta in volta al potere…

Suo nipote sarà il successivo re, Luigi 16′ Borbone, ghigliottinato durante la Rivoluzione Francese nel +1793

ecco i fattori che porteranno settant’anni dopo alla Rivoluzione Francese. ➤Franco Cardini – Giovanni Cherubini

😮🔎 14.350.400  Certo, la fama del Re Sole fu immensa in tutta Europa:

alla sua morte (+1715), Federico Guglielmo 1′ di Hohenzollern, l’ex principe elettore del Brandeburgo diventato re di Prussia (1701), apre il suo Consiglio dei ministri a Berlino dicendo soltanto, in francese: “Le roi est mort“. In un’Europa di re, tutti hanno comunque capito di chi si trattava…

Tra le presunte ultime parole del Re Sole, pronunciate nel discorso che fece al suo unico erede vivente, il pronipote di 5 anni (che sarà re Luigi 15’) sembra ci sia stato anche il consiglio di aiutare la povera gente… “ce que j’ai le regret de ne pas avoir fait (…) J’ai trop aimé la guerre (…) c’est la ruine des peuples (…) Je m’en vais mais l’État (=lo Stato) demeurera toujours (…) (trad. parziale… ho amato troppo la guerra … io me ne vado, ma lo Stato resterà sempre…)

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😮🔎 14.350.500   Una nuova nobiltà… più funzionale allo Stato

Il Re Sole Luigi 14′ aveva offerto alla vecchia noblesse d’epée (=nobiltà di spada, l’antica nobiltà di origine feudale, militare, terriera…) una vita di corte ricca di lusso e di svago… ma sotto il suo stretto controllo, quasi “costretta” a soggiornare nella nuova bellissima residenza di Versailles inaugurata nel 1682 (la cui costruzione è stata dunque “un atto altamente politico” ➤Jean-Claude Barreau)

mentre intanto il re creava una nuova noblesse de robe (=nobiltà di toga = il vestito dei laureati in Legge) concedendo titoli nobiliari ai nuovi funzionari dell’Amministrazione e della Giustizia: sempre più affidava gli incarichi amministrativi e giudiziari a questi nuovi nobili anche perché, essendo diventati nobili grazie al favore del re, gli erano molto fedeli e leali…

😮🔎 14.350.600  Come si accede alla nuova nobiltà “borghese”?

1) attraverso l’acquisto di terreni legati a un titolo nobiliare

2) entrando nella “macchina burocratico-amministrativa dello Stato” (➤Nicolangelo D’Acunto), spesso attraverso l’acquisto di una carica/incarico

3) con un matrimonio “giusto”

4) compiacendo il sovrano, che può “nobilitare” chi vuole…

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😮🔎 14.350.700  Colbert (+1683), “IL” ministro del re Sole Luigi 14′

Dopo la morte del cardinale Mazzarino (+1861), il re Sole Luigi 14′ non aveva più nominato un Primo Ministro,

ma sarà il nuovo ministro delle finanze, Jean Baptiste Colbert (+1683, proveniva da una famiglia di mercanti) a prendere progressivamente in mano il potere

e proprio Colbert sarà il creatore del Modello Francese di Stato Moderno.

A partire dal controllo delle finanze, Colbert “un poco alla volta, accumulò nelle sue mani quasi tutte le cariche di governo, a parte gli esteri e la guerra” ➤Wikipedia italiana, Colbert, nov16

In 22 anni (1661 – +1683) Colbert costruirà il sistema politico-economico necessario per lo “stato continuo di guerra” della Francia:

un sistema statale mercantilistico, che dirige tutto e interviene costantemente nell’economia.

😮🔎 14.350.800  Ad esempio: i francesi comprano prodotti che provengono dall’estero?

Allora Colbert “fa intervenire lo Stato per creare imprese produttive che soddisfino con prodotti nazionali (=francesi) il mercato francese in quei settori in cui era solito acquistare prodotti esteri o comprarli direttamente all’estero” ➤Alfonso Prandi

🌙😮 14.350.950  “Con Colbert, il governo francese entra sempre di più (become deeply involved) nell’economia con lo scopo di aumentare le esportazioni.

Vengono attuate politiche protezionistiche che limitano le importazioni e favoriscono le esportazioni.

Le industrie vengono riorganizzate in corporazioni e monopoli (guilds and monopolies), e la loro produzione viene regolata dallo Stato attraverso una serie di più di mille direttive che danno istruzioni (outlining) su come i diversi prodotti devono essere prodotti.

(…) vengono chiamati dall’estero molti capaci artigiani stranieri 

viene favorita infatti l’immigrazione di tecnici stranieri: ne arrivano dalle Fiandre, dalla Germania, ecc. (➤Alfonso Prandi)

Colbert ha anche lavorato per ridurre le barriere interne al commercio, diminuendo tutte le tariffe di beni e servizi (internal tariffs) interne al territorio francese e costruendo una vasta rete (network) di strade e canali.

Le politiche di Colbert hanno avuto un certo successo (quite successfull) e i risultati della produzione industriale e dell’economia francese sono cresciuti notevolmente in questo periodo e la Francia è diventata la potenza europea dominante.

Non hanno avuto però lo stesso successo nella trasformazione della Francia in una grande potenza commerciale (major trading power): la Gran Bretagna e i Paesi Bassi sono rimasti i leader del commercio”. ➤Wikipedia inglese, Mercantilism, nov16, che cita più volte ➤Ernest Neville Williams, The Ancién Regime in Europe: government and society in the major states 1648–1789, (ed. orig. 1970), 1999

😮🔎 14.400  Chi non lavora e chi non rientra negli standard della Francia colbertiana… dovrà essere “rieducato”:

vagabondi e mendicanti furono raccolti in ospizi ad imparare un mestiere e anche i conventi, in particolare quelli femminili, furono obbligati a lavorare per le industrie tessili” ➤Alfonso Prandi

😮🔎 14.400.100  Nel 1685, cioè due anni dopo la morte di Colbert, viene pubblicato il Codice Nero (in francese: Code Noir) preparato dallo stesso Colbert e terminato da suo figlio.

Nel Codice Nero di Colbert:

1) viene confermata la schiavitù nera nelle colonie francesi dell’America

2) la novità è che ora la Francia controlla più direttamente tutto il sistema delle colonie

3) e cerca di inserirle nella prospettiva mercantilistica (=lavorare-produrre-comprare-vendere per favorire la Francia e non fare nulla che possa favorire gli altri stati, cercando anzi di ostacolarli commercialmente)

Quindi l’unica sostanziale novità del Codice è il suo centralismo statalista, il resto è semplicemente la situazione di fatto nelle colonie… che viene accettata, chiarita e regolamentata per legge.

😮🔎 14.400.200  Questa legge reale regolamenta gli usi in vigore nelle colonie francesi di Martinica, Guadalupa, poi nella parte francese di Santo Domingo e nella Guyana francese…

In particolare decreta l’espulsione degli ebrei dalle colonie francesi (art. 1)

obbliga alla religione cattolica gli schiavi neri usati nelle colonie e vieta di imporre loro la religione protestante (art. 2-3)

conferma che lo schiavo non ha diritti, è una proprietà del padrone, che si trasmette per eredità come gli altri suoi beni (art. 28 e 44),

il padrone può obbligarlo a lavorare gratis, può punirlo se non ubbidisce agli ordini, può prestarlo, venderlo, ecc. (art. 40 e 42).

Certo, ci sono articoli che difendono lo schiavo da punizioni eccessive, ecc., ma la sostanza resta la stessa.

🌙😮 14.400.300  “Slavery (=la schiavitù) was abolished in France on February 4, 1794. The decree stated: ‘The Convention declares the slavery of the blacks abolished in all the colonies; consequently all men irrespective of color living in the colonies are French citizens and shall enjoy all the rights provided by the Constitution’.

Unfortunately, none of the implementing measures were taken, and slavery was reinstated by a decree of July 16, 1802, while Napoleon Bonaparte was First Consul.  It was definitively abolished by a decree of April 27, 1848, on the initiative of Victor Schoelcher (che comunque era un repubblicano massone che appoggiava il sistema coloniale)” ➤Nicole Atwill

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🌟  14.400.450  Il Seicento e le nuove societas postmedievali: le Compagnie

Il nuovo “strumento” politico-commerciale dei nuovi stati europei per collegare e dominare il mondo è un tipo di società che viene chiamato Compagnia

inglese: Company, francese e olandese: Compagnie, ecc.

“Per molti versi, il Seicento secolo si caratterizzò per l’esplosione delle ‘attività commerciali’ in tutto il mondo.

Molti Stati europei, a grande tradizione marinara, assegnarono il monopolio di questi nuovi flussi mercantili a delle Società di Navigazione che divennero famose per il ‘brand’:    ‘Compagnia delle Indie Orientali / Occidentali’. Carlo Gatti, 2015 (che approfondisce in particolare la VOC, cioè la Compagnia Olandese…)

😮🔎 14.400.550   Indie? Vengono chiamate così

le Indie Orientali = i territori a est del Capo di Buona Speranza (Africa orientale e Asia), in particolare il Sud-Est Asiatico

le Indie Occidentali = l’Africa occidentale e il Nuovo Mondo, cioè l’America, in particolare i Caraibi e il NordAmerica…

(➤Sergio Parmentola)

😮🔎 14.400.650  Le nuove Compagnie Commerciali degli Stati Assoluti: una risposta e una sfida “laica” ai gesuiti, cioè alla potente e contrastata… Compagnia di Gesù (=lat. societas iesu) nata nel Cinquecento e ora diffusa in tutto il mondo? Il Seicento: il secolo delle Compagnie…

🌙😮14.400.750  “Agli inizi del Seicento, con l’indebolimento di Spagna e Portogallo, si aprirono ampi spazi commerciali sulle nuove rotte tracciate da Capitani astuti e coraggiosi degli armamenti del Nord Europa.

Nacquero, in questo stallo geopolitico, le Compagnie delle Indie in Olanda, Inghilterra e Francia le quali, con l’appoggio dei rispettivi governi, riversarono cospicui investimenti verso potenti flotte navali per la conquista dei mercati delle spezie in Asia.

Le Compagnie divennero sempre più motivate verso un unico obiettivo: accaparrarsi nuovi territori e basi commerciali (in realtà il passaggio from trade to territory avviene lungo il Settecento, con la Compagnia inglese che costruisce l’impero in India).

😮🔎 14.400.850  Bombay era in mani portoghesi dal 1534 (sono loro a chiamarla così, dal portoghese Bom Bahia =buona baia) . Quando Caterina di Braganza (figlia del re portoghese) sposa il re inglese Carlo 2 Stuart’, Bombay diventa inglese (1661-) e pochi anni dopo il re affida la colonia alla Compagnia delle Indie (1668-)

Oggi Mumbay (l’antico nome di Bombay è ritornato) ha quasi 20 milioni di abitanti…

La concorrenza fu spietata e non mancarono le guerre.

Le Compagnie diventarono quindi le principali protagoniste della colonizzazione del mondo e della costruzione di un unico mercato ‘globale’ sotto l’egemonia europea.

Questa globalizzazione del commercio gestita dalle potenze europee sarà unita anche, per gradi e solo quando opportuno, alla globalizzazione del modello culturale europeo.

Nel Settecento esse rifornirono l’Europa di spezie (pepe, noce moscata, chiodi di garofano, cannella ecc..) e tessuti orientali, ai quali si aggiunsero, nel secolo successivo, tè, caffè e zucchero.

😮🔎 14.400.950  Dall’estero arrivano molti nuovi prodotti che in Europa avranno molto successo:

1) dall’America, i primi tacchini e i pomodori

2) dal Messico azteco, conquistato dallo spagnolo Hernan Cortez nel 1521, il cacao e il mais.

3) e il caffè? In Italia arriva tramite…i turchi musulmani!

In Europa, in seguito a una visita dell’ambasciatore dei Turchi Ottomani presso il re Sole Luigi 14′ (1669), “si diffuse una sorta di mania verso tutto ciò che arrivava dalla Turchia (…) caffè, racconti, turbanti, giacere su tappeti o cuscini. (…)

Era obbligatorio abbracciare ogni nuova moda” ➤Alberto Tenenti, L’Età Moderna, Il Mulino, 1980, nuova ediz. 1997, p.242

Poiché in Asia i prodotti europei non erano richiesti, le Compagnie dovevano pagare in oro le merci asiatiche. Talvolta, però, per evitarlo, organizzarono commerci interasiatici, scambiando, per esempio, tessuti indiani o pepe e spezie indonesiane con tè e porcellane cinesi.

I privilegi delle Compagnie scontentavano in Europa sia i mercanti che non ne godevano sia gli artigiani in difficoltà, per la concorrenza dei prodotti coloniali (soprattutto tessili) importati dalle Compagnie. (…) ➤Carlo Gatti

🌙😮 14.500  Le Carte (inglese chart, =autorizzazioni) emanate dai Governi Reali concedevano alle Compagne privilegi

1) commerciali (il monopolio dei commerci con le colonie),

2) fiscali (esenzioni dal pagamento di tasse e dazi) e spesso anche

3) politici (autorizzazione a conquistare e amministrare colonie, firmare trattati, costruire fortezze, reclutare truppe, esercitare la giustizia (➤Sergio Parmentola)

(…) In seguito ai crescenti contrasti con la Compagnia Olandese delle Indie Orientali, culminati nel 1623 con il massacro dei mercanti inglesi ad Amboina (isole Molucche), Olanda e Inghilterra raggiunsero una sorta di accordo

che dava all’Olanda una posizione dominante sull’isola di Giava e sulle altre isole dell’arcipelago indonesiano e agli inglesi il controllo dei commerci con l’India (esclusa Ceylon), mentre entrambe le Compagnie restarono libere nei propri movimenti in estremo Oriente”

Carlo Gatti, 2015 (che approfondisce in particolare la VOC, cioè la Compagnia Olandese…)

😮🔎 14.500.100  La Francia e le nuove compagnie commerciali

Anche la Francia va in questa direzione:

prima prova con la Compagnia francese delle Indie Occidentali creata da Colbert nel 1664 per competere con le analoghe compagnie inglesi e olandesi in Africa e in America

in America la Francia sta fondando una serie di colonie commerciali che vanno dal Canada (“Nuova Francia”)  attraverso i Grandi Laghi fino all’immensa Louisiana (nome dato in onore del re Sole Luigi 14′) che arriva a Nouvelle-Orléans (oggi New Orleans), fondata verso il 1718 (MAP-14.400):

La compagnia più famosa nella storia sarà la

British East India Company (o Honourable East India Company) “autorizzata” dalla regina Elisabetta già nel 31 dicembre del 1600 e attiva fino al 1874

la Honourable Company, cioè la Compagnia delle Indie inglese, nasce 800 anni dopo l’incoronazione imperiale di Carlo Magno del Natale dell’anno… 800!  ed è una delle ultime iniziative di Elisabetta, che morirà 2 anni e mezzo dopo… quasi che, attraverso di essa, volesse incidere anche sui prossimi due secoli: e sarà proprio così.

Per l’Olanda era attiva la Compagnia Olandese delle Indie Occidentali (1621-1792) che guidava la colonizzazione olandese, una colonizzazione soft,alla portoghese” (=non territoriale, solo dominio di centri strategici per i traffici commerciali)

ma dieci anni dopo la Compagnia francese delle Indie Occidentali fallisce (e quindi viene chiusa, 1674) anche in seguito ai conflitti con l’Olanda e perché puntava troppo sul tabacco (che in effetti sembrava super-redditizio: nel 1628 i coloni inglesi americani della Virginia ne avevano spedito in Inghilterra più di 250 tonnellate! ➤Ian Mortimer) e non promuoveva adeguatamente lo sviluppo della filiera dello zucchero che a metà Settecento sarà la prima merce del commercio mondiale (➤Giorgio Pietrostefani)

Nella sola Inghilterra verranno attivati 120 zuccherifici (➤Giorgio Pietrostefani): “nel 1700, il valore dello zucchero importato in Inghilterra superò quello del tabacco (di quasi il doppio)” ➤sito sweetsugarworld

Negli stessi anni Colbert la sostituiva quindi con la Compagnia del Senegal (istituita direttamente dal Re Sole Luigi 14′) che apre un punto di smercio degli schiavi sull’isola di Gorea

Gorée, quasi attaccata a Dakar, di fronte alle isole di Capo Verde

ma neppure così, (e neppure aggiungendo l’incoraggiamento dello stesso Colbert perché venga potenziato questo commercio), la nuova Compagnia del Senegal riesce a soddisfare adeguatamente la grande domanda di schiavi delle colonie francesi di Santo Domingo, Martinica e Guadalupa (=isole dei Caraibi o Antille):

😮🔎 14.500.200  Ad esempio: in Francia il porto principale per il commercio di schiavi è  La Rochelle, sull’Atlantico

ex città mercantile medievale con una forte presenza di monaci-cavalieri (Templari, Ospedalieri-di Malta, ecc.), dalla metà del Cinquecento “roccaforte” degli ugonotti e tendenzialmente alleata agli inglesi soprattutto quando ci sono contrasti con il re francese (due assedi da parte dei sovrani francesi: nel 1573 e poi nel 1628, quando verrà assediata lungamente e “riconquistata” nel 1628 per ordine di Richelieu che stava contrastando i centri di potere ugonotti)…

😮🔎 14.500.300  La Rochelle e il papà di Eleonora di Aquitania.

La famosa Eleonora di Aquitania, che prima è stata regina di Francia in quanto sposa (1137) del re “dei Franchi” Luigi 7′ della dinastia dei Carolingi-Capetingi

i Capetingi in linea materna sono legati ai discendenti di Carlo Magno: governeranno la Francia dal 987 al 1792

in linea diretta fino al 1328 e poi con le linee cadette dei Valois fino al 1589 e per ultimo dei Borboni

e poi è stata regina d’Inghilterra in quanto sposa di Enrico 2′ Plantageneto (1152), era la figlia del duca di Aquitania Guglielmo 10′, che nel 1130 era diventato anche signore di La Rochelle e aveva dato alla città una prima cinta di mura e il privilegio (=chart) di essere un “porto libero”

Il porto di La Rochelle arriva al massimo a spedire in Africa 2 navi all’anno, mentre l’inglese Royal African Company

Royal”: fondata infatti nel 1660 dal potente duca di York, titolo che dal 1400 viene dato di solito al secondo figlio maschio dei re inglesi

arrivava a 25-30 navi di schiavi all’anno: così verso la fine del Seicento le colonie francesi si trovano nel bisogno di comprare schiavi anche dai commercianti inglesi e olandesi ➤Giorgio Pietrostefani, La Tratta Atlantica, 2000, p.55.

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🌟  14.500.400  Il secolo dei “confessori”

La Chiesa Cattolica di Roma non è più, come un tempo, un’autorità politica di primo piano

e la sua azione diventa sempre più

1) difensiva (contro eresie e cultura protestante, soprattutto con i frati domenicani)

2) missionaria (nelle Americhe, in Africa e in Asia, soprattutto con i gesuiti)

3) di “consiglio” (solo spirituale?) ai potenti: il Seicento è infatti anche il secolo dei “confessori” di re e regine…

Lo storico Giovanni Romeo, ad esempio, dedica 36 pagine al tema (per la sola Italia) con il suo contributi intitolato: “Confessione dei peccati e confessori nell’Italia della Controriforma: cosa dire del Seicento?” (2010)

Si saldano così

l’enfasi sul sacramento della confessione (promossa del Concilio di Trento -1563 e della Controriforma) e l’insistenza dei gesuiti sull’utilità della confessione “frequente”

con… il tentativo della chiesa di “rimanere in gioco” su un piano più spirituale-pastorale, più di “direzione delle coscienze”, puntando molto all’assistenza privata e spirituale dei potenti del tempo…

ne è un esempio la cosiddetta “eminenza grigia” (=il cardinale in saio grigio? i francescani avevano un saio grigio, che sarà marrone solo dopo la metà dell’Ottocento), cioè il famoso francescano cappuccino Père Joseph (François Leclerc du Tremblay +1638), confessore e confidente, ma in realtà anche collaboratore politico-diplomatico del cardinale Richelieu…

🌙😮 14.500.550  “Era risaputo che padre Joseph fosse la seconda anima del cardinale, tanto che al vederlo apparire i servitori vicini al ministri si ritraevano immediatamente e che la presenza dell’Eminenza Grigia nello studio di Richelieu sembrava avere il privilegio di fare il vuoto intorno a sé” ➤Alexandre Dumas, La Sfinge Rossa (questo titolo, che allude a Richelieu, gli è stato dato nel Novecento, mentre il romanzo originale è uscito a puntate su una rivista tra il 1865 e il 1866)

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😮🔎 14.500.650  Il secolo della dissimulazione…

Il potere assoluto degli Stati incentiva un’attitudine servile o comunque dissimulatrice: nel 1641 lo scrittore e filosofo Torquato Accetto pubblicherà nella Napoli spagnola il libro 📚📖 Della Dissimulazione Onesta, che riflette su una forma di prudenza retta, onesta (diversa dalla simulazione e da ogni forma di menzogna) e necessaria per vivere senza pericolosi disagi…

🌙😮 14.500.750  Scrive in proposito lo storico calabrese Rosario Villari (nato nel 1925): “Il suo punto di riferimento è, a mio avviso, la ricerca di un modo efficace di opposizione e di resistenza alla tirannide“. Probabilmente Accetto aveva in mente”episodi in cui alla protesta popolare spontanea e incauta (rivolta cittadina del 1585, movimento calabrese di Campanella, protesta del 1622) aveva fatto seguito l’estremo rigore e il facile successo della repressione.

Da qui, insieme alla constatazione della insostenibile situazione del regno e della eccessiva pressione della monarchia (che nel 1646 era un giudizio largamente diffuso), veniva con la sua opera il suggerimento della dissimulazione: l’invito, cioè, al dominio della ragione sull’impulso, alla ricerca del momento opportuno, alla considerazione del passato, alla conoscenza delle altre esperienze e situazioni europee, al calcolo dei rapporti di forza e così via.

Dall’altra parte stava la dimensione totale della tirannide”. ➤Rosario Villari

Ci si può così rendere conto che “il Seicento fu anche il grande secolo della dissimulazione” ➤Rosario Villari

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🌟   14.500.850  Il nesso ricchezza-potenza: mercantilismo (di Stato)

🌙😮 “L’autosufficienza si trasforma in ossessione (…) nasce così il mercantilismo…” ➤Jacques Attali

Tra il 1550 e il 1750, con lo sviluppo dei commerci, si diffondono in Europa dibattiti e confronti su come aumentare la ricchezza del proprio Stato.

L’opinione dominante presso le corti dei sovrani è che

le prince, dont la puissance repose sur l’or et sa collecte (=raccolta, come l’ing. fund raising) par l’impôt , doit s’appuyer sur la classe des marchands et favoriser l’essor (=sviluppo) industriel et commercial de la Nation afin qu’un excédent commercial permette l’entrée des métaux précieux”  ➤Wikipedia francese, Mercantilisme, lu17, “articolo di qualità“, che cita Claude-Danièle Echaudemaison, Dictionnaires d’Économie et des Sciences Sociales, Nathan, 1993.

La concezione che allora prevale verrà poi chiamata mercantilismo

essa “promoted governmental regulation of a nation’s economy for the purpose (=scopo) of augmenting state power at the expense of (=alle spese di, a scapito di) rival national powers” ➤Wikipedia inglese, Mercantilism, lu17

In sintesi:

se si parte dall’idea che la ricchezza di uno stato si basa su quanto oro e argento possiede e che la ricchezza complessiva mondiale è un valore fisso e non aumentabile,

come fa uno Stato ad arricchirsi?

Incassando più oro e argento possibile.

E come si fa?

1) si dovranno favorire al massimo le esportazioni (tranne quelle di oro e argento!)

2) e si dovranno diminuire al massimo le importazioni (ad esempio con il protezionismo doganale)

(➤Franco Cardini – Giovanni Cherubini)

😮🔎 14.500.950  In economia tutto questo si chiama: “mantenere in attivo la bilancia commerciale” (ingl. balance of trade), oppure: “surplus commerciale”.

La bilancia commerciale può essere in attivo (surplus), quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni o, viceversa, in passivo (deficit), quando il valore delle importazioni supera quello delle esportazioni”. ➤Forexwiki

😮🔎 14.600  L’opera complessiva del ministro francese Colbert (+1683, Colbertismo) può essere considerata una forma esemplare di mercantilismo.

🌙😮 14.600.100  “…Colbert contribuì in maniera decisiva alla nascita di un nuovo tipo di amministrazione pubblica, basata su un corpo di funzionari selezionato ed in contatto con il potere centrale.

Si tratta di un modello che, nelle sue molteplici forme e con i suoi pregi e difetti, ha influenzato profondamente la storia della Francia e quella dei paesi che ricalcarono la sua organizzazione amministrativa.

Le industrie del lusso create in quegli anni sono le progenitrici di quell’industria della moda in cui la Francia ha avuto per lungo tempo una preminenza quasi assoluta ed in cui è, tuttora, una delle principali giocatrici a livello mondiale. (…)

Colbert, uomo d’apparato, ligio al dovere, dimesso (=modesto, sottomesso, semplice nel vestire…), al lavoro dalle cinque di mattina, incarnava, invece, il borghese di cui il re aveva bisogno per costruire il nuovo Stato che aveva in mente.

Un tipo umano, quello di Colbert, che nei tempi seguenti avrebbe incontrato sempre maggiori fortune” ➤Wikipedia italiana, Colbert, nov16

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😮🔎 14.600.200  La crisi dell’impero spagnolo

Lungo il Seicento, mentre la Francia si rafforza,  l’impero spagnolo entra definitivamente in crisi.

Le cause?

1) la mancanza di una borghesia imprenditoriale

e la presenza di una nobiltà che si arricchisce in varia misura ma considera indegno del suo status lavorare, investire, commerciale, “intraprendere”… e”nel Cinquecento e nel Seicento la brama (=desiderio) di essere hidalgo divenne, com’è stato detto, una malattia nazionale” ➤Nino Cortese, 1933

nobiltà spagnola: ricoshombres, più sotto gli hidalgos o fidalgos =hijo de algo cioè ‘figlio di qualcuno’ o hijo de algún linaje ‘cioè figlio di una stirpee più sotto ancora i caballeros

2) quindi, la forte dipendenza della Spagna da prodotti esteri, per cui la maggior parte della ricchezza spagnola finiva all’estero, per pagare ciò che gli spagnoli non avevano o non producevano…

3) le guerre europee contro i protestanti (Guerre di Religione)

4) la concorrenza navale (“di linea” e corsara) inglese e l’ostilità della potente Francia

5) la perdita del Portogallo (e come di consueto la ribellione iniziale viene favorita dalla Francia: Guerra di Restaurazione Portoghese: 1640-68)

6) ma anche la “perdita” economica (in particolare “agricola e artigianale” ➤Bruna Gherner) causata dall’espulsione dei moriscos (=i musulmani della 😮🔎Spagna, 1609)

7) Il “caso europeo della successione al trono spagnolo” che si apre nel 1700 quando il re spagnolo Carlo 2′ muore senza figli e che dopo anni di guerra tra le Grandi Potenze europee si chiuderà verso il 1720 con la conferma del passaggio del trono spagnolo a un Borbone, cioè alla stessa dinastia che governava in Francia…

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😮🔎 14.600.800  I Gesuiti e il mondo 3

Intanto i gesuiti continuano la loro opera di evangelizzazione e inculturazione in tutto il mondo, tentando con audacia sapienti sintesi tra valori locali e Cristianesimo…

🌙😮 14.600.900  …secondo la riflessione esplicitata in queste parole di papa Pio 12′ (1951):

Vi è un altro punto ancora che è Nostro vivo desiderio di presentare a tutti nella luce più chiara.

È stata norma sapientissima, costantemente seguita dalla chiesa, dalle origini ai nostri giorni, che l’evangelo (oggi è più usata la parola ‘Vangelo’) non dovesse distruggere né soffocare ciò che vi fosse di buono, di onesto e di bello nell’indole e nei costumi dei vari popoli che lo avevano abbracciato.

La chiesa nel condurre i popoli a una civiltà più elevata sotto l’influsso della religione cristiana, non si comporta come chi senza alcuna distinzione taglia, abbatte e distrugge una selva lussureggiante, ma piuttosto come chi innesta nuovi sani virgulti sui vecchi ceppi, affinché possano a loro tempo produrre e maturare frutti più squisiti e delicati.

La natura umana, sebbene viziata dalla tara ereditaria del triste peccato di Adamo, conserva ancora un fondo naturalmente cristiano (Tertulliano +verso il 230Apologeticum, 17) che, illuminato dalla luce divina e plasmato dalla grazia può essere elevato ad atti di virtù vera, e un giorno alla vita eterna.

Perciò la chiesa cattolica non disprezzò o rigettò completamente il pensiero pagano, ma piuttosto, dopo averlo purificato da ogni scoria di errore, lo completò e lo perfezionò con la sapienza cristiana.

Così pure accolse benevolmente il progresso nel campo delle scienze e delle arti, che in alcuni luoghi raggiunse altezze veramente sublimi, e lo perfezionò diligentemente innalzandolo a fastigi (=cime, sommità, alti livelli) di bellezza forse prima mai raggiunti.

E neppure soppresse del tutto i costumi e le antiche istituzioni dei popoli, ma in qualche maniera li consacrò; le stesse feste pagane, trasformate nel significato e nel rito, piegò a celebrare le memorie dei martiri e i divini misteri.

A questo riguardo molto egregiamente si esprime san Basilio (+379): ‘Come i tintori preparano prima con cura ciò che si deve tingere, e poi lo colorano di porpora o di qualche altra tinta, nella stessa maniera anche noi, se vogliamo conservare per sempre indelebile la gloria dell’onestà, prima iniziati allo studio di queste dottrine profane, apprenderemo poi i segreti delle scienze sacre: e abituati a contemplare il sole riflesso nell’acqua, alzeremo in tal maniera lo sguardo al sole raggiante. (…)

Certamente, com’è essenziale per l’albero produrre frutti a suo tempo, e tuttavia anche le foglie che si muovono intorno ai rami gli offrono un qualche ornamento; così anche per l’anima il frutto essenziale è la verità, ma non si deve disprezzare la veste della dottrina profana (=estranea all’ambito religioso) che rassomiglia a quelle foglie che danno al frutto ombra e aspetto piacevole.

Perciò si dice che anche il grande Mosè, celeberrimo sopra tutti per la sua sapienza, si esercitò in tutte le scienze degli egiziani, prima d’innalzarsi alla contemplazione di ‘Colui che è’. Così pure anche nei tempi posteriori si dice che il saggio Daniele fosse istruito in Babilonia nella sapienza dei Caldei e poi si dedicasse allo studio delle scienze sacre’ san Basilio, Ad adolescentes, 2)”

➤ papa Pio 12′ (della importante famiglia romana dei Pacelli, il primo papa nato nell’Italia unificata), Lettera Enciclica Evangelii Praecones (= gli araldi del Vangelo). Per un Rinnovato Impulso delle Missioni, 1951

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😮🔎 14.700  In questo secolo compaiono in Europa i primi testi che descrivono l’agopuntura cinese e sono testi di missionari gesuiti (inventano loro la parola “agopuntura”)

in Europa non viene ancora utilizzata: se ne scrive soltanto…:

“È padre Amiot, un gesuita del Seicento, a descrivere la prima volta gli aspetti complessi della Medicina cinese” (…)

“nel 1671, uno dei gesuiti della missione reale, Padre Harvieu, pubblicò a Grenoble il testo di un gesuita: ‘I segreti della medicina de cinesi, che consistono nella perfetta conoscenza degli impulsi, inviati dalla Cina da un uomo francese di grande merito’ (tradotto in italiano nel 1676 e in inglese nel 1707).

“Nel 1682 a Francoforte venne alla luce l’opera del missionario gesuita polacco Michel Boyn: ‘Campione Medicinale Sinicale, Sive Opuscula Medica ad Mentem Sinesium’, ecc. ➤siti omeophatos.it e sito sinomedica.ch

Ancora oggi “chi non conosce a fondo il pensiero cinese può davvero ‘gustare’ alcuni trattati classici sulla Medicina Tradizionale Cinese, grazie alla traduzione commentata di Padre Claude Larre, un gesuita recentemente scomparso fondatore dell’Istituto Ricci di studi sinologici (=sulla Cina), e della sua allieva Elisabeth Rochat de la Vallée” ➤Andrea Solinas, medico agopuntore

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😮🔎 14.700.150 Il cristianesimo felice delle missioni de’ padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai

(oggi si preferisce la Y finale: Paraguay): è il titolo di un libro (1743-1749) del sacerdote, storico e numismatico italiano Ludovico Antonio Muratori

A partire dai primi anni del Seicento, i gesuiti creano in Paraguay (sud America) le reducciones, cioè una trentina di originali e organizzatissimi villaggi Guaranì, che verso il 1730 arriveranno a coinvolgere 145mila indios Guaranì, fino alla metà del Settecento protetti così dai mercanti di schiavi europei

😮🔎 14.700.250  Il giornalista e studioso cattolico Rino Cammilleri ci offre una sintesi in chiave “polemica” della loro storia in questo suo contributo.

Un’altra sintesi, più chiara come introduzione, si trova qui, a cura del missionario giornalista Piero Gheddo

🌙😮 14.700.350  “Riduzione proviene dal verbo spagnolo reducir, usato nel senso di ‘convincere’: gli indios, infatti, furono convinti a lasciare una condizione di vita solitaria e nomade per un tipo di vita stanziale e comunitaria, ma pur sempre libera” ➤Emanuele Colombo, Missione Guaraní, articolo della rivista Popoli 93 (2008)

🌙😮 14.700.500  “I gesuiti furono i primi, o più precisamente i più attenti, a non censurare, a non cancellare interamente la cultura del popolo che andavano a evangelizzare, bensì a completarla.

Non si trattò dunque di una sostituzione di credo, ma di una rivelazione (…) di quanto i Guaranì (=indios) stavano attendendo” ➤Bozidar Darko Sustersic, nato in Slovenia, docente di storia dell’arte a Buenos Aires e stimato studioso delle reducciones

🌙😮 14.700.600L’originalità delle riduzioni fondate dai gesuiti nel Paraguay, a differenza di quelle preesistenti al loro esperimento, è data da quattro caratteristiche fondamentali.

1) Le riduzioni non sono costruite in funzione delle città spagnole, ma, al contrario, sono tenute lontane da esse per evitare i cattivi esempi e le minacce degli europei. Per decreto reale a questi ultimi non era consentito l’ingresso nelle riduzioni.

2) Il lavoro degli indigeni è realizzato interamente, o quasi, dentro la medesima riduzione e a favore di tutta la comunità.

3) Il lavoro di evangelizzazione è costante e completo, perché non solo la vita religiosa, ma anche quella sociale, politica ed economica è guidata dai gesuiti.

4) La situazione geografica delle riduzioni dei guaranì facilitano le relazioni reciproche tra i diversi villaggi, in modo tale che l’organizzazione interna della Compagnia di Gesù istituisce un superiore unico per l’insieme di esse.

La loro autonomia non era però totale, perché politicamente dipendevano dai governatori di Asunción e di Buenos Aires, spiritualmente dipendevano dai vescovi delle stesse città e dai superiori centrali dei gesuiti, economicamente dipendevano dalle città ispanoamericane e perfino dall’Europa, dato che, anche al momento della loro massima espansione, le riduzioni non riuscirono mai a produrre tutto ciò di cui avevano bisogno.

Questa sia pure relativa autonomia suscitò ostilità negli encomenderos – i responsabili spagnoli ai quali venivano affidati gruppi di indios perché li facessero lavorare a proprio vantaggio -; sollevò invidie in altri ecclesiastici; continua a suscitare diffidenza negli storici fino a oggi.

Ma i gesuiti sapevano quello che volevano: se c’era una cosa che nuoceva alla diffusione del cristianesimo tra gli indiani di America era la presenza, accanto ai missionari, di altri europei mossi da interessi diversi da quelli puramente religiosi.

La presenza di governatori, soldati, mercanti, l’esempio delle loro atrocità, avidità, ingiustizie, erano il maggior ostacolo alla conversione degli indios; impediva loro – salvo poche stupende eccezioni – di abbracciare il cristianesimo…Alessandro Scurani s.i., 1987

😮🔎 14.700.750 “Le missioni del Paraguay diventano il complesso agricolo più sviluppato dell’America latina: la raccolta del mais, del grano e del riso vi si alternava anche quattro volte all’anno. Il cotone veniva coltivato in tre varietà e prodotto secondo una media annua di duemila balle di undici chili e mezzo per ogni riduzione. Il vino dei vigneti paraguaiani era esportato a Buenos Aires e in tutta la zona del Plata, e il tabacco locale, oltre a essere anch’esso esportato in quantità, godeva di stima pari a quello dell’Avana.

L’erba mate (spagnolo: yerba mate) costituiva la più cospicua fonte di reddito, al punto che un secolo dopo la cacciata dei gesuiti dalle zone che erano state soggette al loro controllo se ne esportavano ancora cinque milioni di chili all’anno. Nel 1695, la sola missione di Santa Rosa produsse 250 quintali di zucchero bianco.

😮🔎 14.700.850  Un’altra erba locale studiata dai gesuiti e poi dagli stessi gesuiti diffusa in Europa, tanto che verrà chiamata anche Polvere dei Gesuiti è la corteccia di China, attiva in particolare contro febbre e dolori e usata come rimedio contro la malaria“Evidentissimi veggo gli effetti della maravigliosa scorza di quell’albero Peruano de monti di Guajachil, la quale scorza chiamata volgarmente China China, e dagli Spagnuoli Cascarilla. si usa per debellare gl’insulti delle febbri quartane, e delle terzane semplici, doppie e continue. Ed in ciò grandissimo obbligo porta tutto il nostro Mondo a quei Padri della vostra generabilissima Compagnia (=i gesuiti), i quali prima di ogni altro, con tanta loro gloria, la portarono in EuropaFrancesco Redi (+1698, medico, scienziato e letterato toscano)

Il sistema di governo era di tipo democratico. La scuola obbligatoria per tutti dai 5 ai 12 anni (…). E a chi pensa a un’opera di evangelizzazione forzata, basta far notare che erano solo due i gesuiti presenti in ognuna delle reducciones”. Andrea Gagliarducci, 2013

🌙😮 14.700.950  Del grande regno dei gesuiti nel Paranà, con i suoi 141.242 abitanti, tutto era finito nel 1767.

Nel 1750 spagnoli e portoghesi firmarono il trattato di Madrid, che prevedeva una rettifica dei confini tra i rispettivi possedimenti. Secondo la nuova demarcazione ben sette riduzioni, per un totale di circa centomila indios, venivano a cadere in territorio portoghese. Per loro significava la fine.

A Lisbona imperava l’onnipotente marchese di Pombal, il nemico numero uno dei gesuiti (era un grande centralizzatore e promotore dello stato assoluto, pur aderendo alle idee illuministe). Ma anche presso le altre corti europee incominciava a spirare aria ostile nei confronti dell’Ordine, considerato nemico del progresso e della ragione illuministica. 
Nel 1752 giungeva a Buenos Aires il padre Lope Luis Altamirano, mandato dal padre Generale dei gesuiti come visitatore delle riduzioni, con pieni poteri per quanto concerneva l’applicazione del trattato dei confini.

Gli indios tentarono di opporsi all’applicazione del trattato con azioni di resistenza (Guerra Guaranì) che però non avevano alcuna possibilità di riuscita. Una simile resistenza non si verificò nel seguito degli eventi, quando i gesuiti furono espulsi dai territori nei quali sorgevano le riduzioni.

Nel 1758 i gesuiti venivano cacciati dal Portogallo (che dal 1640 era di nuovo indipendente dalla Spagna), nel 1764 dalla Francia, nel 1767 dalla Spagna, nel 1768 dal regno delle due Sicilie e da Malta.

La Compagnia di Gesù si avviava così verso la soppressione, avvenuta per ordine del papa Clemente 14′ il 21 luglio 1773 (…)“. Alessandro Scurani s.i., 1987

🎨🏰 14.800  Puoi guardare il film Mission (1986), con Robert De Niro, Geremy Irons e Liam Neeson, che narra una storia (inventata) ambientata tra Spagna e “riduzioni” dei gesuiti in Paraguay e ha ♪♫ una suggestiva colonna sonora di Ennio Morricone.

🌙😮 14.800.100  Girolamo Imbruglia parla così di questo “impero dell’età moderna”, cioè della rete mondiale dei gesuiti del Seicento:

“Se si osserva la Compagnia di Gesù nel suo insieme sistematico, si scorge che essa agì con la consapevolezza di stare formando un impero assolutamente nuovo, sia rispetto a quelli esistenti – quello spagnolo – sia a quelli del passato – quello romano.

La novità non stava soltanto nella volontà di dominio universale, subito colta da osservatori acuti, come lo studioso e politico francese Michel Eyquem de Montaigne (+1592: ‘Tra poco essi avranno in loro potere tutta la cristianità. È un vivaio di uomini grandi in ogni sorta di grandezza’) , ma nella struttura medesima del dominio, che consisteva nella conquista spirituale.

Come si vedrà, fu proprio la medesima Compagnia di Gesù a utilizzare la categoria di impero per pensare il proprio operato, e a sottolineare il carattere nuovo che questo impero aveva, ossia appunto il rinunciare, almeno in teoria, alla conquista violenta, in nome della conquista spirituale e dell’esercizio di un potere ideologico.(…)

I Gesuiti fin dalla fine del ‘500 furono (e sapevano di essere) forse la sola élite intellettuale capace di entrare in contatto con altre società e di comprenderle dall’interno.

Questa abilità era dovuta alla loro capacità di ‘adattamento‘: questo il titolo inglese dell’opera del gesuita Roberto de Nobili, (+1656 a Madras, in India) aristocratico italiano che andò missionario in India.(…)

Fin dai suoi esordii, la Compagnia si era mossa sui fronti di confine della Chiesa e della civiltà europea: non soltanto le missioni fuori d’Europa, ma anche le missioni interne servivano a venire a contatto con forme varie dell’alterità, da conoscere o riconoscere e da gestire.

La forza sua stette a lungo in questa capacità di contatto e di comprensione della diversità.

Per molti aspetti, si potrebbe anche dire che l’idea che il sistema sociale sia una totalità sistemica fu un’intuizione legata alla prassi missionaria gesuitica: ne fece tesoro il barone di Montesquieu (+1755), lettore tanto appassionato delle loro relazioni, da aver pensato perfino di scrivere la storia della Società di Gesù.

Ma, una volta perduta questa dimensione e la correlata pratica missionaria, o comunque interdetta loro dallo Stato della Chiesa, la Compagnia si ridusse ad essere un ingombrante duplicato di strutture ecclesiastiche.

Il suo scioglimento fu frutto della decisione del Papato di sacrificare al processo di laicizzazione culturale e politico dell’Illuminismo quello che era giudicato un ramo ormai morto.

Ma questo o altri gesti papali non potevano, certo, arrestare il processo di secolarizzazione, e la dinamica interna della nuova cultura laica.

Inoltre, il confronto con l’alterità cominciava, allora, ad essere gestito autonomamente da altri imperi, poggianti non soltanto sul potere spirituale. Quel che i Gesuiti avevano 😎😕 fittiziamente separato, politica e religione, conquista spirituale e conquista militare, ora tornava ad essere unito.

Politica ed ideologia erano le due grandi nervature, che, assenti per la Spagna, stettero al centro dell’espansione imperiale inglese – e poi francese.

La nozione di civilizzazione si rivelava, con la sua ambiguità, uno dei centri del nascente liberalismo“. ➤Girolamo Imbruglia, Un impero d’età moderna: la Compagnia di Gesù, 2005

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😮🔎 14.800.200  Intanto verso il 1605 la Russia si spinge fino a nord dell’attuale Mongolia e i pastori nomadi mongoli vengono progressivamente bloccati dalla “tenaglia” di due grandi popoli agricoli e sedentari: russi a nord e cinesi a sud ➤Jacques Attali

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🌟 14.800.300  Il caso inglese

Anche in Inghilterra, come in Francia, i sovrani del Seicento (della dinastia Stuart, scozzesi di origine bretone) tentano di stabilire una monarchia assoluta, ma questo tentativo in terra inglese trova un limite:

1) nel consolidato potere locale dei duchi inglesi

2) e soprattutto in una società in piena trasformazione: la borghesia e la gentry (piccola nobiltà, soprattutto di campagna), che beneficiano dei nuovi commerci in espansione e si oppongono alle pretese assolutiste dei loro sovrani

Avremo infatti:

la nascita della MIXED CONSTITUTION dell’Inghilterra

L’Inghilterra trova così già alla fine del Seicento un suo Nuovo Efficace Equilibrio Politico-sociale (Balance of Powers)

attraverso quattro passaggi politico-istituzionali non proprio pacifici e graduali:

A) dieci anni di guerra civile (English Civil War: 1642-1651) in cui gli inglesi arrivano addirittura a processare, condannare e quindi decapitare il re inglese Carlo 1’ Stuart (+30 gennaio 1649) considerato troppo prevaricatore dei sudditi e troppo vicino ai cattolici.

B) dieci anni di Repubblica Puritana Inglese (Commonwealth o Protectorate: 1649-1660) guidata dal protestante Oliver Cromwell con il titolo di Lord Protector

C) trent’anni in cui tornano al potere gli Stuart (Stuart Restoration: 1660-1688 con Carlo 2′ e poi con i quattro anni di regno del cattolico Giacomo 1′)

D) infine, due anni che gli inglesi chiamano Glorious Revolution (1688-1689) e che portano (più o meno pacificamente)…  …a una monarchia (ma non più degli Stuart, di origine bretone, che governavano dal 1603: il trono viene dato prima al protestante Guglielmo 3’ di Orange-Nassau, poi alla dinastia tedesca protestante degli Hannover, che governeranno dal 1714 fino al 1901, poi attraverso un matrimonio il trono passerà alla dinastia Sassonia-Coburgo-Gotha, che nel 1917 cambierà il suo nome in Windsor, la dinastia sul trono ancora oggi)

2) e infine, attraverso quella che gli inglesi chiamano Glorious Revolution (1688-89) si arriva (più o meno pacificamente) a una monarchia costituzionale

Una monarchia… costituzionale (ma ricordiamo che la Costituzione inglese, comunque, non è un testo unitario e codificato come il nostro)

e certamente parlamentare: è il Parliament of London il vero soggetto politico che combatte, che si rafforza, che decide, insomma: il regista di questo processo…

E’ un compromesso tra l’idea di Stato Monarchico Assoluto e l’idea di Repubblica,

fondato sulla religione anglicana e sulla piena autonomia dal papa.

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Cioè che ne esce infine è un tipo di Monarchia Costituzionale e Parlamentare

che configura un compromesso tra

A) l’idea di Stato Monarchico (però con un cambio forzato di dinastia)

B) l’ideale anti-tirannico della “Repubblica” e la Costituzione come limite al potere tirannico (con una serie di Leggi fondamentali, come il Bill of Rights del 1689, che ancora oggi hanno valore costituzionale)…

C) un Parlamento innovativo poichè forte e rappresentativo anche della ricca borghesia mercantile

(il Parliament of London, durante i lungi e ripetuti conflitti con gli ultimi Stuart, emerge infatti come il soggetto politico-istituzionale più autorevole e rappresentativo del mondo inglese)

D) un “collante sociale” cristiano, ma sottomesso al potere inglese: la Religione Cristiana Anglicana come Forma Religiosa Ufficiale del Cittadino Inglese.

Ricordiamo che dall’Act of Supremacy del 1534 il re inglese è anche Supreme Governor della Chiesa anglicana inglese

Il sovrano inglese è da allora “the only supreme head on Earth of the Church of England” e possiede “all honours, dignities, preeminences, jurisdictions, privileges, authorities, immunities, profits, and commodities to the said dignity

e i Treason Acts del 1534 e del 1547 stabiliscono che chi lo negava veniva accusato di high treason = alto tradimento.

Si veda l’Oath of Supremacy (1535, 1559) un giuramento per ogni carica pubblica o ecclesiastica, esteso anche ai parlamentari e alle università, che costò la testa al Lord Cancelor sir Thomas More (++1535) e che ha impedito agli inglesi cattolici di diventare parlamentari fino al 1829.

e i vescovi anglicani principali o più anziani sono Lord Spirituals e sono automaticamente membri del Parlamento inglese

(all’inizio i Lord Spirituals erano di più dei Lord Temporal, oggi sono in tutto 26, più i Pari Ereditari che dal 1999 in poi sono stati ridotti a una novantina, su un totale di più di 700 membri della Camera dei Lord, che con i 650 membri della Camera dei Comuni forma il Parlamento Inglese)

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Si definisce così con chiarezza la piena autonomia del mondo inglese

dal papa e dalla tradizione cattolica:

ricordiamo infatti che a partire dall’Act of Settlement del 1701

nessun cattolico può essere re d’Inghilterra

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PIU’ IN DETTAGLIO:

😮🔎 14.800.400 I sovrani inglesi tentano di instaurare il loro dominio attraverso lo stretto “collegamento”

tra stato

e religione cristiana anglicana (Anglicanesimo di Stato, quindi)

contro i cattolici inglesi, “ancora numerosi nonostante le persecuzioni della regina Elisabetta +1603″ ➤François Lebrun) e contro i protestanti “dissidenti” (calvinisti puritani, ecc.)

😮🔎 14.800.500  Tra i protestanti Dissenters (=dissidenti), troviamo:

1) i puritani inglesi: molti vengono messi in prigione, altri emigrano dando vita a nuove storie oltreoceano come i puritani Padri Pellegrini che con la nave Mayflower alla fine del 1620 raggiungono l’America, ma in tutto sono circa 20mila i puritani che tra il 1630 e il 1640 emigrano in America ➤François Lebrun

2) protestanti presbiteriani inglesi

😮🔎 14.800.600  Camillo Crivelli spiega che esistono tre tipi fondamentali di organizzazione ecclesiale protestante:

l’episcopalismo (ad esempio l’anglicanesimo, fondato sui vescovi=gr. episkopos=custode, ispettore),

il congregazionalismo (tipico dei puritani, il tipo più “democratico”, che prevede comunità autonome e indipendenti tra loro e dallo Stato in materia di fede e di “disciplina ecclesiale”)

e l’intermedio presbiterianesimo (dal gr. presbys=anziano: basandosi sul “sacerdozio universale” di tutti i cristiani, prevedeva un cerro numero di “laici anziani, in perfetta parità con i ministri del culto, nel consiglio o presbiterio, che costituisce l’autorità locale della Chiesa, con esclusione di ogni gerarchia ecclesiastica. Al di sopra del consiglio locale esiste un sinodo (o colloquio o concistoro), cui è superiore soltanto l’assemblea generale delle Chiese” ➤Treccani online)

3) ma anche anabattisti, levellers, diggers, Fifth Monarchists, “Quaccheri”ecc.

tutti questi sono cristiani protestanti anti-anglicani che non accettavano costrizioni politiche e giuridiche contrarie al loro modo di vivere la fede cristiana.

😮🔎 14.800.700  In Inghilterra (e in Olanda, che nel Seicento vive il suo Secolo d’Oro), subito dopo il regno della regina Elisabetta (+1603), a differenza del resto dell’Europa, le attività industriali crescono rapidamente

metallurgia (lavorazione di ferro, piombo, stagno e rame), estrazione del carbone (=fossili di giganteschi alberi preistorici di 300 milioni di anni fa), commerci marittimi e cantieri navali, industria tessile

🌙😮 14.800.850  “In tutta l’Inghilterra la produzione di carbone aumentò di 7-8 volte fra il 1530 e il 1630, grazie anche all’aumento della profondità dei pozzi e al drenaggio più efficiente delle miniere: fra le due date si passò da 200mila tonnellate all’anno a 1,5 milioni, poi a 3 milioni nel 1700 e a 11 milioni nel 1800.

Si era soltanto all’inizio di una fase di forte espansione.

Le attività industriali che facevano ricorso alla nuova fonte di energia divennero sempre più numerose: dalla produzione del sale, a quella dei vetri, agli arsenali (=fabbriche di armi e navi da guerra), alla produzione di polvere da sparo e di birra, alle raffinerie di zucchero e alle industrie del sapone, alla lavorazione dell’allume, alla produzione di mattoni e tegole”. ➤Paolo Malanima in un interessante studio sulle risorse energetiche tra il 1650 e il 1850.

Nelle campagne intanto la gentry (piccola nobiltà delle campagne) prosegue nella progressiva recinzioni dei suoi campi e dei suoi terreni (Enclosure Acts, che lungo il Settecento modificheranno radicalmente l’assetto della campagna) e investe nell’allevamento delle pecore.

Questa prima crescita industriale inglese (150 anni prima della Rivoluzione Industriale) arricchisce e rafforza la borghesia e la gentry, ma queste categorie sociali  percepiscono che i sovrani non li valorizzano, non combattono efficacemente per promuovere il commercio con l’estero e per proteggere i loro commerci dalla concorrenza straniera.

in effetti la corte è dominata dalla vecchia nobiltà che non partecipa a queste novità economico-commerciali, ma vive principalmente grazie alle consuete rendite dei suoi terreni (=rendite fondiarie) e alla generosità dei sovrani che ripagano così la sua lealtà e i suoi servizi.

I sovrani infine vanno contro le tradizionali libertà e autonomie politiche degli inglesi e  per finanziare le guerre e la corte pretendono di continuo nuove tasse, senza chiedere l’approvazione del Parlamento (che rappresentava soprattutto borghesia e gentry).

😮🔎 14.800.950  Re Carlo 1′ Stuart (+1649)

Re Carlo 1′ è bello e coraggioso, ma eccessivamente convinto della onnipotenza reale e privo di un minimo di flessibilità e di tatto (➤François Lebrun): così perde rapidamente popolarità

anche a causa dei fallimenti dell’incapace Duca di Buckingham nei rapporti con Spagna e Francia

senza contare che quando non è d’accordo con le critiche del Parlamento lo fa sciogliere (più volte!). Ma soprattutto, pur essendo anglicano, ha buoni rapporti con i cattolici e promuove una forma di religione cristiana anglicana più tradizionale e meno “protestante calvinista”…

Infine, diventa re nel 1625 e due mesi dopo sposa Enrichetta Maria Borbone, cattolica…

A causa dell’intervento nella Guerra dei Trent’anni (1618-1648), l’Inghilterra ha bisogno di molti soldi

e il re Carlo 1′ Stuart nel 1628 convoca di nuovo il Parlamento

L’ultima volta l’aveva fatto nel 1624, l’anno prima di morire, suo padre James=Giacomo 1′ Stuart (il re della Scozia che diventa re dell’Inghilterra) sempre per chiedere soldi per la guerra

Allora le due Camere del Parlamento inglese (House of Lords e House of Commons) gli fanno avere una Petition of Right (7 giugno 1628) che gli ricorda espressamente una serie di diritti degli inglesi, consolidati da tempo, e che vanno quindi considerati inviolabili persino dal re

Tra le “illegalità” avvenute, questo documento cita nuove tasse senza l’approvazione del Parlamento, arresti arbitrari, obbligo forzato di alloggiare i soldati, ecc.

Veniva anche richiamata la Magna Charta Libertatum del 1215…

🌙😮 14.900  Magna Carta Libertatum (1215): “…un documento dalla storia particolarmente tribolata, fin dai primi momenti poco applicato da entrambe le parti, più volte annullato, ristabilito, dimenticato e poi riscoperto.

Ad esempio, poche settimane dopo l’approvazione della Magna Carta, il re inglese Giovanni Plantageneto (che è lo stesso della storia di Robin Hood, per intendersi), scrisse una lettera al papa implorandolo di annullare il documento che, 😎😕disse, gli era stato estorto con le minacce (cosa vera!).

Il papa Innocenzo 3′ lo accontentò, i baroni si ribellarono (di nuovo… anzi, non avevano mai smesso!) e scoppiò una guerra civile (Prima Guerra dei Baroni 1215-1217).

Re Giovanni morì poco dopo di dissenteria (+ ottobre 1216) e per risparmiarsi problemi con i baroni riottosi il suo successore re Enrico 3′ Plantageneto dichiarò la Magna Carta di nuovo valida (…) “Articolo su ilpost.it, arricchito

Il re inglese Carlo 1′ Stuart accetta (1628) la Petition of Right, ma l’anno dopo impone già altre tasse doganali non ancora votate…

La protesta riprende e lui allora scioglie le due Camera del Parlamento (2 marzo 1629), fa arrestare i suoi capi politici e dichiara di voler proseguire “come re assoluto senza (…) il Parlamento (➤François Lebrun):

Ci sono quindi 11 anni di “tirannia (➤François Lebrun, 1629-1640) in cui re Carlo 1′ governa

aiutato da Thomas Wentworth, che prima aveva “ispirato” la Petition of Rights (1628) e poi “per ambizione” era passato a servire il re “che nel 1640 lo nomina conte di Strafford” (➤François Lebrun)

e dall’arcivescovo di Canterbury

William Laud, nominato arcivescovo (ovviamente anglicano) nel 1633 dallo stesso re: fortemente convinto della “sovranità per diritto divino” e grande nemico dei calvinisti e dei puritani:

ad esempio, quando l’avvocato puritano William Prynne (+1669), critico verso l’arcivescovo per le sue posizioni ancora troppo tradizionali e “cattoliche”, scrive il libro polemico Histriomastix (1632: più di mille pagine!) che critica violentemente il… teatro come opera del demonio, su indicazione dell’arcivescovo Prynne viene fatto condannare al carcere a vita e alla mutilazione delle orecchie…

😮🔎 14.900.100  “Nel catalogo degli orrori di Prynne gli spettatori teatrali sono definiti ‘Adulterers, Adulteresses, Whore-monsters, Whores, Bawdes, Panders, Ruffians, Roarers, Drunkards, Prodigals, Cheaters, idle, infamous, base, prophane, and godless persons, who hate all grace, all goodnesse, and make a mock of piety’ (fate da voi la traduzione…) perché il loro andare a teatro costituisce un ingresso nel regnum diaboli dominato dall’anarchia della seduzione e degli istinti sessuali.

Prynne vuole dimostrare che il teatro è appunto una invenzione del demonio (…)” ➤Roberto D’Avascio, che sta citando ➤Jonas Barish, The Anti-Theatrical Prejudice, University of California Press, 1981, pp.86-87

L’opposizione puritana fatica a organizzarsi (molti erano emigrati!), ma esiste.

😮🔎 14.900.200  Vediamo ad esempio i fatti di John Hampden (+1643), politico ricco, di una famiglia inglese importante, da sempre oppositore del re.

Quando la vecchia consuetudine secondo cui i re inglesi, in caso di guerra, domandavano ai porti e alle contee del litorale l’equipaggiamento di alcune navi o, in alternativa, una certa somma di denaro (ship money, ingl.=soldi per la nave)

…diventa passo dopo passo una tassa annuale permanente estesa a tutto il regno (1636),

ci sono molte proteste e tanti rifiutano di pagare, tra cui il vecchio parlamentare John Hampden.

Il re Carlo 1′ ci pensa e poi decide di intervenire per creare un esempio istruttivo per tutti: Hampden viene arrestato, e processato (nov-dic 1637, il suo processo sarà “seguito” da tutta Londra!):

mentre l’avvocato della difesa di Hampden (Sir Oliver St John) ricorda che il re non può chiedere tasse senza l’approvazione del parlamento, i giudici insistono con l’idea che Rex est Lex (lat.= il Re è la Legge) e condannano Hampden a pagare una grossa multa:

John Hampden diventa così “il campione delle libertà inglesi” (➤François Lebrun), anche se fino alla fine della sua vita lotterà per la pacificazione con la monarchia inglese.

😮🔎 14.900.300   Nell’anno in cui Hampden viene condannato dal re (1637),  c’è una nuova rivolta dei calvinisti presbiteriani scozzesi

la Scozia era unita all’Inghilterra fin dal 1603 col re scozzese Giacomo 1′ che diventa anche re degli inglesi (e pur essendo di genitori cattolici non muta in nulla il processo di anglicanizzazione): allora per la prima volta un unico re ha regnato su tutte le British Isles

poi questo legame sarà giuridicamente chiarito con gli Acts of Union (1706-1707)

che reagiscono contro l’imposizione della liturgia anglicana.

La rivolta è guidata guidati dai nobili e dai pastori calvinisti, nel 1638 firmano un patto solenne (ingl. Covenant)

come quello del 1581 contro il matrimonio della regina scozzese e cattolica Maria Stuart con il futuro re di Francia Francesco 2′ Valois

con cui giurano di difendere a ogni costo la vera religione praticata in Scozia contro i “superstitious and papistical rites” come quelli anglicani…

dal 1560 il parlamento scozzese aveva “abolito” la religione cattolica con il Papal Jurisdiction Act, ancora oggi in vigore

“si giunse a proclamare, il 21 novembre 1638, a Glasgow, l’abolizione completa dell’episcopato.

Dopo la breve tregua di Berwick (1639),

covenanter invasero l’Inghilterra (agosto 1640)(➤Enciclopedia Treccani online)

e tentarono di allearsi con i rivoluzionari inglesi: intanto il re Carlo 1’Stuart aveva convocato di nuovo il Parlamento per raccogliere soldi e truppe necessarie per affrontarli (aprile 1640).

Riprendono però le antiche proteste dei parlamentari contro i soprusi del re e lui dopo sole tre settimane lo scioglie (5 maggio 1640: verrà ricordato come Court Parliament) e proclama nuove elezione, ma il nuovo parlamento, che inizierà a riunirsi nel novembre del 1640, è ancora più ostile al re e alla monarchia assoluta…

L’anno successivo questo nuovo parlamento

ricordato come Long Parliament perché durerà dal 1640  😎😕 fino al 1660…: così scrivono alcuni testi, ma ricordiamo che già nel 1653 lo stesso Oliver Cromwel, puritano e antimonarchico, lo scioglierà e in seguito verrà ricostituito per un solo mese nel 1660 e basta…

di fronte alla richiesta di finanziare un intervento militare per domare le rivolte cattoliche anti-inglesi e anti-anglicane in Irlanda

😮🔎 14.900.400  I privilegi (e anche i diritti) venivano accordati ai soli coloni inglesi-anglicani a danno dei locali irlandesi…

1) Con il predominio culturale istituzionale (il famoso Trinity College di Dublino, nato nel 1552 su autorizzazione della regina Elisabetta per promuovere la coppia Monarchia Inglese-Anglicanesimo, riservato ai soli protestanti fino al 1793 e comunque per tutto l’Ottocento i professori dovevano essere protestanti…)

2) e con le nuove plantation inglesi in Irlanda

il potere inglese lungo il Seicento portava a termine il progetto di dominare l’Irlanda)

dà la sua autorizzazione… ma vota anche un elenco di 204 obiezioni e accuse contro il re (ingl. Grand Remonstrance, approvata il 22 novembre 1641 con 159 voti favorevoli contro 148 contrari) e le presenta allo stesso re Carlo 1′ Stuart.

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😮🔎 14.900.500  Il caso Irlanda

🌙😮 14.900.500.100   “Un paese barbaro deve essere prima spezzato con la guerra per poter essere poi ben governato” Sir John Davies, poeta avvocato e uomo politico inglese (+1626), a proposito dell’Irlanda

🌙😮 14.900.500.200  “I Re inglesi tentarono invano di arrestare il processo di assimilazione tra ‘inglesi’ e irlandesi, fino ad impedire i matrimoni misti, proibire l’adozione degli abiti e del taglio di capelli irlandesi, l’uso del gaelico (=antica lingua celtica irlandese) e il ricorso alle leggi irlandesi da parte di coloro che erano considerati ‘gli inglesi nati in Irlanda’

(per capire si possono esaminare gli Statuti di Kilkenny del 1366 e in generale le Penal Laws o Leggi Penali Irlandesi)

In un certo senso, i sovrani inglesi ritenevano fosse loro dovere intraprendere una missione civilizzatrice in quella che definivano una ‘nazione barbara e rozza’ (come sostenne la regina Elisabetta 1′), imponendo la legge marziale (da Marte= dio della guerra, =legge militare) e la Riforma protestante.

Gli irlandesi gaelici ed i vecchi inglesi, comunque, non si convertirono, ma continuarono a professare il cattolicesimo ed osteggiarono i funzionari della Corona ed i coloni inglesi giunti di recente nell’isola.

Uno degli eventi che più ha condizionato la storia irlandese fino ai giorni nostri fu la cosiddetta ‘Plantation‘ (1608-1610), cioè il sistematico trasferimento di coloni inglesi e scozzesi in varie zone dell’Irlanda allo scopo di consolidare la dominazione inglese.

I nuovi coloni, in maggioranza di religione protestante, si insediarono prevalentemente nelle Contee di Tyrone, Donegal, Derry, Armagh, Cavan e Fermanagh (Ulster), privando la popolazione locale delle terre e costringendola a rifugiarsi nell’entroterra. 

Nel 1641 in Ulster scoppiò una rivolta, organizzata dagli irlandesi gaelici e dai vecchi inglesi di religione cattolica allo scopo di recuperare le terre precedentemente espropriate. La rivolta sfociò in episodi di violenza e brutalità nei confronti dei coloni inglesi.

Fu un episodio storicamente importante: per la prima volta gli irlandesi cattolici si erano sollevati in nome della causa cattolica. Si stava in tal modo delineando la divisione tra le due comunità professanti religioni diverse (tutta questa dolorosa vicenda viene chiamata ancora oggi Questione Irlandese)

Nell’agosto del 1649 Oliver Cromwell sbarcò in Irlanda e riprese violentemente il controllo dell’isola. Si calcola che (…) più di un quarto della popolazione irlandese fu massacrata.

Le terre dei proprietari irlandesi furono espropriate e distribuite tra i soldati inglesi ed i nuovi coloni, mentre agli irlandesi fu imposto di emigrare ad ovest del fiume Shannon (Act of Settlement). 

La successiva vittoria di Guglielmo d’Orange su Giacomo 2′ Stuart, Re cattolico, ebbe un effetto catastrofico per la vita della comunità cattolica: all’inizio del 1700 solo il 14% delle terre apparteneva ai cattolici e, mediante le ‘Penal Laws’, fu loro impedito di accedere alla proprietà ed al potere politico” Michela Arienti, 2000

😮🔎14.900.500.300   O’ e Mc “(…) La vita politica più intensa era quella che gl’Irlandesi menavano nel seno della propria tribù che per essi costituiva la vera patria e prendeva il nome dal capostipite premettendovi le particelle patronimiche O’ e Mac; O’ Neill, O’ Donnell, O’ Brien, MacCarthy, ecc.

I membri della tribù eleggevano il proprio capo nella famiglia del capostipite e gli facevano giurare che avrebbe mantenuto intatte le costumanze della tribù stessa.

Il successore (detto Tanist ossia “secondo”) veniva eletto mentre il capo era ancora in vita, per evitar contese”. Irlanda, Enciclopedia Treccani, 1933

State pensando ai McDonald’s? Sì, i fondatori, cioè i fratelli Dick e Mac McDonald erano figli di immigrati irlandesi… (😎😕 mentre Ronald McDonald… è solo un clown!)

Alla fine la protesta sale,

tra il 1641 e il 1645 i due principali sostenitori del re (il conte di Strafford e l’arcivescovo di Canterbury) vengono condannati a morte

e il re Carlo 1′ Stuart tenta di reprimere la rivolta con la forza per un’ultima, estrema volta…

ma fallisce (4 gennaio 1642) e pochi giorni dopo fugge da Londra e nel nord prepara la guerra (lo appoggia il nordovest dell’isola)…

che sarà però vinta dai sostenitori del Parlamento di Londra, guidati da Oliver Cromwell…

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😮🔎 14.900.550  Gli Undici Anni della Repubblica Puritana Inglese (1649-1660) “di” Oliver Cromwell

Oliver Cromwell è “un capo politico di intransigente fede calvinista (…) apparteneva alla gentry, la piccola nobiltà agraria, e la sua educazione avvenne in seno al calvinismo.

Il suo matrimonio nel 1620 con Elisabeth Bourchier, figlia di un assai agiato mercante di Londra, ne consolidò la posizione economica. Poco meno che trentenne passò attraverso una profonda crisi religiosa che lo portò a divenire un puritano assai fervente, convinto che solo la fede potesse guidare l’uomo nella vita privata e pubblica (…).

Nel 1640 scoppiò in Inghilterra la guerra civile tra le forze monarchiche e quelle parlamentari. Dopo un andamento militare incerto, la riorganizzazione a opera di Cromwell dell’esercito rivoluzionario, il New model army (“esercito di nuovo modello”, regolarmente stipendiati, disciplinati e molto motivati) delle teste rotonde (ingl. Roundheads, così chiamate dal rifiuto dei puritani di portare la parrucca allora di moda e dalla loro abitudine di tenere i capelli corti), portò tra il 1644 e il 1648 alla totale disfatta dei cavalieri del re (grazie ai combattimenti della nuova cavalleria di Cromwell, chiamata Ironsides=Fianchi di Ferro)

Intransigente capo politico e religioso e geniale stratega militare, egli si oppose non solo all’assolutismo monarchico, ma anche alle correnti protestanti radicali sviluppatesi nelle file rivoluzionarie, le quali, richiamandosi al Vangelo, auspicavano l’eguaglianza economica”. ➤Massimo Luigi Salvadori

A partire dal 6 dicembre del 1648 il colonnello Thomas Pride, collega e amico di Cromwell, impedisce, con le sue truppe, l’ingresso in Parlamento a circa 130 parlamentari moderati o indipendenti: da questo atto (Pryde’s Purge) nasce così il Rump Parliament =Parlamento Tronco o Superstite)

con circa 70 parlamentari “presenti e attivi” (in teoria ne restavano circa 200, sui circa 450 membri di diritto del precedente Long Parliament… ma de facto 90 di loro  si “assenteranno” volontariamente per evitare problemi, e altri saranno presenti solo pochissime volte…)

E’ questo Rump Parliament che decreta, con la firma finale di Cromwell, la morte del re…

Il re inglese Carlo 1′ Stuart, sconfitto, fu condannato (il 4 gennaio 1649, dal Parlamento “depurato”)  per tradimento e

fatto decapitare il 30 gennaio 1649 (sarà poi ricordato come Santo e Martire dal calendario anglicano)

Venne così instaurata la Repubblica (Commonwealth =bene comune), con l’abolizione della Camera dei Lord del Parlamento.

Le ribellioni scoppiate in Irlanda e Scozia

1) ribellioni locali contro la anglo-anglicanizzazione

2) tentativi di unione tra i ribelli e i realisti=sostenitori della monarchia

3) infine il parlamento della Scozia il 5 febbraio 1649 riconosce come re di Scozia il figlio del re Carlo 1′ decapitato il 30 gennaio, quindi c’è un Carlo 2′ Stuart diciannovenne (+1685), che per tutti i realisti è automaticamente diventato re già il 30 gennaio, alla morte del padre… e che verrà educato in Francia alla corte del re Sole Luigi 14’…

furono sanguinosamente represse e i due paesi annessi all’Inghilterra (‘fino ad allora erano rimasti quasi indipendenti’ ➤Jean-Claude Barreau)

Tra il 1652 e il 1653 si arrendono l’ultima città cattolica che ancora resisteva, Galway e le ultime truppe cattoliche rimaste…

Più tardi, Cromwell, sulle uccisioni di migliaia di irlandesi (es. nel 1649 l’assedio di Drogheda, di Westford, ecc.) scriverà: “I am persuaded that this is a righteous judgment of God upon these barbarous wretches (=sono persuaso che questo sia il giusto giudizio di Dio su questi miseri barbari), who have imbrued their hands in so much innocent blood and that it will tend to prevent the effusion of blood for the future, which are satisfactory grounds for such actions, which otherwise cannot but work remorse and regret”

Bruna Gherner ricorda che questa “terribile strage dei cattolici” e… ciò che viene subito dopo, convinceranno molti irlandesi a “emigrare in America piuttosto che sottostare a un tale clima vessatorio” ➤Bruna Gherner

Tra il 1652 e il 1654 fu condotta una guerra vittoriosa contro l’Olanda, che minacciava la potenza marittima e gli interessi commerciali dell’Inghilterra.

Intanto, il 20 aprile 1653 Cromwell, arrabbiato con il Parlamento,

lo scioglie (proprio come nel 1629 e nel 1640 aveva fatto il re inglese Carlo 1′!) ordinando ai militari di farle andare via i parlamentari e poi chiede alle chiese protestanti del paese di nominare uomini adatti… che formeranno il nuovo Parliament (o Assembly) of Saints… in carica dal 4 luglio…

Nel dicembre 1653 Cromwell, divenuto l’incontrastato dominatore della politica del paese, si fa nominare Lord Protettore del Commonwealth d’Inghilterra, Irlanda e Scozia:

la repubblica inglese diventa così una specie di ‘dittatura militare‘ di Cromwell (➤Bruna Gherner, ma così lo chiama già lo storico e politico inglese ➤Wiston Churchill nel 1956)

Le tasse riprendono così ad essere richieste senza l’approvazione degli organi rappresentativi…

Gli anni successivi lo videro impegnato nel tentativo di consolidare le conquiste della rivoluzione e di dare al paese nuove istituzioni.

Una serie di privilegi concessi alla nobiltà vennero soppressi, fu introdotta una relativa tolleranza religiosa (non però per i cattolici), ma egli non riuscì a dare al paese un’adeguata stabilità istituzionale. (…)

😮🔎 14.900.550.300  Lo stesso famoso filosofo e medico John Locke (+1704), collaboratore di Anthony Ashley-Cooper, primo conte di Shaftesbury (che nella vita sarà realista, poi cromwelliano, poi sostenitore di Carlo 2′ Stuart…)

teorizza l’esistenza di diritti naturali (diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà e alla difesa di questi diritti) come limite allo stesso potere statale. Ma nella sua Lettera sulla Tolleranza (scritta nel 1685, prima ediz. in latino e anonima: 1689, nei Paesi Bassi) e nei suoi Pensieri sull’Educazione (1693) esclude dal privilegio della tolleranza (e dell’educabilità!) due “nemici dello Stato”, cioè gli atei (perché negano l’autore e il fondamento ultimo di ogni diritto e di ogni legge)

e… i musulmani e i cattolici (perché seguaci di un sovrano straniero, cioè il califfo o il papa e perché avrebbero abbandonato la guida della loro coscienza dando valore assoluto a qualcosa che è solo umano, cioè al califfato, al papato ecc.). Qui ulteriori info

Alla sua morte (+1658) gli successe il figlio Richard, che però non si dimostrò all’altezza dei propri compiti, tanto che nel 1660 venne restaurata la monarchia degli Stuart” ➤Massimo Luigi Salvadori, lievemente semplificato e arricchito

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😮🔎 14.900.650  Alla fine, tra l’entusiasmo popolare, il figlio di Carlo 1′ Stuart rientra a Londra il 25 maggio 1660 (giorno del suo trentesimo compleanno) e restaura la monarchia inglese:

così il 23 aprile 1661 Carlo 2′ Stuart (+feb 1685) nell’abbazia di Westminster (come da tradizione dal 1066) viene incoronato Re d’Inghilterra, Scozia e Irlanda.

Intanto si riunisce un Parlamento anomalo, cioè non convocato dal re, chiamato Convention Parliament (25 aprile 1660 – 29 dicembre 1660)… che stabilisce che il successore legittimo di Carlo 1′ è stato Carlo 2, fin dalla morte di Carlo 1′ (gennaio 1649)’…

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😮🔎 14.900.750  Moda presso i nobili. Presso la corte di re Carlo 2′ Stuart (che era stato educato alla corte del re Sole Luigi 14′) si consolida l’uso francese delle parrucche con lunghi boccoli che ricadono sulle spalle e sulla schiena e da allora la moda della parrucca si diffonderà in Europa, fino al suo massimo durante il Settecento (ma allora le parrucche saranno più “contenute”).

Sempre alla corte francese di Versailles verso il 1660 vediamo la fine della moda dei vestiti fatti con i tessuti raffinati made in Italy (seta, damasco, satin) in favore dei soli tessuti made in France. E i magnifici vestiti di broccato a corte sono un’esclusiva che solo il re francese può concedere.

Verso la fine del Seicento, il pantalone, più o meno largo e fino al ginocchio in uso tra i nobili, diventa più stretto: in francese si chiama culotte➤Nicolangelo D’Acunto

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Quando re Carlo 2′ Stuart appoggia troppo la potente Francia e tenta di far ritornare l’Inghilterra al cattolicesimo,

il nuovo Parlamento

…nuovo perchè quello “dei Santi” di Cromwell si era autodisciolto nel dicembre del 1653 e quello anomalo della Convenzione è durato solo pochi mesi!

lo ostacola e gli impone di riconfermare l’adesione al credo anglicano come condizione per assumere una carica pubblica (Corporation Act del 1661 e Text Act del 1673 e 1778, condizioni che verranno tolte solo nel 1829).

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😮🔎  14.900.850   Da Carlo 2′ Stuart (+1685) a Guglielmo 3′ di Orange (+1702) e in mezzo i 4 mesi di regno del cattolico Giacomo 2′ Stuart (+1701)

Il re inglese Carlo 2′ Stuart da sua moglie Caterina di Braganza non aveva avuto figli (anche se aveva avuto almeno una dozzina di figli illegittimi da un totale di 7 amanti…)

il suo amico, il nobile e poeta John Wilmot scrive di lui:

“Restless he rolls from whore to whore
A merry monarch, scandalous and poor”
(a voi la traduzione…)

e il trono spetta quindi a suo fratello minore, il duca di York Giacomo, che è… cattolico

l’aveva manifestato pochi anni prima, verso i 40 anni…

e “da quel momento fu violentemente osteggiato sia dalla chiesa anglicana, sia dai cosiddetti Whigs” ➤Eucardio Momigliano, 1932

Allora nel 1679 un gruppo di parlamentari propone una legge (Exclusion Bill) che lo escluda dalla successione al trono, in favore del maggiore (e protestante) dei figli illegittimi di Carlo 2′.

I sostenitori di questa legge erano chiamati Whigs  e quelli contrari erano chiamati Tories

Whigs: sostenitori del Parlamento e della monarchia protestante e costituzionale: difendevano gli interessi dei mercanti e erano quindi più “tolleranti” verso i protestanti non anglicani….

Tories: sostenitori degli Stuart e della monarchia ereditaria, erano fortemente monarchici e filoanglicani, … oggi viene chiamato così il partito dei conservatori inglesi,

Dal 1679 in poi re Carlo 2′ scioglie più volte il parlamento… e alla fine vince la posizione Tory e il successore resta quindi Giacomo Stuart.

Quando nel febbraio 1685 re Carlo 2′ muore di ictus, gli succede quindi suo fratello, il cattolico re Giacomo 2′ Stuart (+1701).

🌙😮14.950   “Ma ai suoi primi atti apparve subito l’incertezza e la contraddizione della sua politica, obbligata a conciliare la propria fede cattolica romana con la religione anglicana che non poteva senza pericolo essere soppressa.

E così il popolo di Londra doveva assistere contemporaneamente alle cerimonie cattoliche cui il re assisteva con pompa e ostentazione, e alle cerimonie anglicane cui il re doveva partecipare per legge dello stato.

I primi atti del regno, sebbene re Giacomo 2′ non avesse pressoché in nulla mutato i ministri e i funzionari nominati dal suo predecessore Carlo 2′

mostrarono da parte del nuovo re che si sarebbe particolarmente incrudelito contro i residui della rivoluzione; soprattutto non lasciava dubbi sulle intenzioni del re la permanenza accanto a lui di una 😎😕 sinistra figura di giudice sanguinario (ma gli storici oggi pensano che la realtà sia un po’ diversa dalla sua “leggenda nera”) il protestante George Jeffreys.

Appena infatti apparve sicuro l’atteggiamento cattolico del re, ribellioni scoppiarono in varie parti del regno, alcune delle quali assai gravi come quella del duca di Monmouth (uno dei molti figli illegittimi di re Carlo 2′: mag-lug 1685), soffocata nel sangue.

Questo successo, a cui seguirono altri costituiti da processi e da condanne, diede a re Giacomo 2′ la convinzione di poter continuare nel suo atteggiamento tendente alla restaurazione del cattolicesimo in Inghilterra,

a ciò 😎😕 incoraggiato dal pontefice (in realtà solo all’inizio, poi le ‘tendenze assolutistiche (…) e l’imprudente condotta politica’ del re portano il papa a contrastarlo’ ➤Antonio Menniti Ippolito, 2000)

e dalla Corte di Francia che in quel periodo aveva inasprito la sua ostilità contro i riformati.

Si può dire che ogni giorno segna un episodio di omaggio al cattolicesimo e di umiliazione per gli anglicani: dal ricevimento del nunzio papale a palazzo reale, fino alla rinnovata libertà di propaganda e di predicazione dei monaci.

Così che il nunzio del papa poteva pubblicamente informarlo che l’anglicanismo era in decadenza (…)” ➤Eucardio Momigliano, 1932

Filo-anglicani e puritani si erano ormai coalizzati contro il re Giacomo 2′ e la sua posizione secondo loro troppo filocattolica e amica della Francia:

decidono quindi di offrire la corona a un signore protestante che aveva dedicato la sua vita a contrastare le pretese francesi del re Sole Luigi 14′, cioè lo stadhouder (=una specie di primo ministro) delle Province Unite (Olanda) Guglielmo 3′ di Orange (+1702)

figlio di Maria Enrichetta, cioè della figlia primogenita del re inglese Carlo 1′ Stuart e marito di un’altra Maria Stuart, la figlia maggiore del re inglese Giacomo 2′

Guglielmo 3′ di Orange sbarca in terra inglese (novembre 1688)

intanto ci si stava accordando: lo aveva già riconosciuto nel feb-apr 1689 un apposito Convention Parliament (senza i membri appena eletti nel 1685 durante il regno di Giacomo 2′!) che aveva stabilito che Giacomo 2′ non è stato un sovrano legittimo perché aveva “rotto” il patto originario tra il sovrano e il suo popolo e soprattutto… perché era cattolico: questo Convention Parliament stabilisce infatti che “era incompatibile con la sicurezza ed il benessere della nazione protestante il governo di un principe papista” ➤Adriano H. Luijdjens – Florence M. G. Higham, 1933

e viene dichiarato re con il nome di William 3′ (=Guglielmo 3′) di Orange, assieme alla moglie Maria Stuart (così si salvava anche il diritto ereditario, che assegnava a lei il trono inglese), mentre (suo suocero) re Giacomo 2′ fugge in Francia, dove vivrà fino alla morte (salvo un immediato e fallito tentativo di riprendersi in trono a partire dall’Irlanda che lo considerava il legittimo sovrano)…

Intanto la legge parlamentare chiamata Toleration Act (che riceve la conferma del “nuovo” re Guglielmo 3′ di Orange nel maggio 1689) ampliava la “tolleranza” (di riunione, preghiera comune, ecc.) ai protestanti non anglicani (ma non, ovviamente, ai cattolici e agli atei: anzi, era necessario firmare una esplicita dichiarazione ‘antipapista’ ➤Alfonso Prandi), in modo da garantire la più ampia base di consenso-appoggio possibile a Guglielmo 3′ di Orange.

Re Giacomo 2′ (+1701) è stato l’ultimo sovrano cattolico dei tre regni di Inghilterra, Scozia e Irlanda

🌙😮 14.950.100 “(…) fu adottata in ultimo la deliberazione che re Giacomo 2′, avendo cercato di sovvertire la costituzione, violando il contratto originario fra il re e il popolo, e le leggi fondamentali del regno, aveva abdicato al governo e quindi il trono era vacante.

Seguì l’altra decisione, che era incompatibile con la sicurezza ed il benessere della nazione protestante il governo di un principe papista.

Il 12 febbraio 1689 la corona fu offerta a Guglielmo e Maria in comune nel Banquetting Hall a Whitehall; l’incoronazione ebbe luogo l’11 aprile.

Non si ebbe tempo di redigere una costituzione scritta; ma il parlamento dichiarò Gugliemo

e Maria re e regina e nella Dichiarazione dei diritti (Bill of Rights) condannò (…) i vari atti di malgoverno dei quali era stato accusato re Giacomo 2′, e che furono specificamente dichiarati illegali” ➤Adriano H. Luijdjens- Florence M. G. Higham, 1933

Così con il re “olandese” di Inghilterra Guglielmo 3′ di Orange, Inghilterra e Olanda, rivali nel mondo, si trovano… unite!

😮🔎 14.950.200   Nel dicembre del 1689 il Parlamento vota il Bill of Rights (Dichiarazione dei Diritti)

titolo completo: An Act Declaring the Rights and Liberties of the Subject and Settling the Succession of the Crown, trad. “Atto che dichiara i diritti e le libertà del suddito e definisce la successione della Corona”:

Questo testo dichiara, tra l’altro, che il Sovrano inglese non può

sospendere una legge in vigore, imporre tasse senza il consenso del Parlamento, mantenere un esercito in tempo di pace. Poi: ogni cittadino inglese ha il diritto di portare armi, non può essere sottoposto a multe o a pene eccessive. Infine, si stabilisce che “nessun cattolico o legato in matrimonio con cattolici poteva essere re” (➤Alfonso Prandi).

Quanto alla successione, si stabiliva che “la corona e il governo regale dei detti regni e domìni, con tutte e ciascuna delle premesse anzidette, che vi si connettono, sia e continui nelle persone delle loro Maestà e dei loro discendenti, durante le loro vite e le vite dei loro discendenti. E che l’intero, perfetto e pieno esercizio del potere e del  governo regale sia nella persona e nella titolarità della di lui Maestà (del re Guglielmo 3′ di Orange) a nome di entrambe le loro Maestà finché insieme vivranno; e che dopo il loro decesso la corona e le premesse anzidette siano e rimangano agli eredi di sangue della di lei Maestà (la regina Maria 2′ Stuart, che gli accordi di corte avevano fatto sposare a Guglielmo 3′ di Orange) e in mancanza di ciò a sua Altezza Reale la Principessa Anna di Danimarca (moglie dell’ex re Giacomo 2′ Stuart) ed ai suoi eredi di sangue e in mancanza di ciò agli eredi di sangue della detta di lui Maestà (Guglielmo 3′ di Orange)➤Dal testo del Bill of Rights, 1689

i cui provvedimenti sono tesi a escludere definitivamente in Inghilterra:

1) una monarchia assoluta e

2) una monarchia cattolica

Nel 1789-91 diventeranno famosi altri emendamenti… quelli americani: i 10 emendamenti =correzioni, modifiche che costituiranno il Bill of Right della Costituzione degli Stati Uniti di America del 1787…

E’ questo l’inizio della Monarchia Costituzionale inglese, cioè un compromesso tra Monarchia Assoluta e Repubblica: una monarchia… limitata da un “patto”.

“Quasi” 😎😕 senza combattimenti si era svolta così quella che gli inglesi hanno chiamato Gloriosa Rivoluzione (Glorious Revolution, 1688-89)

…in realtà si è combattuto, ma solo in Irlanda, dove continuavano a seguire come re Giacomo 2’…

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😮🔎 14.950.400  Alberto Tenenti fa notare la discrepanza impressionante, radicale

tra l’Adultery Act (1650, nei primi mesi di Repubblica Puritana) che condannava a morte chi aveva rapporti sessuali fuori dal matrimonio

e Carlo 2′ Stuart, incoronato pochi anni dopo, sposato ma con una quantità di figli illegittimi (14?) avuti da almeno 7 donne diverse…

La morale cessa cioè radicalmente di essere un riferimento comune e condiviso…: da una moralità condivisa a un codice morale (non per tutti)…

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😮🔎 14.950.500     1651, l’Anno del Leviatano…

🌙😮 14.950.500.300 “La maggior parte degli scrittori politici suppongono o pretendono o postulano che l’uomo sia un animale già atto sin dalla nascita a consociarsi (i Greci dicono zoon politikon, animale politico: ne abbiamo parlato in questo scenario), e su questa base costruiscono le loro teorie politiche (…).

Ma questo assioma è falso, benché accettato dai più; e l’errore proviene da un esame troppo superficiale della natura umana”. ➤Thomas Hobbes, De Cive (=Il Cittadino), 1′ ediz. 1641, testo completo in inglese qui

🌙😮 14.950.500.40 “L’autorità, non la verità, fa la legge’, la celebre formula di Hobbes che portò l’Europa fuori dalle guerre di religione nelle quali aveva regnato ‘la terribile venerazione di nobili assassini’ (…)” ➤Vaclav Belohradsky, Autorità, Democrazia, Dissenso in: Democrazie da Inventare, a cura di Vaclav Belohradsky, Pierre Kende e Jacques Rupnick, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1991 (per quanto riguarda i “nobili assassini”, Belohradsky sta citando da Rekviem, un racconto storico di Jaroslav Durych del 1930 ambientato durante la Guerra dei Trent’Anni)

Nel 1651, mentre il protestante puritano inglese Oliver Cromwell alla guida della Repubbplica Puritana Inglese con il Navigation Act inaugura una serie di misure “protezionistiche” che dovrebbero favorire il suo paese

ma che provocheranno anche una serie di scontri con la rivale Olanda (Guerre Anglo-Olandesi 1652-1674: proprio in questo contesto nel 1667 la Pace di Breda confermerà il passaggio della colonia americana di New Netherland con capitale: New Amsterdam agli inglesi, che la chiameranno New York…)

lo studioso e matematico inglese, figlio di un parroco anglicano, Thomas Hobbes pubblica il libro Leviathan (=Leviatano) or The Matter, Forme and Power of a Common Wealth Ecclesiastical and Civil  (traduz.: Leviatano o la Materia, la Forma e il Potere di uno Stato Ecclesiastico e Civile: qui il commento ai suggestivi frontespizi dei libri De Cive e del Leviatano di Hobbes)

Dobbiamo il primo scritto filosofico di Hobbes all’instancabile iniziativa del matematico e famoso studioso francese frate Marin Mersenne o.m. (+1648):

il religioso aveva sottoposto la bozza delle Meditazioni Metafisiche di Cartesio a diversi studiosi europei, tra cui anche Hobbes, per raccogliere pareri e obiezioni: Hobbes legge le Meditazioni e risponde con un suo testo: “Obiezioni a Cartesio” (1641).

Chi è o cosa è per Thomas Hobbes questo “Leviatano”, il misterioso mostro, simile a un grande coccodrillo, della mitologia dell’antica Canaan citato alcune volte nella Bibbia?

Prima di tutto: cos’è il Leviatano? La parola deriva dall’ebraico Livyathan (= contorto, a spirale) e si trova nella Bibbia. “Chi mai lo ha afferrato senza danno? Nessuno sotto tutto il cielo. (…) Si lascia dietro una scia di luce e l’abisso sembra coperto di una chioma bianca. Non c’è nulla sulla terra che lo domini, lui che fu fatto per non aver paura. Su tutte le altezze egli guarda dall’alto, egli è il re di tutte le belve più superbe“. ➤Bibbia, Giobbe, 40-41

Questo “mostro” per san Girolamo  (+ verso il 420) era il diavolo, Satana o una sua creatura, mentre per Giovanni Calvino (+1564) è “il riflesso della potenza divina. Lungi dall’essere espressioni demoniache, esse sono manifestazione della ‘puissance de Dieu’ nella sfera delle cose visibili (Bibbia, Salmi 104,24-26. Calvino, Opera, 35, coll. 464-)” ➤Piero Stefani

Per Thomas Hobbes il Leviatano è… lo Stato Assoluto moderno.

Secondo Hobbes, infatti, “lo Stato è frutto di un patto: dalla condizione naturale di bellum omnium contra omnes (lat.=guerra di tutti contro tutti), nella quale homo (est) homini lupus (lat.=ogni uomo nei confronti di un altro uomo è come un lupo, qui Hobbes cita lo scrittore Romano Plauto +184 pdG) a causa dell’egoismo illimitato di ciascuno, si passa alla condizione civile, nella quale gli individui rinunciano ai propri diritti in favore di un sovrano assoluto, che garantisca la pace sociale” (➤Giuseppe Barzaghi o.p.) Proprio per garantire la pace, questo patto non è un semplice patto di unione (lat. pactum unionis) ma un patto di vera sottomissione (lat. pactum subiectionis)…

🌙😮 14.950.600   “This is more than Consent, or Concord.

It is a real unity of them all, in one and the same person, made by covenant of every man with every man, in such manner, as if every man should say to every man, I authorise and give up (=cedo) my right (=diritto). of governing myself to this man, or to this assembly of men, on this condition; that thou (antica forma, oggi: you) give up, thy right to him, and authorise all his actions in like manner.

This done, the multitude so united in one person is called a COMMONWEALTH; in Latin, CIVITAS.

This is the generation of that great LEVIATHAN, or rather, to speak more reverently, of that mortal god to which we owe (=al quale noi dobbiamo), under the immortal God, our peace and defence.

For by this authority, given him by every particular man in the Commonwealth (=Stato), he hath the use of so much power and strength conferred on him that, by terror thereof, he is enabled to form the wills of them all, to peace (=con il terrore è capace di disciplinare la volontà di tutti alla pace) at home, and mutual aid against their enemies abroad.

And in him consisteth the essence of the commonwealth; which (to define it,) is one person, of whose acts a great multitude, by mutual covenants one with another, have made themselves every one the author, to the end he may use the strength and means of them all, as he shall think expedient, for their peace and common defence.

And he that carryeth this Person, is called SOVEREIGN, and said to have Sovereign Power; and everyone besides, his SUBJECT. ➤Thomas Hobbes, Leviathan, seconda parte: “Of Commonwealth“, capitolo 17:” Of the Causes, Generation, and Definition of a Commonwealth

trad. it: “Questo è più del consenso o della concordia; è un’unità reale di tutti loro in una sola e medesima persona fatta con il patto di ogni uomo con ogni altro, in maniera tale che, se ogni uomo dicesse ad ogni altro

io autorizzo e cedo il mio diritto di governare me stesso, a quest’uomo, o a questa assemblea di uomini a questa condizione, che tu gli ceda il tuo diritto, e autorizzi tutte le sue azioni in maniera simile.

Fatto ciò, la moltitudine così unita in una persona viene chiamata uno stato, in latino civitas.

Questa è la generazione di quel grande leviatano, o piuttosto (per parlare con più riverenza) di quel dio mortale, al quale noi dobbiamo, sotto il Dio immortale, la nostra pace e la nostra difesa.

Infatti, per mezzo di questa autorità datagli da ogni particolare, nello stato è tanta la potenza e tanta la forza che gli sono state conferite e di cui ha l’uso, che con il terrore di esse è in grado di informare le volontà di tutti alla pace interna e all’aiuto reciproco contro i nemici esterni.

In esso consiste l’essenza dello stato che (se si vuole definirlo) è una persona dei cui atti ogni membro di una grande moltitudine, con patti reciproci, l’uno nei confronti dell’altro e vice­versa, si è fatto autore, affinché essa possa usare la forza e i mezzi di tutti, come penserà sia vantaggioso per la loro pace e la comune difesa.

Chi regge la parte di questa persona viene chiamato sovrano e si dice che ha il potere sovrano; ogni altro è suo suddito (trad. di G. Micheli,
ed. La Nuova Italia, 1976)

🌙😮 14.950.700  Perchè tutto questo? 

Perchè “fuori dallo Stato ci sono il potere delle passioni, la guerra, la paura, la miseria, la bruttura, la solitudine, le barbarie, l’ignoranza, la crudeltà;

nello Stato ci sono il potere della ragione, la pace, la sicurezza, la ricchezza, lo splendore, la società, la raffinatezza, le scienze, la benevolenza”  ➤Thomas Hobbes, De Cive (=Il Cittadino), 1′ ediz. 1641

Quindi al potere dello Stato Assoluto non ci devono e non ci possono essere limiti.

Per questo “la ribellione contro il sovrano non può mai essere giustificata, neanche nel caso in cui lo Stato agisse contro gli interessi del popolo” ➤Ian Mortimer

🌙😮 14.950.750  Per Hobbes: “la filosofia greca, soprattutto quella aristotelica, ha esposto la giustizia a discussioni devastanti.

La nuova scienza politica, modellata sulla matematica e sulla fisica galileiana, è il ponte che porta dalla libertà selvaggia e dannata alla salvezza, all’ordine dell’imperium”.➤Giuseppe Bailone

🌙😮 14.950.800  “In Hobbes l’etica è consona a questo assolutismo del valore politico: nella sua concezione dell’etica, le discriminazioni (=valutazioni) di bene e di male si risolvono del tutto nelle prescrizioni e nei divieti del diritto positivo (=lat. jus in civitate positum cioè il diritto emanato dallo Stato e vigente in esso) a cui viene resa obbedienza per mero timore delle sanzioni,

allo stesso modo che solo per timore di una sanzione ignota sussiste la religione, non distinguibile dalla superstizione se non in quanto la sua concezione è condivisa, a differenza dell’altra, dal potere statale”. ➤Guido Calogero, 1933

Leggi e diritti naturali, leggi divine, Chiese e religioni… non c’è nulla che possa limitare il potere dello Stato.

🌙😮 14.950.850 “Le leggi di natura proibiscono il furto, l’omicidio, l’adulterio e tutte le varie specie di torti. Però si deve determinare per mezzo della legge civile, e non della legge naturale, quel che si debba intendere fra cittadini per furto, per omicidio, adulterio, torto.

Infatti non è un furto ogni sottrazione di quel che un altro possiede, ma solo ciò ch’è in proprietà di un altro. Ma determinare quel ch’è nostro e quel ch’è altrui spetta appunto alla legge civile.

Così pure non ogni uccisione è un omicidio; ma è omicidio soltanto uccidere persone che la legge ci proibisce di uccidere. Né tutte le unioni sono adulteri, ma solo le unioni che la legge civile proibisce.

Infine, la violazione di una promessa costituisce un torto quando la promessa stessa è lecita (…) ma è ancora la legge civile che definisce quel che possiamo e quello che non possiamo promettere” (➤Thomas Hobbes, De Cive)

Il giusnaturalismo di Hobbes muore nel contratto, dando vita allo Stato. Diventa quel che più tardi si chiamerà positivismo giuridico (la parola ‘positivismo’ deriva dal lat. positum, ciòè “posto” nel senso di fondato solo su fatti concreti)

Nello Stato è il potere a definire il giusto e l’ingiusto.

Il libero e razionale esame dei cittadini di ciò che è giusto o ingiusto muore con lo stato di natura”.Giuseppe Bailone, 2012

🌙😮 14.950.730 “Non si può dimenticare che è presente continuamente al suo spirito, anche se mai ricordata, la storia contemporanea della sua patria, dramma ancora vivo e da lui intensamente vissuto (Vaclav Belohradsky ricorda: ‘il giorno 5 aprile 1588 in cui l’Invincibile Armada spagnola si avvicinava, secondo voci incontrollate, alle coste inglesi, Hobbes scrisse: ‘mia madre partorì due gemelli: me e la paura“): ed è questa la grande riprova sperimentale, troppo clamorosa perché egli ne debba parlare, della sua teoria (…)

La nuova scienza politica autonoma deve promuovere l’obbedienza senza riserve al potere dello Stato,

promossa in tempi antichi dai miti e poi travolta dalle discussioni pubbliche sulla giustizia. Per questo si serve del rigore geometrico che non apre spiragli a divergenze interpretative e a discussioni. (…)

Hobbes è un umanista e matematico, amante del quieto studio o tutt’al più di dotti vagabondaggi, costretto a subire le conseguenze di una crisi della autorità che getta l’Europa nel disordine della guerra e dell’anarchia. (…)

I suoi libri politici, ridotti al nocciolo sono una predica sull’obbedienza che invece di tentare le vie del cuore, tenta quella della ragione: una predica insomma meno veemente ma più astuta. (…)

Insomma, la politica di Hobbes, partita dalla tesi dell’unità del potere, giunge attraverso il filo conduttore di un ragionamento eccezionalmente vigoroso, a intessere la trama di una delle più radicali teorie dell’obbedienza che la storia delle dottrine politiche abbia mai conosciuto,

e di fronte alla quale la stessa dottrina del diritto divino dei re, che era adoperata ai suoi tempi per sostenere l’assolutismo, e cioè proprio lo Stato fondato sull’obbedienza, poteva essere giudicata addirittura una dottrina moderata.

Questa, infatti, ammetteva per lo meno l’obbedienza passiva, cioè riconosceva che si potesse disobbedire alla legge civile quando questa fosse contraria alla legge divina, purché tale disobbedienza fosse, per così dire, compensata dall’accettazione volontaria della pena che alla trasgressione sarebbe seguita.

Hobbes non ammette l’obbedienza passiva, anzi la condanna severamente come un errore.

La logica del suo ragionamento  non lascia aperta ai sudditi che una sola via, quella dell’obbedienza attiva, dell’obbedienza in ogni caso, salvo quando la vita del suddito sia minacciata; e la fonda sopra due argomenti formidabili:

primo, che l’individuo attraverso il patto di unione è obbligato ad ubbidire a tutto ciò che il sovrano comanderà, ad ubbidire cioè indipendentemente dal contenuto del comando, e quindi ha perduto ogni diritto di giudicare se il comando sia giusto o ingiusto;

secondo, che il sovrano non può, anche se lo voglia, imporre azioni contrarie alla religione per il semplice fatto che la materia religiosa da nessun altro è determinata che dallo stesso sovrano”.

La scienza politica ha principi suoi, ‘provati dall’esperienza‘, ed ha ‘la grande riprova sperimentale‘. Non lascia varchi alle discussioni.

Hobbes ha finalmente trovato il rimedio alla ‘dotta stupidità‘ del suo tempo.

➤Norberto Bobbio, introduzione a Thomas Hobbes, Opere politiche, Utet 1959, vol. 1   (puoi dare un’occhiata anche alla sintesi di Giuseppe Bailone, che riporta questo brano e lo commenta)

😮🔎 15.950.900 Così Hobbes suggerisce che la nascita dello Stato sia

1) il passaggio antinaturale e insieme conveniente per eccellenza,

2) l’Atto Politico Definitivo, Irreversibile perché nato proprio come Garanzia dell’Impossibilità di un Ritorno Indietro…

3) e che quindi il suo Potere Assoluto non sia legato al Re, che ne è solo un’espressione, una rappresentanza… il Potere Assoluto è l’Essenza dello Stato, di ogni Stato.

😮🔎 14.950.1000  Il problema politico della religione in Hobbes

Thomas Hobbes sviluppa questo tipo di ragionamento:

le religioni portano troppa conflittualità, scontri, guerre… e quindi hanno fallito nel loro intento di portare pace e concordia

la soluzione per fermare le guerre civili e avere una pace stabile

è distinguere, nel fenomeno religioso

1) la sua dimensione privata, intima, che non può che essere libera: nessun potere, infatti, può costringerti dall’esterno a cambiare una tua intima convinzione

e

2) la sua dimensione “esterna”, cioè sociale, pubblica, che deve essere sotto il completo controllo dello Stato e del suo potere coercitivo (=di costringere), fino a decidere “quali attributi si addicono a Dio e quali no: la ‘verità’ teologica (…) viene a dipendere da un decreto dello stato” ➤Vittorio Mathieu

così l’unità di un paese e la pace saranno sempre assicurate.

Ma questo significa che nessuna intima convinzione religiosa può dirci legittimamente qualcosa sulla vita nella sua dimensione storica, sociale, pubblica…

un po’ come un sogno fatto di notte, una cosa che affiora dentro di noi nel sonno ma una volta svegli, la mattina, tutto verrà determinato da altro

🌙😮 14.950.1200 Per Hobbes “Dio è inconoscibile, dunque la verità teologica è in realtà una funzione cultuale (=culto e riti esteriori) che dunque va regolata dallo Stato. Il cattolicesimo va bandito (=vietato, eliminato) perchè eversivo (=tende a mettere in discussione, a sovvertire e abolire) dello stesso Stato“. ➤Giuseppe Barzaghi o.p., 2014 (➤Vittorio Mathieu sottolinea che Hobbes ritiene il cattolicesimo “eversivo” poiché ubbidisce a “a un’autorità diversa da quella dello stato“: per questo verso il cattolicesimo si mostra “particolarmente ostile“, come si vede ad esempio nella 4′ parte del Leviatano)

Lo Stato deve essere tutto: solo così l’individuo potrà vivere in pace…

La riflessione di Hobbes porta a una domanda:

ciò che lui descrive è ciò che lo Stato moderno ha rischiato di essere (ma poi è cambiato, perchè non voleva essere così), oppure ciò che lui descrive è lo Stato stesso nella sua pretesa intrinseca e connaturale, una pretesa che lo Stato, attraverso la forma monarchica e poi le successive forme del Novecento, ha sempre avuto fino ai nostri giorni?

🌙😮 14.950.1300  “Hobbes ha offerto tre chiavi di lettura per comprendere il perché della scelta dell’immagine del Leviatano

1) ‘Animale artificiale’ ‘infatti con l’arte è creato il grande Leviatano, Stato (ingl: or State), (in latino civitas) che non è altro che un uomo artificiale, sebbene di statura e forza maggiore di quello naturale’ (Hobbes, Leviatano, Introduzione)

2) Dio mortale. Attraverso l’atto di cedere da parte dei governati il proprio diritto ad autogovernarsi si genera il ‘grande Leviatano, o piuttosto (per parlare con maggiore riverenza) quel Dio mortale (ing. Mortal God), cui dobbiamo, sotto il Dio immortale, la nostra pace e la nostra difesa’. (Thomas Hobbes, Leviatano, 17)

3) ‘Delle punizioni e delle ricompense’ in cui si afferma che la superbia e le passioni degli uomini possono essere soggiogate solo ricorrendo a una forza superiore, quella dello Stato-Leviatano e qui si cita per esteso Bibbia, Giobbe 41,24-25. (➤Thomas Hobbes, Leviatano, 27)” Piero Stefani

🌙😮 14.950.1400   Il contesto: i re inglesi Stuart… e Cromwell

In questa presentazione, si mostra (anche se un po’ riduttivamente) che Hobbes“ha teorizzato lo Stato assoluto nel De Cive (1642) per giustificare gli Stuart (dinastia di re inglesi anglicani ma non troppo anti-cattolici);

poi scriverà il Leviatano (1651 in inglese, mentre in latino nel 1670) per giustificare la dittatura del protestante calvinista Cromwell e ovviamente per avere la possibilità di tornare in patria,

visto che era andato in esilio volontario a Parigi (fine 1640-1651, cioè durante la Guerra Civile che fa cadere gli Stuart e con la Gloriosa Rivoluzione porta al potere l’antimonarchico Cromwell) per aver sostenuto che la monarchia era la migliore forma di governo.

Non dimentichiamo che Hobbes fu precettore non solo presso la potente casa dei Cavendish (conti di Devonshire), ma anche di Carlo Stuart (il futuro re Carlo 2′) nel 1646, cioè nel periodo in cui la corte era in esilio a Parigi, avendo Cromwell assunto i poteri dittatoriali a Londra.

Dopo la morte di Cromwell (+1658), che l’aveva fatto rientrare in patria a condizione che conducesse una vita ritirata (non pubblicò infatti alcuna opera politica)

e quindi dopo la restaurazione degli Stuart, Hobbes ottenne una pensione dal re inglese Carlo 2′ Stuart (suo ex allievo)

A Parigi Hobbes aveva scritto un’opera contro le Meditazioni metafisiche di Cartesio del 1641 e un’altra per difendere Galilei (+1642) dagli attacchi dei teologi cattolici ( 😎😕 a me però risulta solo una citazione nell’introduzione del De Corpore in cui dice: ‘Galileo per primo ci ha aperto la porta principale di tutta la fisica: la natura del moto’). Negli ultimi anni della sua vita fu spesso accusato di essere ateo e per poco non venne condannato“.

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😮🔎 14.950.1600  Pirati, anzi corsari, anzi… sir

Con le “lettere di corsa” i corsari inglesi come sir Francis Drake alla fine del ‘500 e Henri Morgan (che arriverà a diventare vicegovernatore della Giamaica) alla fine del ‘600 vengono autorizzati dall’Inghilterra a attaccare e derubare navi e porti spagnoli.

Vengono chiamati anche Filibustieri o Bucanieri (all’inizio questi lavoravano per conto loro, ma gli inglesi finirono per usarli, principalmente contro gli spagnoli).

🌙😮 14.1000 “La filibusta (o meno comunemente filibusteria) era un’associazione di corsari e pirati (detti filibustieri), venuti dalla Francia, Inghilterra e Paesi Bassi, che operava nel Golfo del Messico intorno al 1700, noti per i loro attacchi alle coste e ai possedimenti spagnoli” ➤Wikipedia, Filibustieri, dic2015

🌙😮 14.1000.150  “I bucanieri, detti anche Fratelli della Costa, attaccarono le navi francesi e spagnole che navigavano nelle Indie occidentali nel ‘600 e nel ‘700.

Attorno al 1630, alcuni francesi che erano stati scacciati dall’isola di Saint Kitts si recarono prima a Hispaniola e poi nella vicina Tortuga (che oggi fa parte della vicinissima Haiti).

Qui vissero di caccia e vendendo pelli ai mercanti olandesi.

Gli spagnoli tentarono di cacciarli, ma ai bucanieri si aggiunsero molti altri francesi, olandesi e inglesi. Essi divennero infine così potenti da attaccare le navi spagnole e da conquistare diverse città nel Nord America.

Vedendo nei bucanieri degli utili alleati, l’Inghilterra li assoldò per attaccare la rivale Spagna, legalizzando in questo modo le loro operazioni. Gli fu quindi offerta come base Port Royal in Giamaica.

Con l’approvazione della Corona inglese, i bucanieri attaccarono le navi francesi, spagnole e olandesi, e così Port Royal divenne la città più ricca delle Indie occidentali.

Furono anche inviati ufficiali navali per comandarli, tra cui Christopher Myngs. Alla fine furono misconosciuti dal governo inglesi”. ➤Wikipedia, Bucanieri, dic2015, lievemente modificato

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🌟  14.1000.300  Lungo il Seicento prende forma la Rivoluzione Scientifica, iniziata nel ‘500.

Nel Rinascimento (‘500-) tra la riscoperta degli antichi Romani e Greci e il “senso del nuovo” c’era un “rapporto complicato“, diverso dalla imitatio – aemulatio (lat., pronuncia imitazio – emulazio) dei primi umanisti  (➤Paolo Rossi).

Anche se ancora nel 1647 il matematico, fisico e filosofo francese Blaise Pascal (+1662) si lamentava che il rispetto per l’antichità era “arrivato a un punto tale che tutte le sue opinioni sono prese per oracoli e persino le oscurità sono considerate come Misteri“,

in realtà sta accadendo un fenomeno nuovo:

mentre “l’uomo del Medioevo è libresco, anzi, quando si tratta di libri diventa addirittura ingenuo. Gli riesce difficile credere che una qualsiasi affermazione di un antico auctor sia semplicemente falsa” (➤Clive Staples Lewis L’immagine scartata. Il modello della cultura medievale, ed. orig. 1964, Marietti, 1990, p.15-16)

ora sempre più studiosi indagano con un’attenzione nuova la natura e si fidano sempre meno dei libri degli antichi…

🌙😮 14.1000.400   Clive Staples Lewis (+1963) parla di due caratteristiche della cultura medievale: “the essentially bookish character of their culture,

and their intense love of system.

They are bookish. They are indeed very credulous of books. They find it hard to believe that anything an old auctour has said is simply untrue” ➤Clive Staples Lewis, The Discarded Image: An Introduction to Medieval and Renaissance Literature, 1964, p.11

Il toscano Leonardo da Vinci (+1519) è stato tra i primi a credere “nella superiorità dell’occhio sulla mente, cioè dell’osservazione attenta del mondo reale rispetto ai libri” (➤Paolo Rossi), ma le descrizioni illustrate di Leonardo resteranno sconosciute per molto tempo…

Ora le accurate descrizioni

1) dei corpi umani pubblicate verso la metà del Cinquecento dal medico olandese Andrea Vesalio (lat. Vesalius, ma in origine Van Vesel, +1564, anche se gli oppositori lo chiamavano Vesanus=folle, delirante) e successivamente

2) del cielo pubblicate all’inizio del Seicento dallo studioso toscano Galileo Galilei (+1642)

sono l’esito di questo nuovo sguardo attento, rigoroso e sistematico che, unito a nuovi strumenti (es. il cannocchiale), sarà rivoluzionario nel metodo (…scientifico, appunto) e nei risultati.

Puoi dare un’occhiata a questa intervista a Karl Popper (+1994) sul metodo ipotetico-deduttivo…

🌙😮 14.1000.400.100  “E’ la rivoluzione culturale ‘filosofica’, la radice di quella scientifica con tutte le sue conseguenze fattuali, sensibili”. ➤Eugenio Garin, Rinascite e Rivoluzioni, ed. orig. 1975, Laterza, 2007, p. 310 E’ la tesi di Alexandre Koirè, che già in una conferenza a Chicago del 1948 affermava come “la nascita e lo sviluppo della scienza sperimentale non furono la causa, bensì, al contrario, l’effetto del nuovo atteggiamento teoretico, cioè del nuovo atteggiamento metafisico, nei confronti della natura” (lo cita lo stesso Garin, nel testo qui sopra, a p.301).

🌙😮 14.1000.500   “Avete voi forse dubbio che quando Aristotile vedesse le novità scoperte in cielo, e’ (=egli) non fusse per mutar opinione e per emendar i suoi libri e per accostarsi alle più sensate dottrine, discacciando da sé quei così poveretti di cervello che troppo pusillanimamente s’inducono a voler sostenere ogni suo detto,

senza intendere che quando Aristotile fusse tale quale essi se lo figurano, sarebbe un cervello indocile, una mente ostinata, un animo pieno di barbarie, un voler tirannico, che, reputando tutti gli altri come pecore stolide, volesse che i suoi decreti fussero anteposti a i sensi, alle esperienze, alla natura istessa?

Sono i suoi seguaci che hanno data l’autorità ad Aristotile, e non esso che se la sia usurpata o presa; e perché è più facile il coprirsi sotto lo scudo d’un altro che’l comparire a faccia aperta, temono né si ardiscono d’allontanarsi un sol passo, e più tosto che mettere qualche alterazione nel cielo di Aristotile, vogliono impertinentemente negar quelle che veggono nel cielo della natura”.

➤Galileo Galilei, Dialogo di Galileo Galilei Matematico Straordinario dello Studio di Pisa e Filosofo e Matematico Primario del Serenissimo Gr. Duca di Toscana, dove ne i congressi di quattro giornate si discorre sopra i due Massimi Sistemi del Mondo, Tolemaico e Copernicano, proponendo indeterminatamente le ragioni filosofiche e naturali tanto per l’una, quanto per l’altra parte, Fiorenza, per Gio. Batista Landini, 1632 (questo è il titolo originale completo del libro conosciuto come Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo)

🌙😮 14.1000.550  “L’esperimento è il metodico interrogare la natura, che presuppone e richiede un linguaggio in cui formulare le domande e un vocabolario che ci permetta di leggere e interpretare le risposte. Secondo Galileo, com’ è noto, dobbiamo parlare alla Natura e ricevere le risposte in curve, cerchi, triangoli, in linguaggio matematico o più precisamente geometrico — non nel linguaggio del senso comune o in quello dei simboli” ➤Alexandre Koyré, Introduzione a Platone, ed. orig. 1945

🌙😮 14.1000.650   Metodo scientifico = sperimentare ragionando matematicamente (cioè matematica non come “metodo per ordinare i fatti” ma come” chiave stessa della comprensione della natura” ➤Alexandre Koirè, Études d’histoire de la pensée scientifique, PUF, 1966, p.67-68)

“La storiografia delle scienze ha posto spesso l’accento sulla denominazione di sperimentale attribuita al metodo galileiano, enfatizzando ad esempio il ruolo di un Francesco Bacone (+1626), sperimentatore, nella formazione dell’idea di scienza moderna e lasciando intendere che tale scienza si differenzierebbe da quella antica, in particolare da quella aristotelica che l’ha immediatamente preceduta, per il suo carattere di scienza dell’osservazione, in contrapposizione con il carattere non sperimentale, aprioristico della scienza aristotelica.

In realtà la storiografia delle scienze più accurata ha dovuto rifiutare questo luogo comune, rovesciando quasi le parti e rilevando come la novità della scienza galileiana non consista tanto nel metodo dell’osservazione — in quanto anche Aristotele si basò sull’esperienza e così pure quel grande naturalista medioevale che fu lo studioso e vescovo domenicano tedesco Alberto Magno (+1280, ‘l’uomo dell’osservazione empirica’ ➤Richard Mathes)

quanto sulla matematizzazione dell’esperimento e dell’ipotesi esplicativa; matematizzazione che al tempo di Galileo si realizzò anzitutto come geometrizzazione della scienza.

‘Il modo in cui Galileo concepisce un metodo scientifico corretto implica una predominanza della ragione sulla semplice esperienza, la sostituzione di modelli ideali (matematici) ad una realtà empiricamente conosciuta, il primato della teoria sui fatti…

Un metodo in cui la teoria matematica determina la struttura stessa della ricerca sperimentale, o per riprendere i termini stessi di Galileo, un metodo che utilizza il linguaggio matematico (geometrico) per formulare le proprie domande alla natura e per interpretarne le risposte“. ➤Alberto Strumia, che in fondo al brano cita ➤Alexandre Koirè,  Etudes d’histoire de la pensée scientifique, uscito nel 1966 dopo la morte dell’autore (+1964)

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😮🔎 14.1000.750  1609: questo è un anno “speciale” per Galileo Galilei (+1642)

Galileo, il figlio di un mercante fiorentino (che era anche maestro di canto e teorico della musica), da studente aveva abbandonato l’università di Pisa e aveva proseguito a studiare per conto suo: ora è uno studioso di 45 anni…

A 25 anni aveva ottenuto la cattedra universitaria di Matematica a Pisa (1589-), poi era passato a Padova (1592-)

Nella sua vita affronterà una varietà impressionante di problemi, dal moto dei proiettili alle oscillazioni di un pendolo…

😮🔎 14.1000.850 Basta scorrere i titoli di alcuni testi che pubblica lungo gli anni: La Bilancetta, Breve istruzione all’architettura militare , Trattato di fortificazione, Le operazioni del compasso geometrico e militare, Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua o che in essa si muovono, Discorso sulle comete, il fondamentale Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica ed ai movimenti locali, ecc.

Nel 1609 compie una serie di osservazioni rigorose e sistematiche del cielo notturno e l’anno dopo pubblica i suoi risultati in un libro scritto in latino (come si usava allora: era rivolto agli studiosi e il latino era la lingua delle Università e degli studiosi di tutta Europa) intitolato Sidereus Nuncius (=Annunciatore Celeste, 12 marzo 1610), dedicato al Granduca di Toscana Cosimo 2′ Medici.

Galileo sperava infatti di essere richiamato a lavorare in Toscana e infatti nell’estate del 1610 viene nominato “Filosofo e Matematico Primario del Granduca”… e lui pianifica subito una sua visita a Roma per la primavera del 1612.

😮🔎 🔬√    14.1000.950 Il Cannocchiale. Questo strumento era stato inventato in quegli anni in Olanda (non l’ha 😎😕 “inventato” Galileo). Quello costruito da Galileo per le sue osservazioni era tecnicamente molto avanzato: ingrandiva gli oggetti di 21 volte (➤Museo Galileo Virtuale)

🌙😮 14.1200   “Galileo realizzò il suo primo cannocchiale, capace di 3 soli ingrandimenti, nell’estate del 1609. Ma già il 21 agosto di quell’anno, a Venezia, sul campanile di San Marco, alla presenza del Doge e di altri notabili veneziani, egli presentò uno strumento da 8 ingrandimenti, che gli valse la conferma a vita della cattedra padovana di matematica con mille fiorini all’anno di stipendio (‘uno stipendio senza precedenti per un professore di Matematica’, ➤Treccani online).

In novembre, Galileo disponeva di un cannocchiale capace di ben 20 ingrandimenti, cioè di gran lunga più potente di tutti quelli all’epoca circolanti in Europa, i quali utilizzavano comuni lenti da occhiali, di bassa qualità e di focali non idonee” ➤Istituto e Museo di Storia della Scienza, Firenze

😮🔎 14.1200.100   “Il principe Federico Cesi, fondatore (nel 1603, quando aveva 17 anni!) dell’Accademia dei Lincei, propose nel 1611 di denominare ‘telescopio’ (dal greco tele=lontano e scopeo=vedo) questo strumento di Galileo” Museo Galileo Virtuale

😮🔎 14.1200.250   Che cosa “vede” Galileo nel 1609?

Facciamo alcuni esempi:

vede che

1) la superficie della Luna “non è affatto liscia uniforme e di sfericità esattissima, come di essa e di altri corpi celesti una numerosa schiera di filosofi ha ritenuto, ma al contrario disuguale, scabra (=ruvida, rocciosa, arida), ripiena di cavità e di sporgenze, non altrimenti che la faccia stessa della Terra (…)” ➤Galileo, Sidereus Nuncius, nella traduzione (antichizzata?) di Maria Timpanaro Cardini citata da Paolo Rossi (qui il testo completo)

2) le stelle fisse non si vedono ingrandite, ma restano punti luminosi, mentre i pianeti si vedono ingranditi e diventano simili a piccole lune, quindi le “stelle fisse” devono essere infinitamente più lontane da noi dei pianeti

3) dopo 65 osservazioni sistematiche durate 7 giorni nella zona di Giove, in cui vede alcune stelle molto luminose “muoversi” intorno a Giove, capisce che Giove ha 4 lune

(i satelliti naturali di Giove in realtà sono almeno 69, ma lui vede i più grandi)

e in onore del granduca di Toscana Cosimo 2′ Medici le chiama “Medicea Sidera” (=stelle Medicee)”

Se la Luna è “come” la Terra (cioè irregolare, non perfetta), allora molto probabilmente non ci sono due mondi, due “fisiche” (una terrestre e una celeste perfetta e circolare, come sostenevano da tempo i filosofi aristotelici del tempo e come in genere si credeva) ma un mondo e una fisica sola!

🌙😮 14.1200.300  “la grande imperitura (=immortale) conquista di Galilei è proprio l’unificazione della fisica e dell’astronomia” ➤Paolo Rossi

Anche in cielo quindi possono accadere cose nuove, come aveva già mostrato l’astronomo danese protestante Tycho Brahe (De Stelle Nova, 1573), di cui abbiamo parlato nello scenario precedente.

Di fronte alle affermazioni di Galileo, molti studiosi restano scettici o addirittura ostili, ma Giovanni Keplero approva immediatamente e sembrano favorevoli anche gli studiosi gesuiti di Roma (➤Paolo Rossi).

😮🔎  14.1200.400   Per i rapporti tra Galileo e i gesuiti puoi dare un’occhiata a questo contributo dall’astronomo gesuita George Coyne s.i. (1933-), 😎😕 che però è forse troppo severo con il gesuita cardinale Bellarmino…

La via aperta (in modo prudente) da Copernico (+1543) sta facendosi strada…

😮🔎 14.1200.500   Il giorno in cui “esce” il Sidereus Nuncius di Galileo (12 marzo 1610), sir Henry Wotton, il colto ambasciatore inglese a Venezia (città dove il libro è stato stampato e pubblicato), spedisce una copia del libro al re inglese Giacomo 1′ Stuart, spiegandogli:

Invio alla Maestà Vostra, con questa lettera, la più strana notizia che mai sia apparsa al mondo. Si tratta del libro qui allegato del professore di matematica di Padova (…) Costui ha rovesciato tutta l’astronomia e tutta l’astrologia (…) L’autore potrà o diventare oltremodo famoso, o rendersi oltremodo ridicolo”.

😮🔎 14.1200.500.300 Il re “cattolico” (ma un po’ a modo suo…) Giacomo 1′ Stuart è un sovrano molto colto (con lui c’è un momento felice per la letteratura e per le arti chiamato da alcuni Jacobean Era):

promuove una nuova traduzione in inglese della Bibbia che diventerà la versione ufficiale della chiesa anglicana (King James Version o Authorized Version, 1611-)

ed è anche… l’autore di un libro sulle arti occulte: Daemonologie (1597: in cui oltre a descrivere gli spiriti maligni e la loro azione, mette in allarme contro le streghe e… contro i papisti!) e di un libro su come essere un buon sovrano intitolato Basilikon Doron (gr.= regale dono, 1599) in cui tenta di descrivere una via intermedia tra papisti e puritani… 

😎😕 14.1200.500.600  La community di Wikipedia che ha elaborato la voce Re Giacomo 1′ Stuart (feb18) sostiene che anche il Basilikon Doron sia un’opera “sulle arti occulte” (forse suggestionata dal misterioso titolo in greco e dalla sua somiglianza con il nome Basilisco?)

😮🔎 14.1200.600   Galileo, proprio puntando il suo cannocchiale verso il cielo, compie un atto rivoluzionario: si fida cioè di uno strumento che non era nato dagli studi di qualche matematico di quei tempi, ma che era nato nell’ambiente dei “tecnici”, dei meccanici…, uno strumento “progredito solo per pratica (…) parzialmente accolto negli ambienti militari, ma ignorato dalla scienza ufficiale” ➤Paolo Rossi

Quindi Galileo non basa tutto

sulla filosofia aristotelica (allora dominante)

o sulla teologia

o su un modello matematico

ma parte dall’esperienza dei sensi potenziata da uno strumento tecnico (e, come abbiamo visto, da una teoria matematica che tenta di “leggerlo” adeguatamente)

E ancora oggi nella scienza “vedere vuol dire, quasi esclusivamente, interpretare segni generati da strumenti“: tutto questo sembra essere partito da quel “gesto iniziale, solitario, coraggioso” di Galileo…  (➤Paolo Rossi)

😮🔎 14.1200.700   Però quando Galileo, nel gennaio del 1611, a Firenze, dove si sente sicuro e protetto dai Medici,

abbandonando ogni atteggiamento di cautela“, scrive loro che 😎😕 “abbiamo sensate e certe dimostrazioni (…) che i pianeti ruotino attorno al Sole (…) cosa creduta ma non provata dagli antichi Pitagorici, da Copernico e da Keplero…”

qui Galileo sta un po’ esagerando…

occorrerà infatti arrivare all’aberrazione annua della luce (➤James Bradley, sacerdote anglicano, professore ad Oxford ed astronomo all’Osservatorio di Greenwich, 1725-28)

e alla parallasse (=deviazione) delle stelle più vicine (osservazioni e calcoli lungo il Settecento, conclusione con il matematico e astronomo tedesco ➤Friedrich Wilhelm Bessel, 1837)

per avere prove “scientificamente valide” della rotazione della Terra intorno al Sole (sistema eliocentrico)…

La prova principale di Galileo, su cui lui insiste per anni, della rotazione della Terra (cioè le maree, come si legge nel Dialogo sopra il flusso e il reflusso del mare, 1616, poi diventato parte del famoso Dialogo de’ due Massimi Sistemi Tolemaico e Copernicano, 1632)

non era scientificamente corretta:

Galileo spiegava che la causa delle maree sarebbe la combinazione del moto di rotazione e del moto di rivoluzione della Terra (spiegazione errata), mentre ad esempio l’ipotesi di Keplero, che pensava all’azione a distanza della Luna (anche se i suoi metodi e la sua visione del mondo sembravano a Galileo meno “scientifici”) era  meno scorretta…

😮🔎 14.1200.800  Alla fine, solo tra Seicento e Settecento avremo una spiegazione adeguata del fenomeno della maree:

con ➤Isaac Newton (forse gravitazionali, spiegazione che sviluppa nella sua opera Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, 1′ ediz. 1687, nel 3′ libro, che ha appunto per titolo: Il flusso e il riflusso del mare nascono dalle azioni del Sole e della Luna sulle acque, proposizione 24′)

e con ➤Pierre-Simon Laplace (Traité de mécanique céleste, 2′ volume, uscito nel 1798)

arriveremo alla moderna teoria sulle maree, causate dalle azioni gravitazionali esercitate sulla Terra dalla Luna e anche un po’ dal Sole.

😮🔎 14.1200.900   Galileo si muove sempre all’interno di una concezione rigidamente “meccanicistica” (➤Paolo Rossi), ed è questa, d’altra parte, la “novità” che fa nascere la nuova scienza

perciò rifiuta (sbagliando) ogni idea di un influsso “a distanza” tra Luna e Terra…: scrive infatti che un’idea così “totalmente repugna al mio intelletto” ➤Paolo Rossi.

Anche il geniale studioso inglese Isaac Newton (+1727), pur essendosi occupato molto di Alchimia e pur avendo scritto più di religione cristiana che di scienza, quando elabora quella che viene considerata la più classica e compita espressione della Scienza Moderna (1687: Philosophiae Naturalis Principia Mathematica), questa sarà comunque “il trionfo del meccanicismo, cioè di una concezione del mondo fisico come insieme retto da forze naturali traducibili matematicamente” ➤Alberto Tenenti, L’Età Moderna, Il Mulino, 1980, nuova ediz. 1997, p.290

🌙😮 14.1300   “La filosofia naturale è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi, io dico l’universo, ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscer i caratteri nei quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto.” ➤Galileo, Il Saggiatore, nel quale con bilancia squisita e giusta si ponderano le cose contenute nella Libra (sulla disputa sull’origine delle comete), Roma, 1623 (con l’imprimatur =autorizzazione alla pubblicazione, dei domenicani)

🌙😮  14.1300.100   Galileo crede che “l’intelletto umano ne intende alcune (proposizioni) cosí perfettamente, e ne ha cosí assoluta certezza, quanto se n’abbia l’istessa natura; e tali sono le scienze matematiche pure, cioè la geometria e l’aritmetica, delle quali l’intelletto divino ne sa bene infinite proposizioni di piú, perché le sa tutte, ma di quelle poche intese dall’intelletto umano credo che la cognizione agguagli la divina nella certezza obiettiva, poiché arriva a comprenderne la necessità, sopra la quale non par che possa esser sicurezza maggiore.(…) per meglio dichiararmi, dico che quanto alla verità di che ci danno cognizione le dimostrazioni matematiche, ella è l’istessa che conosce la sapienza divina;

ma vi concederò bene che il modo col quale Iddio conosce le infinite proposizioni, delle quali noi conosciamo alcune poche, è sommamente piú eccellente del nostro, il quale procede con discorsi e con passaggi di conclusione in conclusione, dove il suo è di un semplice intuito: e dove noi, per esempio, per guadagnar la scienza d’alcune passioni del cerchio, che ne ha infinite, cominciando da una delle piú semplici e quella pigliando per sua definizione, passiamo con discorso ad un’altra, e da questa alla terza, e poi alla quarta etc., l’intelletto divino con la semplice apprensione della sua essenza comprende, senza temporaneo discorso, tutta la infinità di quelle passioni; le quali anco poi in effetto virtualmente si comprendono nelle definizioni di tutte le cose, e che poi finalmente, per esser infinite, forse sono una sola nell’essenza loro e nella mente divina.

Il che né anco all’intelletto umano è del tutto incognito, ma ben da profonda e densa caligine adombrato, la qual viene in parte assottigliata e chiarificata quando ci siamo fatti padroni di alcune conclusioni fermamente dimostrate e tanto speditamente possedute da noi, che tra esse possiamo velocemente trascorrere:

perché in somma, che altro è l’esser nel triangolo il quadrato opposto all’angolo retto eguale a gli altri due che gli sono intorno, se non l’esser i parallelogrammi sopra base comune e tra le parallele, tra loro eguali? e questo non è egli finalmente il medesimo, che essere eguali delle due superficie che adattate insieme non si avanzano, ma si racchiuggono dentro al medesimo termine?

Or questi passaggi, che l’intelletto nostro fa con tempo e con moto di passo in passo, l’intelletto divino, a guisa di luce, trascorrere in un istante, che è l’istesso che dire, gli ha sempre tutti presenti.

Concludo per tanto, l’intender nostro, e quanto al modo e quanto alla moltitudine delle cose intese, esser d’infinito intervallo superato dal divino; ma non però l’avvilisco tanto, ch’io lo reputi assolutamente nullo; anzi, quando io vo considerando quante e quanto maravigliose cose hanno intese investigate ed operate gli uomini, pur troppo chiaramente conosco io ed intendo, esser la mente umana opera di Dio, e delle piú eccellenti” ➤Galileo, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, 1632

😮🔎 14.1300.200   Quando va a Roma (primavera del 1611) Galileo riceve “accoglienze trionfali“: viene invitato a far parte della Accademia dei Lincei da poco fondata, lo apprezzano “autorevoli cardinali, gli ambienti gesuitici e lo stesso papa Paolo 5′” (➤Paolo Rossi)…

Perché allora la tensione a un certo punto salirà fino a arrivare al “processo” del Sant’Uffizio nel 1633?

Bisogna capire che da qui in poi Galileo vuole assolutamente essere “Filosofo” (titolo a cui ambiva da anni e che ora i Medici gli avevano dato), cioè pretende di indagare la vera natura delle cose, per fondare un nuova Scienza della Natura… non vuole essere solo “Matematico”, cioè teorico di modelli astratti e ipotetici…

Inoltre il suo carattere polemico non lo aiuta…

😮🔎 14.1300.350  Per fare un solo esempio, quando viene a sapere che lo studioso Ludovico delle Colombe lo voleva contrastare, “Galileo rimarcò che Aristotele prese molti abbagli, ‘sebbene nè tanti nè così solenni come fa questo Autore ogni volta che apre la bocca in questi propositi, palesandosi sopra tutti gl’ignoranti ignorantissimo” Michael F. Flynn (che cita le parole di Galileo)

🌙😮 14.1300.450  Il 4 marzo 1616, Piero Guicciardini (+1626), ambasciatore di Toscana a Roma, in una lettera scrive: “egli (Galileo) s’infuoca nelle sue opinioni, ci ha estrema passione dentro, et poca fortezza et prudenza a saperla vincere: tal che se li rende molto pericoloso questo cielo di Roma, massime in questo secolo, nel quale il Principe di qua (papa Paolo 5′) aborrisce le belle lettere et questi ingegni, non può sentire queste novità né queste sottigliezze, et ogn’uno cerca d’accomodare il cervello et la natura a quella del Signore (…)

Il Galileo ci ha de’ frati (😎😕 molto probabile, ma studiosi come Ludovico delle Colombe non sono frati…) et degli altri che gli voglion male et lo perseguitano, et, come io dico, è in uno stato non punto a proposito per questo paese, et potrebbe mettere in intrighi grandi se et altri, et non veggo a che proposito né per che cagione egli ci sia venuto (a Roma), né quello possi guadagnare standoci

Galileo purtroppo “vede di fronte a sé solo l’ignoranza e la presunzione dei singoli.

Non si rende conto né delle posizioni che stavano maturando in alcuni ambienti ecclesiastici, né delle implicazioni di carattere generale che sono presenti nella sua posizione.

Oscilla fra un eccesso di sicurezza e una non mai spenta disposizione alla requisitoria polemica, all’artificio retorico, alla capziosità” (➤Paolo Rossi)

Infine, Galileo usa più volte la Bibbia per confermare ciò che sostiene, entrando proprio nel campo della Filosofia e della Teologia

su cui a quel tempo la chiesa di Roma stava esercitando la massima vigilanza… e, in reazione-difesa agli attacchi dei protestanti, tendeva (fin troppo) a un’interpretazione della Bibbia letterale e in sintonia con l’opinione predominante della Tradizione

Il fatto centrale è che Galileo insiste a toccare, e a mettere in discussione, anche entrando nel merito delle Sacre Scritture, proprio quella “saldatura tra Teologia e Filosofia Naturale” su cui si basava la cultura (e il potere) della Chiesa… (➤Paolo Rossi)

😮🔎 14.1300.550  Galileo più volte espressamente “cerca, nella Bibbia, una conferma delle verità della nuova scienza” (➤Paolo Rossi). Ad esempio, nel 1613, nella Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari fatta stampare a Roma dal principe Federico Cesi, aveva scritto che l’idea di cieli incorruttibili (=in cui non avvengono modifiche) è opinione non solo falsa, ma “erronea e repugnante alle indubitabili verità delle Sacre Lettere (=Bibbia)” e gli ambienti ecclesiastici avevano chiesto subito, formalmente, di togliere dal testo i riferimenti alla Bibbia prima di pubblicarlo…

Paolo Rossi ammette che a Galileo “non erano mancati né gli avvertimenti né gli inviti alla prudenza” ➤Paolo Rossi

Tra gli ecclesiastici non mancavano studiosi molto competenti sia nelle scienze che nella sana teologia, come il cardinale gesuita san Roberto Bellarmino s.i. (+1621, spesso accusato di non essere “conforme” al papa o al pensiero dominante del tempo, e aperto alla nuova scienza).

Proprio lui fa parte della commissione della chiesa di Roma incaricata di aprire un’indagine sulle idee copernicane in seguito a una denuncia (1614) partita dagli ambienti dei frati domenicani alla Congregazione dell’Indice di Roma.

In questo processo, che, come ricorda Paolo Rossi, è stato un processo contro la teoria copernicana e non  😎😕 contro la persona di Galileo o le sue opere, che non vengono neppure citate (e quindi non è il  😎😕 “primo processo contro Galileo”, perché Galileo ha avuto un solo processo, nel 1633),

viene (purtroppo) proibito di sostenere o difendere la teoria copernicana come vera.

In questa occasione, nel marzo del 1616, il cardinale Bellarmino “ammonisce” Galileo e padre Paolo Antonio Foscarini (uno studioso e frate carmelitano, che aveva sostenuto in un suo libro l’accordo tra il sistema copernicano e la Bibbia) di stare solo sul piano delle ipotesi:

Spiega Bellarmino: è “benissimo detto e non ha pericolo nessuno” affermare che, supposto che la Terra si muova e il Sole stia fermo, “si salvano meglio le apparenze”,

ma affermare che accade realmente così “è cosa pericolosa non solo d’irritar tutti i filosofi e theologi scolastici, ma anco di nuocere alla Santa Fede con render false le Scritture Sante“:

riproponendo quindi, secondo una linea di prudenza, il paradigma dell’astronomia come pura matematica, costruzioni di ipotesi…: proprio ciò che però Galileo non vuole, perché lui vuole fare “filosofia”, cioè dimostrare come sono realmente le cose (➤Paolo Rossi per il ragionamento e per le citazioni di Bellarmino)

🌙😮 14.1300.650 ” (…) Dico che quando ci fusse vera demostratione che il sole stia nel centro del mondo e la terra nel 3° cielo, e che il sole non circonda la terra, ma la terra circonda il sole,

allhora bisogneria andar con molta consideratione in esplicare le Scritture che paiono contrarie, e più tosto dire che non l’intendiamo, che dire che sia falso quello che si dimostra.

Ma io non crederò che ci sia tal dimostratione, fin che non mi sia mostrata: nè è l’istesso dimostrare che supposto ch’il sole stia nel centro e la terra nel cielo, si salvino le apparenze, e dimostrare che in verità il sole stia nel centro e la terra nel cielo;

perchè la prima dimostratione credo che ci possa essere, ma della 2a ho grandissimo dubbio, et in caso di dubbio non si dee lasciare la Scrittura Santa, esposta da’ Santi Padri”. Roberto Bellarmino s.i., Lettera a Foscarini, 12 aprile, 1615

(questo e altre lettere nel pdf del vol.12 dell’opera di Galileo dedicato al “carteggio”=lettere dal 1614 al 1619)

Cominciano a circolare, sembra, voci negative contro Galileo e lui chiede un’incontro privato con il cardinale Bellarmino, che accetta di fargli una dichiarazione scritta (maggio 1616) che conferma che lui non ha mai abiurato:

🌙😮 14.1300.750   “Noi Roberto cardinale Bellarmino, havendo inteso che il sig. Galileo Galilei sia calunniato o imputato di havere abiurato in mano nostra, et anco di essere stato per ciò penitenziato di penitenzie salutari, et essendo ricercati della verità, diciamo che il suddetto sig. Galileo non ha abiurato in mano nostra né di altri qua in Roma, né meno in altro luogo che noi sappiamo, alcuna sua opinione o dottrina, né manco ha ricevuto penitenzie salutari né d’altra sorte, ma solo gli è stata denunziata la dichiarazione fatta da Nostro Signore (papa Paolo 5) publicata dalla Sacra Congregazione dell’Indice, nella quale si contiene che la dottrina attribuita al Copernico, che la terra si muova intorno al sole e che il sole stia nel centro del mondo senza muoversi da oriente ad occidente, sia contraria alle Sacre Scritture, e però non si possa difendere né tenere. Et in fede di ciò habbiamo scritta e sottoscritta la presente di nostra propria mano, questo dì 26 di maggio 1616. Il medesimo di sopra, Roberto cardinale Bellarmino”.

Intanto Piero Guicciardini (+1626), ambasciatore di Toscana a Roma, in una lettera datata 4 marzo 1616, scriveva intanto del carattere “focoso” di Galileo e di alcuni religiosi che gli sono ostili… (l’abbiamo riportata poco fa in questo Scenario)

😮🔎 14.1300.850  E le macchie solari? Anche in questa occasione sta continuando la discussione (e la polemica)

Nel 1611 le studia l’astronomo e matematico gesuita tedesco Christoph Scheiner (+1650) e l’anno dopo pubblica le sue analisi (1612): ritiene che siano satelliti del Sole (sta anche cercando di preservare la “purezza” del Sole, in cui non ci sono variazioni né… macchie?).

Questa era una spiegazione abbastanza tradizionale: si sapeva delle macchie da tempo, ma di solito si pensava al transito di un pianeta… e quando Giovanni Keplero nel 1607 vede una macchia solare pensa al passaggio di Mercurio…

Possiamo dire che i primi studiosi che hanno analizzato le macchie solari sono stati proprio Christoph Scheiner, Johann Fabricius (che vedremo qui sotto) e Galileo.

🌙😮 14.1300.950   Giugno 1611. L’astronomo tedesco ventiquattrenne Johann Fabricius pubblica De Maculis in Sole observatis, sostenendo che sono nubi nell’atmosfera del Sole. Suo padre David (astronomo allievo di Tycho Brahe) dissente, accodandosi alla duratura opinione che ci siano pianeti fra il Sole e Mercurio. La leggenda del pianeta Vulcano (che in realtà però sembra nascere nell’Ottocento)  è destinata a vivere a lungo”. Michael F. Flynn

“30 Giugno 1612. A Roma Il Principe Federico Cesi aveva precedentemente affermato che avrebbe volentieri accettato il copernicanesimo se eccentrici ed epicicli fossero stati rimossi (Copernico per interpretare i movimenti del sistema solare usava più di 30 circoli). Galileo gli risponde difendendo gli eccentrici e gli epiciclise alcuno vorrà negare questi, converrà che neghi le revolutioni delle Stelle Medicee intorno a Giove (…) et negando quelli, converrà dire che il vedere Marte hora vicinissimo alla terra et hora lontanissimo sia una illusione’.

Giorgio De Santillana osserva al riguardo: ‘È uno dei più strani misteri di questa storia che Galileo non abbia fatto ricorso all’aiuto offerto da Keplero con la sua teoria delle orbite ellittiche. Tanto più strano in quanto lo stesso Cesi, a due riprese, (…) gli aveva chiesto se potessero giovare quelle ellissi: segno che se ne discorreva attorno a lui”. ➤Giorgio de Santillana (+1974, uno studioso italiano di origine ebraica dicente del MIT), Processo a Galilei, ed. orig. 1965 ➤Michael F. Flynn

Nel 1613 Galileo pubblicherà, con il patrocinio dell’Accademia dei Lincei, l’Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti (1613, sotto forma di tre lettere a un membro dell’Accademia), ma la polemica nel frattempo prosegue…

😮🔎 14.1400  Già nella prima di queste lettera (1612) Galileo parla del suo timore a pubblicare su questo e altri temi, perché “da gl’inimici delle novità, il numero de i quali è infinito, ogni errore, ancor che veniale, mi sarebbe ascritto a fallo capitalissimo, già che è invalso l’uso che meglio sia errar con l’universale (=insieme alla maggioranza), che esser singolare (=da solo) nel rettamente discorrere” ➤Galileo, prima lettera al Sig. Marco Velseri (dell’Accademia dei Lincei) circa le macchie solari, 1612 (e qui come altrove i testi di Galileo ci mostrano la sua competenza di buon scrittore!)

Galileo sostiene (giustamente) che le macchie solari devono essere sulla superficie del sole… ma anche qui cita e interpreta la Bibbia…

Tra le frasi che Galileo scrive nell’originale (ma che poi accetta di togliere della pubblicazione), ecco un esempio: “Or chi sarà che vedute, osservate e considerate queste cose, voglia più persistere in opinione non solamente falsa, ma erronea e ripugnante alle indubitabili verità delle Sacre Lettere (=Bibbia)?

Le quali ci dicono i cieli e tutto il mondo non pure essere generabili e corruttibili, ma generati, e dissolubili e transitori. Ecco la Bontà divina, per trarci da si gran fallacia inspira ad alcuno metodi necessari”.

Il principe Federico Cesi, che aveva privatamente consultato i “censori” della curia papale, riassume: “non vogliono si dica in quel luogo niente della Scrittura” ➤Federico Cesi a Galileo, 30 novembre del 1612

Nel settembre 1612 Christoph Scheiner s.i. pubblica un nuovo contributo sulle macchie solari (De maculis solaribus et stellis circa Iovem errantibus accuratior disquisitio), ma non ha fatto in tempo a leggere i contributo di Galileo: infatti “sembra ignorare completamente le prime due lettere di Galileo, e niente fa infuriare Galileo più dell’essere ignorato” (➤Michael F. Flynn)

Con la consueta delicatezza Galileo scrive: “spero di far vedere quanto scioccamente sia stata trattata questa materia dal Gesuita (=Scheiner)” (nov 1612) ➤Michael F. Flynn

Così si arriva alla terza lettera di Galileo e poi alla pubblicazione (marzo 1613) di cui dicevamo sopra.

🌙😮  14.1400.100  Tra l’altro Christoph Scheiner s.i. non era uno studioso incompetente né un vecchio aristotelico conservatore: “Scheiner continuerà nello studio sistematico del Sole col telescopio, svilupperà la notazione delle macchie solari ancora in uso e noterà la differente velocità di rotazione degli emisferi del Sole che è oggi ritenuta l’origine delle macchie. Tutto ciò verrà pubblicato nel 1630 nel libro Rosa Ursina, la guida definitiva del Seicento secolo sulle macchie solari: un lavoro di eterna bellezza matematica – e prosa pesante ed impenetrabile. Naturalmente, fra le altre cose attacca Galileo. Sigh. (…)

1613-1617. Basandosi sull’analisi pubblicata da Keplero nel 1611 (nel suo libro Dioptrice), Scheiner progetterà e costruirà il primo telescopio a rifrazione moderno. Esso usa due lenti convesse invece della configurazione convessa-concava di Galileo. Ciò risulta in un’immagine invertita, ma anche un campo visivo drammaticamente ingrandito. Poiché il campo visivo diminuisce all’aumentare del potere d’ingrandimento, questa innovazione permette telescopi più potenti; i telescopi galileiani sarebbero praticamente inutili per poteri d’ingrandimento maggiori.  Naturalmente, Galileo sbeffeggerà anche questa innovazione. ➤Michael F. Flynn

😮🔎 14.1400.200   Anche sulle comete c’è polemica…

ad esempio con lo studioso matematico gesuita Orazio Grassi s.i.: ma qui incredibilmente le posizioni ideologiche si invertono…

Dopo la comparsa di una grande cometa (1618), a Roma il matematico gesuita Orazio Grassi s.i. risponde al libro: Discorso sulle Comete del galileiano Mario Guiducci (Firenze, giugno 1619, in realtà “opera dello stesso Galilei”  ➤Paolo Rossi) con un libro intitolato Libra astronomica et philosophica qua Galilaei Galilaei opiniones de cometis a Mario Guiduccio in Florentina Academia expositae (1619)

La cosa strana è che “sia nel Discorso sulle Comete sia nel Saggiatore (1623) Galileo a proposto del fenomeno delle comete, contro le giuste innovazioni dei gesuiti romani… assunse le posizioni dell’ormai declinante aristotelismo” (➤Paolo Rossi)

Galileo infatti qui “attacca aspramente l’astronomia di Tycho Brahe (+1601), (‘il maggior astronomo del suo tempo’ ➤Paolo Rossi) che aveva interpretato le comete come corpi reali (vedendo che la cometa del 1577 aveva una parallasse molto più piccola di quella della Luna, Brahe ‘ne aveva correttamente inferito che si trovava oltre il cielo della Luna’)

e Galileo le considera come fenomeni ottici, cioè oggetti solo apparenti…”infilandosi così in una selva di incoerenze” (➤Paolo Rossi, che fa riferimento a ➤William René Shea nato nel 1937, ex professore titolare della Cattedra Galileiana di Storia della Scienza dell’università di Padova, che già negli anni ’70 faceva notare  come qui Grassi si appellava spesso alle evidenze sperimentali mentre Galileo più volte si appellava alla teoria…)

Insomma, il gesuita Orazio Grassi s.i., “utilizzando osservazioni condotte anche in altri collegi gesuitici italiani e stranieri, sosteneva, in virtù dell’assenza di una parallasse apprezzabile” che le comete dovevano essere corpi reali che sembravano avere un orbita tra la Luna e il Sole, mentre per Galileo le comete sono “addensamenti di vapori terrestri giunti negli strati più elevati dell’atmosfera“, oggetti apparenti, non reali e la parallasse si applica solo a oggetti reali… ➤Cesare Preti – Maria Grazia Ercolino, 2002

😮🔎 14.1400.250  Si arriva al processo…

Già con il libro Il Saggiatore (1623, sulle comete, contro le conclusioni dello studioso gesuita Orazio Grassi s.i.) Galileo “si era alienato le simpatie degli ambienti gesuitici“…

ma per anni non succede nulla…

Poi nel febbraio del 1632 (quando Galileo ha ormai quasi 70 anni), viene pubblicato a Firenze

(si voleva pubblicarlo a Roma, ma la morte per malattia del quarantacinquenne principe Federico Cesi nel 1630 ha reso la cosa più difficile…)

il suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo(ecco il testo completo)

🌙😮 14.1400.350  Il filosofo e matematico comunista Ludovico Geymonat (+1992, il primo in Italia ad avere una cattedra di Filosofia della Scienza), presentava così il Dialogo: “Quest’opera difende insieme i diritti della scienza e della cultura, esige libertà per lo scienziato e per l’uomo di cultura e affronta, oltre a questioni scientifiche, anche problemi di ordine cosmologico e filosofico, portando ovunque il senso nuovo della scienza moderna, il nuovo concetto dell’uomo e la forma nuova nella quale deve delinearsi il rapporto tra l’uomo e la natura” 

Il titolo sarebbe dovuto essere  Del flusso e riflusso (delle maree, cioè la famosa “prova” del moto della Terra…), ma i frati domenicani esaminatori avevano chiesto un cambio del titolo e così esce come: Dialogo di Galileo Galilei Matematico Straordinario dello Studio di Pisa e Filosofo e Matematico Primario del Serenissimo Gr. Duca di Toscana, dove ne i congressi di quattro giornate si discorre sopra i due Massimi Sistemi del Mondo, Tolemaico e Copernicano, proponendo indeterminatamente le ragioni filosofiche e naturali tanto per l’una, quanto per l’altra parte

Il titolo stesso (I Due Massimi Sistemi) esclude il “terzo sistema” ideato da Tycho Brahe (+1601) che i gesuiti vedevano invece con favore

😮🔎 in questo testo e in questo video del Museo Galileo Multimediale viene spiegato il sistema di Tycho Brahe

La lingua scelta non è il latino ma il volgare italiano (“non è certo indirizzata (…) ai professori (…) il pubblico che Galilei vuole convincere è quello delle corti, della borghesia e del clero, dei nuovi ceti intellettuali (…) non i professori e gli studiosi scienziati del tempo” ➤Paolo Rossi

Nonostante l’introduzione (Al Discreto Lettore) che parla di “pura ipotesi matematica”, quindi del metodo ipotetico appoggiato anche da papa Urbano 8′ Barberini (+1644, di famiglia fiorentina antiMedici), di massimo rispetto per la teoria dell’immobilità della Terra, dell’assenza di esperienze che possano davvero provare la mobilità della Terra, ecc.

poi il “tono” dell’opera (…) è assai lontano da questi atteggiamenti di cautela“:

le posizioni tolemaiche vengono sistematicamente sminuite e valutate negativamente mentre l’opinione papale delle pure ipotesi viene praticamente messa in ridicolo (➤Paolo Rossi), poiché a sostenerla, nel Dialogo, è il personaggio di Simplicio, che simboleggia lo studioso conservatore che segue le teorie invece dei fatti e viene spesso trattato con ironia…

Poi: la famosa “prova” delle maree, presentata anche quo per dimostrare il moto terrestre… non tiene (ma per lui tiene e ne è convinto dal 1616).

😮🔎 14.1400.450  Il discusso studioso e frate domenicano calabrese Tommaso Campanella il 5 agosto 1632 gli scrive una lettera per congratularsi e osserva che nel Dialogo: “Ognun fa la parte sua mirabilmente: e Simplicio par il Trastullo di questa comedia filosofica, ch’insieme mostra la sciocchezza della sua setta, il parlare e l’instabilità e l’ostinazione e quanto ci va. (…) Queste novità di verità antiche di novi mondi, nove stelle, novi sistemi, nove nazioni ecc. son principio di secol nuovo. Faccia presto. Chi guida il tutto: noi per la particella nostra assecondamo. Amen.”

ma aggiungeCirca il movimento del mare, non in tutto son per adesso con Vostra Signoria”.

e infine non c’è traccia delle orbite ellittiche annunciate da Keplero già nel 1609 (anzi, si insiste sul moto circolare come il più “naturale”, eccellente, ecc.)

Questo esplosivo mix di fattori porta il papa a intervenire

il papa Urbano 8′ aveva scritto all’ambasciatore di Firenze il 5 settembre 1632, con “molta collera” (ci dice l’ambasciatore), “ch’anche il nostro Galilei aveva ardito d’entrar dove non doveva, e in materie le più gravi e le più pericolose che a questi tempi si potesser suscitare

e l’11 settembre 1632 l’ambasciatore di Firenze scrive al segretario del Granduca Ferdinando 2′ Medici che il papa “tiene che s’incorra in molti pericoli della fede, non si trattando qui di materie matematiche, ma della Scrittura Sacra, della religione e della fede;

perché non è stato osservato il modo e l’ordine dato nello stampare il libro, e la sua opinione (la teoria copernicana di Galileo) non solo viene accennata in esso, ma in molti luoghi assertivamente dichiarata in maniera incomportabile (=intollerabile, insopportabile) meravigliandosi tutti che costà (=lì a Firenze) sia stato lasciato stampare. E per questo avrebbe creduto, se si fosse stampato qua, che nel rivederlo d’accordo foglio per foglio, si fusse pubblicato in qualhe forma da poter passare e consiglia, nei riguardi di Galileo, di procedere dolcemente e senza strepito (…) di rivedere e aggiustare l’opera ecc.

Per la mentalità di oggi il “processo a Galileo” (aprile – giugno 1633) sembra un’assurdità, una chiara ingiustizia: in parte è così, ma non è solo questo e soprattutto non è “assurdo”.

Accusato di aver estorto l’imprimatur (=l’autorizzazione alla pubblicazione) senza aver fatto presente l’ammonizione ricevuta nel 1616, Galileo al processo (per paura?) si difende, oltre che interpretando diversamente l’ammonizione del 1616, affermando che nel Dialogo voleva semplicemente dimostrare l’errore della posizione copernicana,

ma così “si toglie da solo ogni reale possibilità di difesa (…) fu facile infatti dimostrare che cercava di ingannare i suoi giudici…”, perché in realtà, come i giudici gli rispondono, “non solo arma l’opinione copernicana di argomenti nuovi, ma lo fa in italiano (…) per trascinare dalla sua parte il popoloe infine “sostiene di aver discusso un’ipotesi matematica, ma le conferisce una realtà fisica, cosa che i matematici non faranno mai” ➤Paolo Rossi

Dopo un mese Galileo pronuncia davanti ai giudici una pubblica abiura (22 giugno 1633): “con cuore sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie (…) e giuro che per l’avvenire non dirò mai più né asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le quali si possa haver di me simil sospitione, ma se conoscerò alcun heretico o che sia sospetto d’heresia, lo denuntiarò a questo S. Offizio”  ➤Paolo Rossi

La condanna al “carcere formale” si ridurrà comunque subito a una semplice vita ritirata…

😮🔎 14.1400.700   Papa Urbano 8′ Barberini e Galileo

Maffeo Barberini da cardinale era stato un ammiratore di Galileo sin dai primi incontri nel 1611 a Roma ed a Firenze. Negli anni seguenti, fra di loro s’era stabilito un contatto per corrispondenza e quando Galileo fu coinvolto, nel 1615-1616, nel procedimento promosso dalla Congregazione dell’Indice contro il copernicanesimo, Barberini cercò di proteggerlo (…)

Poco dopo, nel 1620, il cardinale scrisse e pubblicò in onore dello scienziato una poesia elogiativa delle sue scoperte astronomiche; e questi fece dedicare, nel 1623, il suo Saggiatore al neoeletto pontefice che provava gran gusto nel leggere le arguzie e le invettive toscane contenute nel polemico trattato.

Nella primavera 1624, infine, Urbano 8′ ricevette Galileo ben sei volte in udienza; sembra che questi incontri abbiano incoraggiato lo scienziato a scrivere un’opera da tempo progettata che doveva mettere a raffronto, pur rispettando le prescrizioni ecclesiastiche e procedendo per pura e semplice ipotesi matematica, il sistema tolemaico-aristotelico e la teoria copernicana.

Nel maggio 1631 Galileo, con il consenso del papa, consegnò il manoscritto ai censori romani che – dopo aver obbligato l’autore ad inserire un passo, proposto già anni prima da Urbano 8′, sull’onnipotenza divina, superiore a tutte le leggi apparenti della natura e dell’universo – diedero nel luglio 1631 la licenza per la stampa (=imprimatur).

La dura reazione di papa Urbano 8′ alla pubblicazione del Dialogo si può spiegare in diversi modi: o il papa giudicava lesa la sua autorità da certe impostazioni del testo, o si era lasciato convincere che l’opera intendesse solo propugnare la validità della condannata dottrina eliocentrica, o si dovette accorgere – grazie anche a un documento non autentico o almeno giuridicamente non valido, che si era trovato negli atti del 1616 – che a Galileo era stato assolutamente vietato di occuparsi in qualsiasi modo delle teorie copernicane. In ogni caso, la condanna di Galileo – promossa dallo stesso Urbano 8′ che, da cardinale, si era ancora dimostrato probabilista – esautorò (=privò di autorità) la ‘nuova scienza’ galileiana e convalidò ulteriormente la corrente rigorosamente tradizionalista da tempo dominante nella Chiesa cattolica postridentina in campo teologico e filosofico”. ➤Georg Lutz, 2000

😮🔎 14.1400.850  “Fino alla sua morte Galilei lavora ad una sorta di testamento scientifico in cui raccoglie i suoi tentativi di fondazione delle due nuove scienze della meccanica e dei movimenti locali: nel 1638 pubblica ancora incompleti a Leida i Discorsi e dimostrazioni matematiche sopra due nuove scienze.

Muore l’8 gennaio 1642 (l’anno in cui muore anche il cardinale Richelieu… e nasce Isaac Newton)” ➤Mariano Giaquinta

🌙😮  14.1400.950   “(…) Ahimé, Signor mio, il Galileo, vostro caro amico e servitore, da un mese  in qua è fatto irreparabilmente del tutto cieco (la vista gli diminuiva progressivamente dalla fine 1637);

Or pensi V. S. in quale afflizzione (=tristezza, ora noi scriviamo afflizione) io mi ritrovo, mentre che vo considerando che quel cielo, quel mondo e quello universo che io con mie maravigliose osservazioni e chiare dimostrazioni avevo ampliato per cento e mille volte più del comunemente
veduto da’ sapienti di tutti i secoli passati, ora per me s’è sì diminuito e
ristretto, ch’e’ non è maggiore di quel che occupa la persona mia.”
➤Galileo, lettera all’amico Elia Diodati, 2 gennaio 1638

🌙😮 14.1500   “Nelle mie tenebre vo fantasticando or sopra questo or sopra quello effetto di natura, né posso, come vorrei, dar qualche quiete al mio inquieto cervello: agitazione che molto mi nuoce, tenendomi poco meno che in perpetua
vigilia”. ➤Galileo, Lettera a frate Fulgenzio Micanzio, 30 gennaio 1638

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😮🔎 14.1500.100    Sei mesi dopo la condanna di Galileo dell’estate 1633, il filosofo e matematico francese René Descartes (Cartesio, pronuncia renè decart, +1650) scrive all’amico matematico e famoso studioso francese frate Marin Mersenne o.m. che rinunciava a pubblicare il suo trattato sul mondo (in cui sosteneva anche una forma di moto della Terra) perché aveva saputo di come era finita con Galileo… e aveva la tentazione di “bruciare tutte le sue carte” (ecco un pezzo della sua lettera).

Qualche mese (aprile 1634) dopo, Cartesio scriverà a Mersenne che ha deciso di voler vivere seguendo il proverbio: bene vixit qui bene latuit (lat.=se ne è stato ben nascosto, appartato)… Ma già in un suo appunto del 1619 troviamo questa idea: “larvatus prodeo” (lat.=procedo mascherato). Il trattato sul mondo verrà pubblicato infatti solo dopo la morte di Cartesio…

😮🔎 14.1500.160 Cartesio e le teorie astronomiche. Anni dopo, Cartesio ci darà il suo parere sulle teorie astronomiche del tempo (in: Principi di Filosofia, 1644 in latino, tre anni dopo anche in francese). Esamina quelle che ritiene le tre “ipotesi” (le chiama così) principali diffuse fino ad allora, ma non le giudica adeguate: scarta la teoria tolemaica “perchè contrasta con molti fenomeni“, scarta la teoria copernicana “perchè è stata condannata dalla Chiesa” e scarta quella di Tycho Brahe “perchè è troppo complicata“. Propone quindi la sua teoria, sempre come ipotesi, ma affermando che “i principi dai quali è partito sono evidentissimi e le conseguenze sono matematicamente evidenti” (➤Sofia Vanni Rovighi): la Terra starebbe ferma nel suo cielo, ma sarebbe trasportata da un moto vorticoso…

🌙😮 14.1500.180 “Per Cartesio, il cosmo consiste di un illimitato sistema di vortici, ognuno dei quali ha una stella (come il Sole) al suo centro, circondata da un sistema di pianeti, che si muovono nei loro rispettivi vortici.

Cartesio spiega la formazione e struttura dell’universo sulla base di materia e movimento e delle leggi di natura. L’intervento divino si limita alla creazione della materia e all’attribuzione a essa di una certa quantità di moto. (…)

Cartesio, che accetta il sistema copernicano (noi non ne siamo così convinti), risolve il contrasto tra la teoria eliocentrica e la condanna della Chiesa facendo appello al carattere relativo del moto: la Terra, come gli altri pianeti, è trascinata dal proprio vortice di materia celeste, ma rispetto alle parti circostanti, essa è in quiete. (…).

La gravità è spiegata da Cartesio non come proprietà dei corpi, ma come effetto dell’urto di particelle del secondo elemento, che ruotano turbinosamente intorno alla Terra”. Antonio Clericuzio in Oilproject

😮🔎 14.1500.210   Nel 1637 a Leida (Olanda) Cartesio decide di far pubblicare, in francese ma in forma anonima, tre testi scientifici (La diottricaLe meteoreLa geometria) con un’introduzione di un centinaio di pagine intitolata: Discorso sul metodo

Titolo originale completo: “Discours de la méthode pour bien conduire sa raison, et chercher la verité dans les sciences Plus la Dioptrique, les Meteores, et la Geometrie qui sont des essais de cete (cette) Methode” (trad.: Discorso sul metodo per un retto uso della propria ragione e per la ricerca della verità nelle scienze più la diottrica, le meteore e la geometria che sono saggi di questo metodo).

😮🔎 14.1500.260 L’idea originaria gli era venuta tempo prima, il 10 novembre 1619, sembra in un sogno, mentre partecipava alla Guerra dei Trent’Anni nell’armata cattolica guidata da Massimiliano duca di Baviera…

😮🔎 14.1500.290  Intanto il suo pensiero si diffonde in tutta Europa, soprattutto grazie all’instancabile opera di intermediario del suo amico padre Marin Mersenne:

🌙😮 14.1500.300  Marin Mersenne. “Intellettuale dai molteplici interessi scientifici e aperto ai problemi della scienza moderna, ebbe un ruolo essenziale nel diffondere la cultura europea dell’epoca, nel promuovere i rapporti (soprattutto epistolari) tra gli scienziati dell’epoca e nel costruire un cenacolo intellettuale, l’Academia Parisiensis, attorno all’ordine dei Minimi, che influenzò gli studi di geometria e anche la produzione artistica e pittorica dell’epoca (…).

Per lungo tempo Mersenne fece da intermediario fra i maggiori scienziati e filosofi del momento (non solo Cartesio, ma anche Galileo, di cui pubblica diverse opere in traduzione francese a Parigi, Hobbes, Pascal padre e figlio, Gassendi, Huygens, Torricelli che è discepolo e successore di Galileo come Matematico del Granducato di Toscana, e altri), intrattenendo con essi una fitta corrispondenza”. ➤Enciclopedia di Matematica Treccani online

😮🔎 14.1500.320 Solo dall’Ottocento in poi si consoliderà la (cattiva?) abitudine di leggere questo testo sul Metodo senza i tre saggi, di cui era solo l’introduzione. ➤Etienne Gilson

😮🔎 14.1500.200.350 Il punto di partenza di Cartesio.

Cartesio aveva capito che

1) la nuova scienza sembrava essere vera perché le sue scoperte e le sue nuove leggi “funzionavano”, erano verificabili, mentre

2) la vecchia filosofia che si insegnava nelle università (Filosofia Naturale e Metafisica, nata con Aristotele) era ormai diventata arida, astratta e pretenziosa… e non produceva una Fisica altrettanto verificabile ed efficace.

La geniale interpretazione di san Tommaso non era più letta direttamente e Cartesio, anche quando studiava al collegio gesuita di La Flèche, che era, ci dice lui, una delle più famose scuole d’Europa, ➤Sofia Vanni Rovighi), non ha mai analizzato la filosofia medievale sui testi dei grandi autori, ma solo sui manuali e sui commenti del suo tempo ➤Eugenio Garin

Cartesio, infine, vede anche che

3) in Francia si diffondeva il movimento dei Libertini o “esprits forts” (fr.= spiriti forti), che con audace coerenza applicavano il razionalismo della scienza anche alla religione, all’uomo e alla morale e divulgavano questa concezione presso la borghesia e l’aristocrazia (➤Angiolo Gambaro).

😮🔎 14.1500.200.400  Nel 1624 il suo amico e grande studioso frate Marin Mersenne aveva pubblicato un testo-denuncia intitolato L’Impiété des déistes, athées et libertins de ce temps, combattue et renversée de point en point par des raisons tirées de la philosophie et de la théologie (trad. l’empietà dei deisti, degli atei e dei libertini di questo tempo, combattuta e capovolta punto per punto ecc.) “e affermava che di libertini se ne contavano 50mila nella sola Parigi” (➤Vittorio Mathieu)

😮🔎 14.1500.200.500 Gli inizi del razionalismo religioso. Già nel Cinquecento il toscano Fausto Socini (+1604), seguendo le posizioni di suo zio Lelio (+1562), aveva usato un metodo razionalistico per depurare i Vangeli dalle sovrapposizioni successive e aveva sostenuto che Cristo ci salva semplicemente indicandoci come vivere e se noi lo imitiamo abbiamo la vita eterna, mentre il peccato originale, Cristo “vero uomo e vero Dio”,  e il valore misterioso del sacrificio di Cristo in croce sono tutte idee da abbandonare… (Trinità, evidentemente, compresa: lui e i suoi seguaci verranno infatti chiamati Anti-Trinitari)

Fausto Socini si era mosso in tutta Europa e quando gli era capitato di tornare in Italia, aveva lavorato come diplomatico di un uomo di chiesa, fingendosi cattolico (➤Mario Biagioni): una simulazione opportunistica usata da diversi uomini di quel tempo e chiamata Nicodemismo.

😮🔎 14.1500.200.600  Le vie del razionalismo dal Duecento in poi. Questa concezione razionalistica era già presente nell’aristotelismo estremo del Duecento che Tommaso e Bonaventura avevano cercato di combattere, poi si era mostrato in alcune correnti estreme del Rinascimento (ad esempio nello studioso aristotelico Pietro Pomponazzi +1525 e in Leonardo da Vinci +1519) contro cui già Petrarca nel Quattrocento aveva reagito, infine si era fuso con la Nuova Scienza (anti-aristotelica, ma sempre razionalistica) di Galileo (+1642) e di Newton (+1727)

🌙😮  14.1500.200.800Socini interpreta il primo capitolo del vangelo di san Giovanni spiegando che Cristo era solo un uomo, scelto da Dio e reso divino attraverso la resurrezione, perché mostrasse con la parola e l’esempio la via per raggiungere la vita eterna.

Questa interpretazione gli sembrava un buon presupposto per avviare l’opera di rimozione delle stratificazioni che il platonismo, ma soprattutto la metafisica aristotelica, avevano depositato sul corpo della dottrina cristiana.

La purezza evangelica giaceva sepolta sotto il peso delle ideologie, e per liberarla si rendevano indispensabili strumenti immuni da contaminazioni filosofiche, come lo erano quelli offerti dalla filologia umanistica e già sperimentati da Erasmo da Rotterdam nel Cinquecento e da Lorenzo Valla nel Quattrocento.

(…) Una delle conseguenze più rivoluzionarie della dottrina dell’umanità di Cristo risiedeva nella negazione della sacralità del ruolo del pontefice e delle gerarchie ecclesiastiche, che giustificava una pratica religiosa incardinata sull’imitazione di Cristo anziché su riti e sacramenti“. ➤Mario Biagioni, 2012

😮🔎 14.1500.200.900  Un importante problema di quel tempo era il seguente: come coniugare la Nuova Scienza (razionalistica e meccanicistica) con la religione cristiana e la sua morale, ritenute indispensabili per vivere insieme con sicurezza senza degenerare nella violenza e nell’immoralità generali?

😮🔎 14.1500.300  “Cartesio si sentì investito da Dio d’una grande missione di rinnovamento del sapere – missione insieme filosofica, scientifica, morale, religiosa – e decise di dedicarvi tutta la sua vita (…).

Donde la decisione di sradicare dalla propria mente tutte le opinioni apprese fino allora, e di ricostruire fin dalla sua radice, secondo un sicuro metodo di razionalità, chiarezza e distinzione, tutto il sapere conoscibile”. ➤Treccani online, Cartesio

😮🔎 14.1500.300.200  Nel Discorso sul Metodo (1637) e soprattutto nelle successive Meditazioni sulla Filosofia Prima (=Metafisica, scritte prima del 1630, pubblicate in latino nel 1641 e poi in francese nel 1647 con il titolo di Meditazioni Metafisiche: sono pubblicate assieme a sette obiezioni di famosi studiosi del tempo, con le relative risposte di Cartesio), Cartesio propone la sua dimostrazione

1) dell’esistenza indubitabile dell’io (per quanto io possa dubitare, è assolutamente vero che io esisto come pura res cogitans: sostanza pensante inestesa, libera e consapevole)

2) dell’esistenza indubitabile di Dio come Essere Perfetto di cui abbiamo un’idea innata

3) e, poiché Dio non vuole ingannarci, possiamo affermare che certamente esiste il mondo (➤Vittorio Mathieu) come pura res extensa (sostanza fisica, estesa, limitata e inconsapevole), in pratica pura quantità (e movimento locale, per combinazione delle parti estese).

😮🔎 14.1500.300.230  Quindi Per Cartesio il pensiero non rivela l’essere, la realtà (come in Tommaso): il pensiero rivela al massimo l’esistenza di… se stesso. Il resto va dimostrato…. o garantito da un Dio che non inganna.

😮🔎 14.1500.300.260  Infine, per rifondare il sapere in modo che possa sostenere la Nuova Scienza meccanicistica, Cartesio capisce che la Metafisica aristotelica non era adeguata: poiché al suo tempo esisteva anche una Metafisica platonico-agostiniana (che rileggeva Agostino usando le categorie platoniche), che non si occupava tanto del mondo corporeo ma del “dialogo diretto l’anima (la mens) e e Dio” e la sviluppa fino in fondo… fino ai paradossi dell’anima puramente incorporea che risiederebbe nella ghiandola pineale e agli animali-macchine… (➤Sofia Vanni Rovighi)

🌙😮  14.1500.300.280 “Per ritrovare la verità dei contenuti del pensiero, in rapporto con il mondo esterno e con i corpi  (…) Cartesio fa una scelta che pone tra parentesi l’esperienza, incapace di far conoscere la realtà, e che si affida (platonicamente) alle idee innate (come quella di Dio, certa proprio “perché non proviene dal mondo sensibile”) distanziandosi dal recente sviluppo delle scienze sperimentali (…)

L’idea innata di Dio diventa quindi garanzia indiscutibile sia (…) dell’esistenza del mondo esterno al soggetto, sia delle altre idee innate”. ➤Gaspare Polizzi, “Cartesio“, in Autori Vari, Manuale di Base di Storia della Filosofia, Firenze University Press, 2009, p.70-71

🌙😮 14.1500.300.330  E’ interessante notare che per san Tommaso l’esistenza dei corpi è evidente, mentre per mostrare l’esistenza di un principio spirituale in noi che può sussistere indipendentemente dal corpo, serve una dimostrazione non banale (lat. diligens et subtilis inquisitio, Tommaso, Somma di Teologia, 1′, questione 87, articolo 1).

Per Cartesio è l’opposto: che l’io sia una res cogitans assolutamente incorporea e indipendente dal corpo è una verità immediatamente evidente, mentre Cartesio propone una dimostrazione “assai laboriosa” per affermare con certezza che ci sono dei corpi… (➤Sofia Vanni Rovighi, Storia della Filosofia Moderna, ed. orig. 1976, La Scuola, 1981, p.105, nota 37) e in ultima analisi l’esistenza della realtà è garantita da Dio.

Nasce così il dualismo cartesiano, per cui anima e corpo sono assolutamente separati…

🌙😮 14.1500.300.400  “Il sistema che si diffonde maggiormente, quello di Cartesio, dissociò radicalmente il mondo spirituale (res cogitans) da quello delle cose (res extensa), (una dissacrazione dell’universo fisico, insomma, e ‘la fine del tradizionale antropomorfismo‘)… per meglio fondare la possibilità di istituire i rapporti quantitativi e meccanici tra di essi (cioè la Nuova Scienza)” ➤Alberto Tenenti, L’Età Moderna, Il Mulino, 1980, nuova ediz. 1997, p.291

🌙😮 14.1500.300.500 “Il tentativo di spiegazione per causas (lat.= attraverso le cause) è rigidamente meccanicistico: tutti i fenomeni fisici, biologici e psicologici appaiono a Cartesio conseguenze necessarie del moto di corpuscoli materiali, impresso in origine da Dio ma attualmente autonomo.

Anche gli organismi viventi sono assimilati a macchine, e le loro funzioni a movimenti meccanici; soltanto l’uomo è fornito di un’anima immateriale che governa il corpo dalla ghiandola pineale, ove ha sede. In questo schema consequenziario i fatti sperimentali fungono semplicemente da controprove”. ➤Treccani online, Cartesio

😮🔎 14.1500.300.600 Quanto alla morale, come rispondere al razionalismo dei libertini? In attesa di sviluppare con il suo Nuovo Metodo tutte le verità sull’uomo necessarie a fondare una morale, Cartesio nel Discorso sul Metodo (1637) propone una “Morale Provvisoria” in 4 punti: il primo è obbedire alle leggi e alle usanze del proprio paese “e ritenere costantemente la religione nella quale Dio mi ha fatto la grazia di essere istruito dalla mia infanzia (…) governandomi, in tutto il resto, secondo le opinioni più moderate“.

Ancora il 20 novembre 1647 Cartesio scriverà all’ambasciatore francese Pierre Chanut: “E’ vero che mi rifiuto di scrivere i miei pensieri sulla morale, e lo faccio per due motivi: uno, che non vi è materia dalla quale i maligni possano più facilmente trovare pretesti per calunniare; l’altro, che credo appartenga solo ai sovrani e a coloro che da questi sono autorizzati, l’occuparsi di regolare i costumi degli altri“.

😮🔎 14.1500.300.750 Direzioni inconciliabili? Così in opere come L’Uomo (elaborato nel 1633-34, ma non pubblicato) Cartesio ampliava radicalmente il ruolo del corpo-macchina, mentre in opere come le Meditazioni Metafisiche (1641) ampliava radicalmente il ruolo della mente incorporea…

Due direzioni difficili da conciliare (➤Emanuela Scribano) per lo stesso Cartesio. Anche per questo, forse, e non solo per paura, Cartesio non fa pubblicare Il Mondo e L’Uomo, che verranno diffusi solo verso il 1664, cioè dopo la sua morte?

Difficili da conciliare anche per i filosofi successivi che leggeranno i suoi scritti.

Così l”ateo” Spinoza (+1677) costruirà pochi anni dopo “una teoria della conoscenza basata esclusivamente sulla fisiologia cartesiana” espressa nell’Uomo e nel Mondo… lasciando perdere le direzioni indicate delle Meditazioni Metafisiche di Cartesio (1641), mentre il sacerdote francese Nicolas Malebranche (+1715, leggi malbransc) vedrà proprio nel Cartesio delle Meditazioni la possibilità di combattere gli errori filosofici del suo tempo e farà derivare tutta la conoscenza direttamente da Dio, che ha stabilito una corrispondenza tra corpo e anima e che ci dà le idee intellettuali con cui conoscere le cose materiali (platonismo)…

😮🔎 14.1500.300.800 Per il filosofo cattolico Augusto Del Noce (+1989) proprio il razionalismo cartesiano (per cui “l’essere viene ridotto a misura della ragione umana” e quindi “si afferma Dio ma si cancella il peccato originale” ➤Guido Rivolta) sarebbe all’origine della modernità e dei suoi (inevitabili) esiti culturali…

😮🔎   14.1500.400   Dieci anni dopo lo studioso e scrittore puritano inglese John Milton, ricordando la sua visita a Galileo del 1639, scriveva: “I dotti italiani lamentavano lo stato di servitù (ingl. servil condition) in cui la scienza (Philosophy) era stata ridotta nella loro patria; era la ragione per cui lo spirito italiano, tanto vivo, si era spento e per cui da molti anni tutto ciò che si scriveva non era che adulazione e banalità (orig. inglese flattery and fustian”  ➤John Milton, Areopagitica: A speech of Mr John Milton for the liberty of unlicensed printing to the Parliament of England, 1644 (citiamo la traduzione “libera” di Paolo Rossi)

🌙😮 14.1500.550  Lo studioso cattolico Vittorio Messori prova a spiegare così il “processo”:

“😎😕 Torture? carceri dell’Inquisizione? addirittura rogo?

Anche qui, gli studenti europei del sondaggio avrebbero qualche sorpresa.

Precedentemente Vittorio Messori citava un’inchiesta ‘del Consiglio d’Europa tra gli studenti di scienze in tutti i Paesi della Comunità, secondo la quale quasi il 30 per cento è convinto che Galileo Galilei sia stato arso vivo dalla Chiesa sul rogo. La quasi totalità (il 97 per cento) è comunque convinta che sia stato sottoposto a tortura. Coloro – non molti, in verità – che sono in grado di dire qualcosa di più sullo scienziato pisano, ricordano, come frase ‘sicuramente storica’, un suo ‘Eppur si muove!’

Galileo non fece un solo giorno di carcere, né fu sottoposto ad alcuna violenza fisica.

Anzi, convocato a Roma per il processo, si sistemò (a spese e cura della Santa Sede), in un alloggio di cinque stanze con vista sui giardini vaticani e cameriere personale. Dopo la sentenza, fu alloggiato nella splendida villa dei Medici al Pincio. Da lì, il ‘condannato’ si trasferì come ospite nel palazzo dell’arcivescovo di Siena, uno dei tanti ecclesiastici insigni che gli volevano bene, che lo avevano aiutato e incoraggiato e ai quali aveva dedicato le sue opere. Infine, si sistemò nella sua confortevole villa di Arcetri, dal nome significativo ‘Il gioiello’.

Non perdette né la stima né l’amicizia di vescovi e scienziati, spesso religiosi. Non gli era mai stato impedito di continuare il suo lavoro e ne approfittò difatti, continuando gli studi e pubblicando un libro – Discorsi e dimostrazioni sopra due nuove scienze – che è il suo capolavoro scientifico.

Né gli era stato vietato di ricevere visite, così che i migliori colleghi d’Europa passarono a discutere con lui. Presto gli era stato tolto anche il divieto di muoversi come voleva dalla sua villa.

Gli rimase un solo obbligo: quello di recitare una volta la settimana i sette salmi penitenziali (😎😕in realtà resta anche l’obbligo di non occuparsi più della teoria copernicana). Questa ‘pena’, in realtà, era anch’essa scaduta dopo tre anni, ma fu continuata liberamente da un credente come lui, da un uomo che per gran parte della sua vita era stato il beniamino dei Papi stessi; e che, ben lungi dall’ergersi come difensore della ragione contro l’oscurantismo clericale, come vuole la leggenda posteriore, poté scrivere con verità alla fine della vita: ‘In tutte le opere mie, non sarà chi trovar possa pur minima ombra di cosa che declini dalla pietà e dalla riverenza di Santa Chiesa’.

Morì a 78 anni, nel suo letto, munito dell’indulgenza plenaria e della benedizione del papa. Era l’8 gennaio 1642, nove anni dopo la ‘condanna’ e dopo 78 di vita. Una delle due figlie suore raccolse la sua ultima parola. Fu: ‘Gesù!’.

I suoi guai, del resto, più che da parte ‘clericale’ gli erano sempre venuti dai ‘laici’: dai suoi colleghi universitari, cioè, che per invidia o per conservatorismo, brandendo Aristotele più che la Bibbia, fecero di tutto per toglierlo di mezzo e ridurlo al silenzio. La difesa gli venne dalla Chiesa, l’offesa dall’Università” ➤Vittorio Messori, Pensare la storia. Una lettura cattolica dell’avventura umana Ed. Paoline, 1992, p. 383-397

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😮🔎 14.1500.700  Keplero, l’astronomo mistico

L’astronomo tedesco (protestante di famiglia luterana, ma amico di molti cattolici) Johannes Kepler (Keplero, +1630) a differenza di quasi tutti gli altri scienziati, non si è limitato a pubblicare i risultati delle sue scoperte, ma ci ha raccontato anche i suoi motivi, i suoi tentativi, le sue incertezze e i suoi stessi errori!

🌙😮 14.1500.800   A vent’anni “(…) seguiva le lezioni di matematica e di astronomia di M. Mästlin (Michael Maestlin, +1631, uno dei primi a insegnare ai suoi allievi sia il tradizionale sistema tolemaico sia quello copernicano), il quale di solito intratteneva privatamente i migliori allievi – e il Kepler fu tra i prediletti – su questioni che il tempo ristretto o divieti superiori non gli permettevano di esporre dalla cattedra; tra queste la spiegazione del sistema copernicano, allora avversato anche dalla religione luterana.

Il Kepler, meno disposto a nascondere le proprie convinzioni e palesatosi quindi pubblicamente copernicano, non sembrò adatto alla carriera ecclesiastica e fu spinto, contro sua voglia, ad accettare nel 1594 la nomina a professore di matematica nel ginnasio di Graz” ➤Giovanni Silva, 1933, arricchito

Keplero immagina un universo con il sole davvero al centro

(mentre in realtà per Copernico il centro non coincideva con il sole, ma con il centro dell’orbita terrestre ➤Paolo Rossi)

e non solo fisicamente: il Sole è anche il “centro dinamico” perché è l’unica “anima motrice” di tutti i pianeti

e si impegna a formulare il rapporto tra distanza dal sole e velocità dei pianeti…

Il trentaduenne Galileo ha ricevuto il suo Mysterium Cosmographicum (1596, Keplero aveva solo 25 anni e difendeva già l’idea copernicana!) e gli scrive una lettera di congratulazioni, ma non è chiaro se l’abbia davvero letto e in ogni caso il misticismo neoplatonico di Keplero era molto distante dalla sua visione

Galileo manterrà quindi un certo pregiudizio anche verso le successive scoperte di Keplero (ad esempio Galileo non crede che le orbite dei pianeti possano essere ellittiche come aveva dedotto Keplero, in questo caso resta ancora legato all’idea di circolarità-perfezione…➤Erwin Panofsky, Paolo Rossi, finendo per essere, qui, più platonico di lui!).

Il cinquantenne Tycho Brahe era più in sintonia con la visione di Keplero: dopo aver visto il Mysterium Cosmographicum (1596) del giovane Keplero, i due si scrivono, Brahe critica diversi punti del libro, ma comunque senza i molti dati precisi raccolti nell’osservatorio di Brahe, Keplero non avrebbe potuto andare molto oltre…

alla fine nel 1600 Brahe gli offre un posto di assistente da lui a Praga, in Boemia: quando Brahe, pochi mesi dopo muore (+ ottobre 1601) Keplero gli succede addirittura nella carica di “Matematico Imperiale” e potrà visionare tutti gli scritti e gli appunti lasciati da Brahe.

😮🔎 14.1500.900   Nel Mysterium, oltre a teorie curiose (e non scientificamente corrette) di tipo mistico-platonico, Keplero “faceva risalire la causa del moto dei pianeti a una forza diffondentesi dal Sole e decrescente con le distanze da esso;

altrove egli afferma che le maree sono dovute all’attrazione della Luna sulle acque degli oceani;

che una pietra non è soltanto attratta dalla Terra, ma anche l’attrae, e che due pietre, isolate da ogni altra azione, cadrebbero l’una verso l’altra.

È dunque l’intuizione, se non l’enunciazione, della legge di gravitazione universale del Newton” ➤Giovanni Silva, 1933

Keplero pubblica almanacchi, pronostici, oroscopi (e il De Fundamentis Astrologiae Certioribus =I Fondamenti Più Certi dell’Astrologia, 1601: proprio come astrologo si fa una ottima reputazione!), uno studio scientifico sull’anno di nascita di Gesù (1606), ecc.

Nel 1606 finisce di scrivere il suo “capolavoro“, che verrà pubblicato nel 1609 (lo stesso anno in cui Galileo fa le sue osservazioni con il cannocchiale):

Astronomia Nova Aitiologhetos (gr.=secondo le cause) seu (=o, ovvero) physica coelestis, tradita (=trattata con) commentariis de motibus stellae Martis ex observationibus G.V. Tychonis Brahe

Qui Keplero spiega i suoi 70 tentativi di far quadrare i dati raccolti da Brahe sul moto di Marte e i calcoli ricavabili dall’astronomia tolemaica o da quella nuova, copernicana.

Non si accontenta di disaccordi anche piccoli e, “sulla base di una premessa errata” e con calcoli “che contenevano non trascurabili errori” ➤Paolo Rossi, La Nascita della Scienza Moderna in Europa, ed. orig. 1997, Laterza, 2011, p.99,

formula quella che oggi chiamiamo Seconda Legge di Keplero  (sono quelle che il fisico siciliano Antonino Zichichi non chiama Leggi, ma “Regolarità”): a differenza di quanto sostenevano le due concezioni astronomiche, la Terra e gli altri pianeti si muovevano con un moto realmente (non solo: in apparenza) non uniforme!

L’orbita di un pianeta, poi, non è un cerchio, ma un’ovale… (fine del “Dogma della Circolarità” ➤Paolo Rossi)

anzi (e qui altri tentativi…) un’ellisse (=Prima Legge di Keplero, che lui scopre dopo la seconda!)

Restano comunque “leggi sperimentali” che diventeranno “scientifiche” solo nel 1687 grazie a Isaac Newton!

Spariscono (per sempre) eccentrici, epicicli, ecc.

Il mese dopo il Nuncius Sidereus di Galileo (marzo 1610), pubblica la Dissertatio cum Nuncio Sidereo, in cui appoggia Galileo, e l’anno dopo insiste con il testo  Narratio de Jovis satellitibus in cui ribadisce la validità delle scoperte di Galileo e in cui “compare per la prima volta il termine ‘satellite‘ per indicare gli oggetti celesti che ruotano attorno ai pianeti” (➤Mauro Boscarol)

Una particolarità di questo studioso è comunque… la sua vita:

la vita di Keplero non è stata mai facile, anzi, in pratica è stata quasi sempre “una vita difficile, piena di amarezze e di dolori” (➤sito vialattea.net), ma vissuta con molto coraggio e impegno.

Suo padre era un soldato mercenario che sparisce dalla sua vita quando aveva 5 anni, sua madre Katharina era una guaritrice che a 70 anni verrà accusata di essere una “strega” (ne abbiamo parlato), a 4 anni prende il vaiolo (inglese: smallpox) che lo farà debole di salute per tutta la vita…

ma è stata sua mamma a fargli ammirare il cielo e le eclissi.

Vivrà sempre più o meno povero, vedrà morire ancora bambini i suoi primi due figli e altri più tardi,

il trasferimento a Praga è anche una “cacciata” da Graz (Stiria, in Austria) a causa della sua fede protestante (ma i gesuiti lo stimano talmente come docente che ottengono la sua riammissione… ➤Giovanni Silva)

Nel 1611 sua moglie Barbara morirà malata e non più sana di mente, ma Keplero trova comunque la forza di proseguire con il lavoro e con lo studio… pubblicando altri manuali, sempre in chiave pitagorica e neoplatonica (ad esempio, associando a ogni pianeta un tono – intervallo musicale…),

ma sempre certo che la verità della natura sia da capire non attraverso “simboli o geroglifici“, ma attraverso l’osservazione rigorosa e la “dimostrazione matematica” (➤Paolo Rossi)

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😮🔎 14.1600    Nasce l’Ora… Esatta

Paolo Agnoli ci ricorda il “rapporto tra l’esigenza di precisione della società moderna ed i relativi sviluppi tecnici e scientifici. Afferma lo storico della scienza Alexandre Koyrè (+1964): ‘Solo una civiltà urbana, evoluta e complessa, per i bisogni precisi della sua vita (…) può provare la necessità di sapere l’ora, di misurare un intervallo di tempo. Solamente là appariranno gli orologi (…)

in Grecia come a Roma, la vita quotidiana sfugge alla precisione – tutta relativa d’altronde – degli orologi. La vita quotidiana si muove nel pressappoco del tempo vissuto.
Lo stesso accade nel corso del Medioevo. E anche più tardi.

Senza dubbio la società medievale ha sull’antica l’insigne vantaggio di avere abbandonato l’ora variabile, sostituendola con un’ora a valore costante. Solo che essa non prova molto bisogno di conoscere quest’ora. Essa viene perpetuando, come ha detto tanto bene Lucien Febvre, ‘le abitudini di una società di contadini che accettano di non sapere mai l’ora esatta, se non quando suona la campana (supponendo che questa sia ben regolata) e che per il resto si riferiscono alle piante, alle bestie, al volo di quest’uccello o al canto di
quell’altro. ‘Verso il levar del sole’, oppure ‘verso il tramonto’.

La vita quotidiana è dominata dai fenomeni naturali, dall’alba e dal tramonto – ci si alza presto e non si va a letto tardi – e la giornata è scandita, piuttosto che misurata, dalla suoneria delle campane che annunziano le ‘ore’- le ore dei servizi religiosi ben più di quelle dell’orologio. (Alexandre Koyré, Du monde de l’à-peu-près à l’univers de la précision, in: Etudes d’histoire de la pensée philosophique, 1961)


Non c’è quindi da stupirsi, afferma sempre Koyrè citando anche Lucien Febvre, che
‘il tempo del
Cinquecento (…) sia sempre e di nuovo il tempo vissuto, il tempo del pressappoco, e che in ciò che concerne il tempo – e tutto il resto – nella mentalità degli uomini di quell’epoca ‘regni dovunque fantasia, imprecisione, inesattezza.

Così ci sono uomini che non sanno esattamente neppure la loro età: sono innumerevoli i personaggi storici di quel tempo che ci lasciano la scelta fra tre o quattro date di nascita, talora lontane di parecchi anni’:

così accade che gli uomini non conoscano né il valore né la misura del tempo (in Koyré, 1961)” ➤Paolo Agnoli, Introduzione storica e filosofica ai concetti e alla metodologia della misura, Tesi di Laurea, 2002-2003

Ora però qualcosa cambia… infatti nel 1656 lo studioso protestante olandese Christian Huygens brevetta un eccezionale 🔬√ orologio a pendolo che si diffonderà rapidamente…

molto più preciso di qualsiasi strumento per misurare il tempo esistente fino ad allora, divenne il prototipo per la realizzazione degli orologi per i successivi tre secoli” ➤Ian Mortimer

…Sta arrivando “l’ora esatta”, il bisogno-desiderio (e, presto, anche nevrosi e incubo?) della nuova società moderna….

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😮🔎  14.1600.200   Secondo ➤Jacques Attali, dopo Genova (1560-1620), dal 1620 fino al 1788 il centro del nuovo “Ordine Mercante” (che Jacques Attali chiama “cuore” dell’Ordine Mercante, cioè dove opera una “classe creativa” di avanguardia) sarà l’olandese Amsterdam

Il suo entroterra è ricco di agricoltura (lino, canapa, colza, luppolo), di allevamento (pecore), di piccole aziende di coloranti di tessuti e di filatura (già meccanizzata) e la città, arricchendosi, può comprare il suo cibo e quanto non produce lei. Così cresce fortemente, mentre i vecchi centri di produzione entrano in crisi (ad esempio il manifatturiero del Veneto, cioè le terre di Venezia, arriva al 10% di quanto produceva nel Cinquecento ➤Nicolangelo D’Acunto)

😮🔎 14.1600.300  Amsterdam colora i drappi di lana vergine di tutta Europa, Inghilterra compresa.

Con i soldi che guadagna investe nella produzione industriale di una nuova nave inventata nel 1570 e chiamata 🚌🐎 Fluyt (➤Jacques Attali, pronuncia flait), lunga circa 40m, economica, con notevole capacità di carico (anche più di 500 tonnellate) e con necessità di pochi uomini a bordo (2-3), che sarà la prima a essere prodotta secondo un criterio industriale seriale e avrà grande successo…

nel 1664, secondo un’indagine che aveva richiesto il ministro francese Colbert, la flotta olandese ne aveva ben 6mila, con un volume complessivo doppio rispetto alla flotta inglese, due volte e mezzo la flotta francese e quattro volte la flotta spagnola (➤Patrick Villiers, Jean-Pierre Duteil et Robert Muchembled, citati da Wikipedia francese, ag17). Wikipedia tedesca (ag17) sostiene che ne avevano 15mila, cioè la metà del traffico navale mondiale (😎😕crediamo che qui si intenda “europeo”)…

La flotta olandese trasporterà tre quarti del grano, del sale, del legno (e la metà dei metalli e dei tessuti) di tutta Europa (➤Jacques Attali).

Più che una sola città è una regione unita: l’industria è a Leida e i cantieri navali sono a Rotterdam.

🌙😮 14.1600.400   “Il protestantesimo libera da ogni colpevolezza il fatto della ricchezza” e la Compagnia Olandese delle Indie Orientali (VOC) e la Banca di Amsterdam “trasformano questa potenza navale in dominio finanziario, commerciale e industriale” (➤Jacques Attali)

La Francia del re Sole Luigi 14′ (+1715) sembra potentissima, ma quanto a benessere della gente (welfare), nel 1643 il reddito pro capite (=a testa) degli abitanti di Amsterdam è 4 volte quello dei parigini (➤Jacques Attali) e la potenza commerciale di Amsterdam sarà lunghissima… fino alla seconda metà del Settecento, quando toccherà a Londra…

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😮🔎 14.1600.500   Ad Amsterdam c’è vita pubblica, vivacità intellettuale… e una certa dose di libertà:

nella seconda metà del Seicento il costruttore di lenti e filosofo Baruch Spinoza (+1677, ebreo olandese, di una famiglia di ebrei fuggita dalla Spagna e poi dal Portogallo) che vive nell’ambiente culturale olandese “saturo di cartesiasismo” (➤Vittorio Mathieu) “può” scrivere opere in cui sostiene, commentando Cartesio, che in realtà Dio è semplicemente la Natura (lat. Deus sive Natura, sive= o, oppure, quindi significa “Dio, cioè la Natura”),

le due formule “panteistiche” per riassumere il pensiero di Spinoza erano il latino Deus sive Natura (Dio cioè la Natura) e il greco En Kai Pan (=Uno cioè Tutto)

perché “la natura non può essere diversa rispetto a dio: Dio è tutto, infinito, senza nulla di esterno (…) le cose non sono sostanze, ma modi dell’unica sostanza” che è Dio-Natura-Tutto (➤Giuseppe Barzaghi o.p.: rispetto a Cartesio, qui “estensione e pensiero sono semplicemente attributi di Dio“):

Spinoza viene scomunicato dalla sua sinagoga (1656) e malvisto da protestanti e cattolici, ma comunque non viene processato né imprigionato…

Per Spinoza tutto è necessario e accade necessariamente, la libertà di scelta non ha senso, il massimo è capire davvero tutto questo e accettare con amore l’identificazione io-Dio-Tutto…

😮🔎 14.1600.650   La concezione politica di Spinoza

“Spinoza avvia la sua discussione politica da un punto di partenza simile a quello di Hobbes (+1679) per arrivare, però, non allo stato assoluto (come Hobbes), bensì alla democrazia, che viene ad aggiungersi al liberalismo spinoziano, emerso soprattutto nella sua profonda tolleranza religiosa.

La concezione spinoziana della politica molto risente dell’ impianto metafisico: non essendovi distinzione tra ‘essere’ e ‘dover essere’, non avrebbe molto senso parlare di diritto come ciò che è e ciò che sarebbe giusto che fosse proprio perchè tutto ciò che è, è giusto che sia.

Nello stato di natura (la retrograda condizione che precede lo stato moderno), il diritto di ogni singolo essere si estende quanto si estende la sua potenza : tutto questo è indubbiamente coerente con la metafisica spinoziana.

Già Hobbes diceva che nello stato di natura ciascuno ha diritto su tutto : lo stesso è per Spinoza , a parere del quale ogni singolo ha diritto su tutto ciò che ha la potenza di prendere per sé. Dal punto di vista metafisico il diritto su tutto, però, ce l’ha solo la sostanza (la res divina) che è infinita , ha potenza infinita e quindi ha anche diritto infinito. Però gli uomini non possono avere sulle cose un diritto infinito (come diceva Hobbes) proprio perché, in quanto modi , sono limitati: avendo potenza limitata , avranno anche diritto limitato.

A questo punto Spinoza fa in politica lo stesso discorso che faceva nell’etica:

là occorreva abbandonare il particolare per mettersi nell’ottica della sostanza e per vedere che tutto avviene razionalmente e quindi per ottenere la felicità da questa constatazione, che porta a superare l’infelicità, ossia il punto di vista ristretto che prima si aveva.

In politica è grosso modo la stessa cosa: abbiamo potenza e diritto limitati, ma potremmo provare ad acquisire diritto e potenza più ampi unendoci tutti insieme, sommando le nostre singole potenze e i nostri singoli diritti; come comunità, avremo maggior potenza e quindi maggiori diritti. Per far questo occorre che i singoli individui si spoglino dei loro singoli diritti e delle loro singole potenze non in favore di un terzo (come diceva Hobbes), ma in favore di se stessi: ognuno si priva della sua singola potenza e dei suoi singoli diritti per poi riacquisirli come comunità: non appena io cedo il mio diritto, subito lo recupero come membro della collettività, non rimane in mano ad un terzo.

Anch’io come singolo faccio parte del gruppo che detiene i diritti. Certo ci sono anche degli svantaggi: quando cedo i miei diritti di singolo per riacquisirli come collettività, non posso più fare come mi pare perché non ne ho più il diritto , ma devo attenermi alle regole prese dalla comunità, di cui comunque faccio parte. Molto maggiore, secondo Spinoza, è il vantaggio: il diritto di cui partecipo come collettività ( proprio perché somma di potenze ) é molto maggiore rispetto a quello di cui partecipavo come singolo .

Da notare però che le leggi sono vincolanti: le leggi stabilite dalla comunità sono espressioni del volere di tutti, anche di chi non è d’accordo: io posso non concordare come singolo, ma come membro della comunità non solo devo rispettarle, ma devo anche riconoscerle come espressione della mia volontà; obbedendo ad esse obbedisco a me stesso perché ho ceduto il diritto di singolo a me stesso come membro della collettività: mentre cedo il mio diritto di singolo perdo quello a fare quello che mi pare e devo agire come vuole la comunità (come prescrivono le leggi) ma ho acquisito un nuovo diritto: quello di determinare insieme agli altri la decisione collettiva.

Cento anni dopo Spinoza, Rousseau sosterrà tesi assai vicine a quelle del pensatore ebreo.

Anche per Spinoza, come per Hobbes, non c’è quindi diritto alla ribellione perché ribellarsi è andare contro alle decisioni prese dalla collettività, di cui io faccio parte: è come decidere una cosa e poi ribellarsi ad essa”. ➤Diego Fusaro sul sito filosofico.net

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😮🔎  14.1600.750   1644: in Cina, che sarebbe “la prima potenza economica mondiale” (➤Jacques Attali, anche se il “mondo” nelle sue connessioni si sta ancora faticosamente costruendo), la dinastia cinese di imperatori Ming viene sconfitta dai nomadi Manciù (=della Manciuria, un’area vicino alla Mongolia, sopra la penisola della Corea) e la nuova dinastia Manciù dominerà la Cina fino al 1911: saranno gli imperatori Qing (pronuncia “Cing”) e porranno la capitale della Cina a Pechino.

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😮🔎 14.1600.850   Intanto per l’impero tedesco la minaccia turca è un pericolo costante:

nel 1683 assediano di nuovo Vienna, la capitale dell’impero

I Turchi Ottomani, il cui immenso impero andava dalla Serbia all’Algeria (il Marocco gli sfugge sempre), avevano invaso le terre ungheresi, veneziane e polacche.

Venezia combatte qui “la sua ultima e gloriosa guerra” per ogni isola del mar Egeo e per ogni porto di Grecia e Dalmazia, fino alla sua sconfitta (➤Renato Cirelli): la grande e strategica Candia (Creta), veneziana dal 1204, dopo 20 anni di attacchi viene conquistata dai turchi il 27 settembre 1669

i Turchi “puntano al Baltico“, spiega ➤Franco Cardini.

Arrivano quindi a Vienna nel luglio 1683

l’ultima volta l’avevano assediata nel 1529, poi dopo la vittoria navale di Lepanto del 1571 avevano rallentato l’espansione a ovest

incoraggiati dalla Francia, sempre impegnata nella sua politica antiasburgica e anti-imperiale, che li favorisce

😮🔎 14.1600.950  Paolo Mieli spiega che “fu infatti il re cattolico francese Luigi 14′ a incoraggiare con ogni mezzo il sultano turco spingendolo ad aggredire l’impero austriaco.

Il suo ambasciatore a Istanbul Guilleragues si espose fino a mettere in chiaro (…) che nel caso i turchi avessero attaccato l’Austria, i francesi non avrebbero mosso un dito e forse avreb­bero addirittura sferrato un colpo di pugnale alla schiena dell‘imperatore Leopoldo Asburgo” e cita John Stoye (+2016, professore di Modern History al Magdalen College di Oxford), L’assedio di Vienna, Il Mulino, 2016 (in inglese: The Siege of Vienna: The Last Great Trial Between Cross and Crescent, 2000)

🌙😮 14.1700   Dopo la vittoria europea di Lepanto (1571) “purtroppo non è finita, anche per la capacità inesauribile del totalitarismo ottomano di radunare eserciti colossali da scagliare contro la cristianità.

Quest’ultima, tanto per cambiare, è divisa al suo interno, e ciò per una ragione anche strutturale: il cristianesimo, per sua natura, è anti-dispotico, perciò gli europei sono uomini anche politicamente liberi. Frammentati in una miriade di autonomie politiche e abituati a considerare la sfera politica separata da quella religiosa, hanno tempi di reazione militare lunghi e quasi sempre tardivi.

Di contro, il sultano islamico è contemporaneamente capo politico, militare e religioso. Può mobilitare in un attimo masse spaventose di uomini. E non si dimentichi che nell’islam la schiavitù è corrente (ai remi delle navi turche a Lepanto, c’erano schiavi cristiani)” ➤Rino Cammilleri

I turchi cominciano a circondare e ad assediare Vienna (sono in 120mila? in 300mila? non lo sappiamo con certezza): i loro cannoni non sono abbastanza efficaci da buttare giù le buone mura della città, ma gli abili ingegneri turchi cominciano i lavori per “minare” le mura…

Il papa comasco Innocenzo 11′ (di una famiglia aristocratica di mercanti e banchieri), che tentava da anni di unire i signori cristiani per coalizzarli contro il pericolo turco, invia a Vienna il francescano cappuccino, predicatore e guaritore famoso in molti paesi d’Europa, san Marco d’Aviano (+1699)

come fece il papa spagnolo Callisto 3′ con il settantenne francescano san Giovanni da Capestrano durante l’assedio turco di Belgrado del 1456

e si affida a lui per mettere d’accordo i vari capi cristiani dell’Europa… lui ci riesce

verrà poi richiamato a Vienna dall’imperatore per 14 volte (➤Luciano Garofoli)

e qui c’è la “sorpresa Sobieski” (➤Paolo Mieli): il re di Polonia Giovanni 3′ (Jan Sobieski) era stato educato in Francia ed era diventato re con l’appoggio del re Sole Luigi 14’… non si sperava quindi in un suo grande aiuto

…ma Sobieski accetta la sfida e sarà addirittura il capo dello schieramento “europeo”, che sconfiggerà i Turchi

i Turchi in seguito lo chiameranno Il Leone di Lehistan (turco =Polonia)

🌙😮 14.1700.150  “L’11 settembre 1683, dopo avere assistito alla messa celebrata dal Beato, i cavalieri cristiani calano dal monte Kahlemberg che sovrasta l’accampamento musulmano e riportano una strepitosa vittoria (“schiacciante vittoria delle forze cristiane” ➤Franco Cardini), liberando l’Europa dall’incubo. Comincia qui il declino militare ottomano.

Pochi anni dopo, il principe Eugenio di Savoia che guida l’esercito imperiale costringe i turchi alla pace di Carlowitz

Pace di Carlowitz / Karlowitz1699: ‘a detta unani­me degli storici, segnò 1) l’avvio del lento ma irrever­sibile tramonto dell’impero ottomano‘ ➤Paolo Mieli, e 2) l’affermazione dell’Austria degli Asburgo, che cresce acquisendo Transilvania e Ungheria

e di ‘problema islamico’ non si parlerà più (…)”. ➤Rino Cammilleri

Al suo rientro in patria, re Sobieski “durante il suo regno dovette condurre guerre offensive e difensive per tutelare i confini della Polonia  (più vasta di quella attuale, comprendendo infatti LituaniaBielorussia ed Ucraina) dall’ingerenza russa ed ottomana, anche alleandosi con  l’Impero, il Papato e la Repubblica di Venezia.

Non riuscì a ripetere il successo ottenuto a Vienna durante il resto del suo regno, così da dopo la liberazione di Vienna iniziò il lento declino di Sobieski e, in generale, della stessa Confederazione Polacco-Lituana

Giovanni 3′ Sobieski fu l’ultimo re di Polonia dotato di grande personalità, soprattutto militare; protagonista e artefice degli ultimi splendori del Regno di Polonia, dopo la sua morte il paese subirà le prepotenze degli stati confinanti, fino a scomparire da lì ad un secolo per mano di Russia, Prussia e Austria, che metteranno sul trono sovrani fantocci e che infine se lo spartiranno ben tre volte”. (nella seconda metà del Settecento)”. ➤Wikipedia, Giovanni Sobieski, lug17

Con questa guerra (1683) inizia il declino dell’impero turco ottomano, che verrà poi sconfitto più volte dalle potenze europee, soprattutto dall’Austria

🌙😮 14.1700.300  Le vicende della battaglia di Vienna da un punto di vista storico cattolico tradizionale

“Le poche forze imperiali appoggiate da soldati ungheresi guidati dal duca Carlo 5’ di Lorena (+1690) tentano invano di resistere. Il duca Carlo, grande condottiero al servizio degli Asburgo prende il comando benché ancora convalescente di una grave malattia che lo aveva portato sullorlo della morte, dalla quale si dice l’’abbiano salvato le preghiere di un padre cappuccino, san Marco da Aviano (+1699).

Marco, inviato del Papa presso l’Imperatore e instancabile predicatore della crociata anti-turca, consiglia che tutte le insegne imperiali portino l’’immagine della Madre di Dio.

Da allora le bandiere militari austriache (di alcun i reggimenti) manterranno l’’effigie della Madonna (ecco qualche esempio che mi ha cortesemente rintracciato Matteo Foppa Pedretti) per due secoli e mezzo, fino a quando Adolf Hitler (+1945) le farà togliere.

Il 13 luglio 1683 i Turchi assediano Vienna: durante il percorso hanno devastato le regioni attraversate, saccheggiato città e villaggi, distrutto chiese e conventi, massacrato e schiavizzato le popolazioni cristiane.

L’imperatore Leopoldo 1′ (+1705), dopo aver affidato il comando militare al conte Ernst Rüdiger von Starhemberg (+1701), decide di lasciare Vienna e raggiunge Linz per organizzare la resistenza della Germania contro il tremendo pericolo che la sovrasta.

Nell’impero suonano a stormo le ‘campane dei turchi’, comera già accaduto nel 1664 e nel secolo precedente, e inizia la mobilitazione delle risorse militari imperiali, mentre limperatore tesse febbrilmente trattative per chiamare a raccolta tutti i principi, cattolici e protestanti, sabotato dal re Sole Luigi 14′ e da Federico Guglielmo di Brandeburgo (duca di Prussia, +1688, aree protestanti), e chiede limmediato intervento dellesercito polacco, appellandosi al supremo interesse della salvezza della Cristianità(…)

In questo momento drammatico dà i suoi frutti la politica europea e orientale da anni promossa dalla Santa Sede, soprattutto per merito del cardinale Benedetto Odescalchi (+1689), eletto Papa con il nome di Innocenzo 11’ nel 1676, beatificato nel 1956 da Papa Pio 12’ (+1958).

Convinto custode del grande spirito crociato, il Pontefice, che da cardinale governatore di Ferrara si era guadagnato il titolo di ‘padre dei poveri’, ispira una politica lungimirante tesa a creare un sistema di equilibrio fra i principi cristiani per indirizzare la loro politica estera contro limpero ottomano.

Avvalendosi di abili e decisi esecutori come i nunzi Obizzo Pallavicini (+1700) e Francesco Buonvisi (1626-1700), il venerabile Marco da Aviano e altri, la diplomazia pontificia media e concilia i contrasti europei, pacifica la Polonia con lAustria, favorisce lavvicinamento con il Brandeburgo protestante e con la Russia ortodossa, difende perfino gli interessi dei protestanti ungheresi contro lepiscopato locale, perché tutte le divisioni della Cristianità dovevano venir meno davanti alla difesa dellEuropa dallislam. E, nonostante gli insuccessi e le incomprensioni, nell’anno dei Turchi’ 1683 il Papa riesce a essere lanima della grande coalizione cristiana, trova il denaro in tutta Europa per finanziare le truppe di grandi e di piccoli principi e paga personalmente un reparto di cosacchi (=gruppi di uomini liberi e ben organizzati che vivevano nella Russia meridionale, in conflitto continuo con i nomadi Tartari e Turchi) dellesercito della Polonia.

Intanto a Vienna, invasa dai profughi, si consuma la via crucis dell’assedio, che la città sopporta eroicamente. 6mila soldati e 5mila uomini della difesa civica si oppongono, tagliati fuori dal mondo, allo sterminato esercito ottomano, armato di 300 cannoni. Tutte le campane della città vengono messe a tacere fuorché quella di Santo Stefano, chiamata Angstern, ‘angoscia’, che con i suoi incessanti rintocchi chiama a raccolta i difensori.

Gli assalti ai bastioni e gli scontri a corpo a corpo sono quotidiani e ogni giorno può essere lultimo, mentre i soccorsi sono ancora lontani. Sollecitato dal Papa e dallimperatore, alla testa di un esercito, muove a marce forzate verso la città assediata il re di Polonia Giovanni 3’ Sobieski (+1696), che già due volte aveva salvato la Polonia dai turchi. Finalmente il 31 agosto si congiunge con il duca Carlo di Lorena, che gli cede il comando supremo, e, quando viene raggiunto da tutti i contingenti dellimpero, lesercito cristiano si mette in marcia verso Vienna, dove la situazione è ormai drammatica.

I turchi hanno aperto brecce nei bastioni e i difensori superstiti, dopo aver respinto diciotto attacchi ed effettuato ventiquattro sortite, sono allo stremo, mentre i giannizzeri attaccano, infiammati dai loro predicatori, e i cavalieri tatari scorrazzano per lAustria e la Moravia. L11 settembre 1683 Vienna vive con angoscia quella che sembra lultima notte e von Starhemberg invia a Carlo di Lorena lultimo disperato messaggio: Non perdete più tempo, clementissimo Signore, non perdete più tempo. (…)

All’alba del 12 settembre 1683 il venerabile Marco da Aviano, dopo aver celebrato la Messa servita dal re di Polonia, benedice lesercito schierato, quindi, a Kalhenberg, presso Vienna, 65mila cristiani affrontano in battaglia campale 200mila ottomani.

Sono presenti con le loro truppe i principi del Baden e di Sassonia, i Wittelsbach di Baviera, i signori di Turingia e di Holstein, i polacchi e gli ungheresi, il generale italiano conte Enea Silvio Caprara (+1701), oltre al giovane principe Eugenio di Savoia (ventenne, +1736), che riceve il battesimo di fuoco.

La battaglia dura tutto il giorno e termina con una terribile carica allarma bianca, guidata da Sobieski in persona, che provoca la rotta degli ottomani e la vittoria dellesercito cristiano: questo subisce solo 2000 perdite contro le oltre 20mila dellavversario.

Lesercito ottomano fugge in disordine abbandonando tutto il bottino e le artiglierie e dopo aver massacrato centinaia di prigionieri e di schiavi cristiani.

Il re di Polonia invia al Papa le bandiere catturate accompagnandole da queste parole: ‘Veni, vidi, Deus vicit’ (mentre Giulio Cesare + 44pdG delle sue vittorie contro i celti in Gallia aveva scritto ‘veni, vidi, vici’).

Ancor oggi, per decisione di Papa Innocenzo 11’, il 12 settembre è dedicato al Santissimo Nome di Maria, in ricordo e in ringraziamento della vittoria.

Il giorno seguente limperatore entra in Vienna, festante e liberata, alla testa dei principi dellimpero e delle truppe confederate e assiste al Te Deum di ringraziamento, officiato nella cattedrale di Santo Stefano dal vescovo di Vienna-Neustadt, poi cardinale, cioè il conte Leopoldo Carlo Kollonic (+1707), anima spirituale della resistenza. (…)

La vittoria di Kalhenberg e la liberazione di Vienna sono il punto di partenza per la controffensiva condotta dagli Asburgo contro limpero ottomano nellEuropa danubiana, che porta, negli anni seguenti, alla liberazione dellUngheria, della Transilvania e della Croazia, dando inoltre possibilità alla Dalmazia di restare veneziana.

È il momento in cui maggiormente si palesa la grandezza della vocazione e della missione della Casa dAustria per il riscatto e per la difesa dellEuropa sud-orientale. Per svolgerla, essa mobilita sotto le insegne imperiali le risorse di tedeschi, ungheresi, cechi, croati, slovacchi e italiani, associando veneziani e polacchi, costruendo quellimpero multietnico e multireligioso, che darà allEuropa Orientale stabilità e sicurezza fino al 1918

Renato Cirelli

😮🔎  14.1700.350 Verso la fine del Seicento Vienna diventa una grande capitale europea in grado di rivaleggiare con Parigi e come “centro-guida di una civiltà, di una cultura, di un modello politico ed economico esercita una forza di irradiazione crescente in tutta Europa, anche grazie alla sua aristocrazia che allarga nell’Europa centrale la rete dei suoi poteri e delle sue alleanze ➤Dino Carpanetto

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😮🔎  14.1700.400   1692- Nelle colonie americane degli inglesi (Salem, poco sopra Boston, nel Massachusetts, USA) i coloni puritani inglesi promuovono un processo ormai famoso contro molte donne sospettate di stregoneria

“Accusate da un pastore puritano di nome Cotton Mather, cinquantacinque donne furono torturate e venti di loro uccise” (➤Franco Maria Boschetto)

Wikipedia italiana spiega: “Al termine del processo furono giustiziate per impiccagione 19 persone; un uomo venne schiacciato a morte per essersi rifiutato di testimoniare (lo ricorda anche Alberto Tenenti); 150 sospettati furono imprigionati e altre 200 persone furono accusate di stregoneria.

Se si considera che all’epoca la popolazione del New England era di circa 100mila unità, ci si rende conto dell’intensità raggiunta dalla caccia alle streghe in quest’area, per alcuni versi più grave di quella avvenuta in Regno Unito”.

😎😕 14.1700.500    Il fenomeno della “caccia alle streghe” (inglese witch-hunt) non è medievale, ma moderno: Wikipedia inglese lo pone tra il 1450 e il 1750 e il Seicento è “l’età per eccellenza della ‘caccia alle streghe’ ➤ Franco Cardini – Giovanni Cherubini

🌙😮 14.1700.600  La Caccia alle Streghe: un fenomeno moderno e principalmente protestante: un punto di vista cattolico tradizionale

“(…) ora, per la prima volta, sappiamo a quanto ammonta in realtà quella cifra: in 350 anni, le vittime furono circa trentamila. Numero terribile, s’intende, anche se inferiore di almeno cento volte alle fantasie non solo di un pataccaro come Dan Brown ma anche di storici qualificati.

Chi ha fatto i conti, comunque, ha scoperto che tra il 1450 e il 1750 – inizio e termine della ‘caccia’ – in Italia ed in Spagna le cosiddette ‘streghe’ giustiziate furono 😎😕 soltanto (questo ‘soltanto’ ci sembra eccessivo) 300, in Portogallo 10, in Irlanda 4, mentre la Francia registrò 600 casi.

La grande massa (tra le 15 e le 25mila vittime) è quella di cui è responsabile la Germania mentre la piccola Svizzera contribuì al tragico bilancio con 3mila, la Scandinavia con 2mila, la Scozia con 1000.

Si ha cioè conferma che la mattanza fu concentrata soprattutto o nei Paesi luterani, calvinisti, anglicani o in quei piccoli Stati tedeschi che non avevano l’Inquisizione cattolica

Fu infatti questa, con il suo rigore, con la sua applicazione di leggi severe ma precise, con il suo rifiuto della superstizione a frenare il popolo che voleva essere liberato dalla presenza demoniaca che era temuta nel fenomeno stregonesco.

Va inoltre sfatato un altro pregiudizio sul quale campano i Dan Brown e, con lui, le ideologhe del femminismo: la ‘caccia’ non era affatto rivolta contro il sesso femminile in quanto tale, l’esame dei processi mostra che accanto alle ‘streghe’ furono assai numerosi gli ‘stregoni’.

Non si trattò dunque di una persecuzione delle donne ma di un’ossessione per il diabolico in quanto tale, personificato sia in femmine che in maschi.

Questi dati non sono che alcuni degli infiniti messi a disposizione dai quattro grossi volumi di una Enciclopedia della stregoneria nella Tradizione occidentale appena pubblicata, per ora solo in inglese, da un’equipe di insospettabili università americane” ➤Vittorio Messori, 2007

🎨🏰 14.1700.750  La serie Salem (2017) è un discutibile horror fantasy su questa vicenda: la sua ingegnosa trama dà ragione sia ai protestanti puritani (sostenitori accaniti della realtà e del pericolo delle streghe), sia all’evidenza dell’ingiustizia e della dannosità di questi processi… la colonna sonora iniziale è la canzone Cupid Carries a Gun è del discusso cantante Marilyn Manson

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😮🔎  14.1700.900   La nascita degli Stati Moderni

🌙😮 14.1800  “L’Europa dell’avvenire non è l’Europa dello Stato moderno, che ha prodotto le guerre spaventose del nostro secolo. Tutto questo è da dimenticare.” Gianfranco Miglio +2001

🌙😮 14.1800.150  “L’Etat est une création historique. Il est apparu à un moment donné de l’histoire, par conséquent il peut également disparaitre à un autre moment. Son instauration a repondu à dés necessités de l’évolution des sociétés occidentales, bouleversées (=sconvolte, radicalmente modificate) par la rupture qu’ont introduit la Renaissance et la Réforme➤Julien Freund, L’ennemi et le tiers dans l’Etat, 1976

Nell’epoca moderna nascono, come abbiamo visto, gli stati nazionali assoluti

che potrebbero essere “analizzati” come la stessa forma-stato che (senza più i sovrani assoluti), abbiamo ancora oggi, per quanto, dopo 500 anni, sia una forma sempre più in crisi…

molto diversi dalla rete di patti feudali, dallo “strano caso” del Papato e dall’impero multietnico guidato dagli Asburgo…

😎😕 Stato Moderno: espressione della progressiva garanzia costituzionale e della progressiva rappresentanza popolare o comunque espressione di una concezione assoluta del potere?

In questa ambivalenza sta la genesi e la storia degli Stati Moderni, figli di entrambe queste dimensioni… come rileva prudentemente la stessa voce Stato della’Enciclopedia Italiana Treccani (1936): “(…) dopo la Rivoluzione Francese il costituzionalismo apparirà la nota fondamentale dello stato moderno. Tuttavia bisogna pur dire che alla sua formazione come hanno contribuito dottrine le più varie, parimenti di fatto ha conferito tanto l’esperienza dell’assolutismo, che lo ha assicurato nel rigoroso fondamento autoritario contro le forze dissolventi, quanto l’esperienza costituzionale per ciò che riguarda le guarentigie del cittadino contro gli abusi del governo, una più affinata tutela giuridica“.

I libri di storia tendono a evidenziare soprattutto (anzi, quasi sempre soltanto) la prima dimensione… mentre noi tenderemo a mostrare anche e soprattutto la seconda.

😮🔎 14.1800.300  Quali sono le caratteristiche degli Stati Moderni?

“Sul piano istituzionale l’impronta del moderno si vede dalla concezione dello Stato come sistema burocratico e centralistico che opera in funzione del bene generale”➤Dino Carpanetto

1) progressivo e netto accentramento del potere nelle mani del sovrano (o dello Stato)

Anche per questo abbiamo visto i continui conflitti tra il potere del sovrano nazionale e

da una parte la borghesia mercantile (es. Comuni italiani), dall’altra la Chiesa

(tentativo di controllare la Chiesa e di creare delle Chiese nazionali indipendenti da Roma e quindi sottomesse al sovrano nazionale)

ma anche conflitto con la vecchia nobiltà di origine medievale, ormai in declino e sostituita da una nuova nobiltà di nomina regale (nobiltà di Toga come “nobiltà di Stato”?) più funzionale all’amministrazione del potere centrale e al suo potere direttivo e unificante

2) territorio dello Stato sempre più definito: conflitti territoriali, frontiere e dogane, controlli, documenti di identità, ecc.… (siamo lontani dall’universalismo medievale)

3) sottolineatura sempre più forte, fino al suo massimo nella seconda metà dell’Ottocento, dell’idea dello stato come stato di “un” popolo con “una” lingua, da esaltare e da difendere contro gli “stranieri” (nazionalismo-patriottismo, Stato-Nazione).

4) leva militare obbligatoria (monopolio militare), ma più in generale va ricordato il “monopolio della forza”: secondo il sociologo, economista e storico tedesco Max Weber (+1920): “per Stato si deve intendere un’impresa istituzionale di carattere politico in cui e nella misura in cui l’apparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della coercizione (=costrizione) fisica legittima in vista dell’attuazione degli ordinamenti” ➤Max Weber, Wirtschaft und Gesellschaft (=Economia e Società), 1922 (pubblicato due anni dopo la morte di Weber)

Gli innumerevoli eserciti privati-personali dei vari signori copresenti come un puzzle di mille microterritori, dal ‘500 in poi vengono progressivamente diminuiti / contrastati / vietati (➤Charles Tilly) e si rafforza intanto sempre di più l’unico esercito dell’unico stato

🌙😮 14.1800.300.200 Il filosofo Sandro Chignola (1940-), specialista del filosofo francese Michel Foucault (+1984, pronuncia miscel fucò), ragionando sul concetto di “Biopotere” di Foucault, osserva una certa continuità tra diritto romano e Stato moderno:

Il termine biopotere ricorre, come tutte e tutti sanno, prima ancora che nei Corsi tenuti da Michel Foucault al Collège de France nella seconda metà degli anni ’70, nelle sezioni finali de ‘La volonté de savoir’ (1976). Ciò che qui viene inteso per biopotere viene immediatamente messo in relazione con la sovranità.

Nel diritto romano – vi ha dedicato uno studio decisivo lo storico e giurista francese Yan Thomas (+2008) – il padre di famiglia (lat. pater familias), colui che esercita la ‘patria potestas’ ha un immediato diritto di vita e di morte sui suoi figli e, con la stessa asimmetria che sarà possibile rinvenire molti secoli dopo nella definizione giuridica del moderno diritto di sovranità, in questa definizione della potestas è la morte, la possibilità di uccidere, ad avere la prevalenza.

Lasciare in vita è la possibilità che si realizza quando non si uccida, ma è sulla possibilità di uccidere che viene costruito il rapporto giuridico che definisce lo status della potestas (Yan Thomas, 1984). Questo diritto di vita e di morte viene trascritto in forma ‘attenuata’ – così Foucault – nel dispositivo classico della sovranità. Il sovrano non può disporre direttamente della vita dei sudditi, ma può ‘esporla’ alla morte quando esercita il diritto di guerra (obbligando i sudditi a difendere lo Stato) oppure sanzionarla con la pena capitale (=pena di morte), quando ci si sollevi contro di lui oppure si sfidino apertamente le sue leggi.

Quello che in entrambi i casi viene esercitato da parte del sovrano – e cioè: tanto per quanto riguarda il diritto di guerra, quanto per quanto riguarda il diritto penale – è un diritto di autodifesa e di autoconservazione che corrisponde, lo si evince chiaramente in Hobbes (+1679), al trasferimento a suo favore del diritto che chiunque avrebbe in natura di difendere la propria vita perché egli possa difenderla a favore di tutti.

L’asimmetria alla quale mi riferivo viene qui evidenziata dal fatto che la protezione della vita – nel caso di Hobbes: la conservazione in vita del soggetto collettivo (‘people’) nelle condizioni di pace garantite dalla spada del sovrano – dipende direttamente da un ‘prelievo’ sulla morte. La morte è la possibilità più propria nello stato di natura. La paura di una morte spaventosa, una morte ‘violenta’ e costantemente vissuta per ‘anticipazione’, disegna la trama passionale dell’umanità ferina (=bestiale, selvatica) allo stato di naturala moltitudine dei lupi sulla quale dovremo tornare – e viene interpretata da Hobbes come il rovescio del ‘desire’ che tiene in tensione il grande dispositivo di equalizzazione da cui muove la moderna concezione della politica.

Istituire la condizione politica dell’umanità, addomesticare il lupo e cioè, as-soggettandolo alla legge, produrlo come subjectus di diritto, pre-disporre le condizioni artificiali per la pacifica coesistenza degli individui, significa sottrarre quest’ultimi alla morte, che mantiene il ruolo di definitore fondamentale nella logica sovranista del Leviatano.

Per Foucault, invece, questa logica di prelievo è quella che si esprime innanzitutto sul lato economico: il modo attraverso il quale la monarchia assoluta non soltanto si appropria il capitale simbolico della majestas concentrando la sovranità e spoliticizzando nobiltà e corpi intermedi, ma si impossessa anche direttamente, monopolizzando il controllo sulla fiscalità generale, della ricchezza (‘prodotti, beni, servizi, lavoro e sangue’) dei sudditi.

La terza fase vede infine l’emergere del  vero e proprio biopotere, cioè qui il ‘prelievo’ non è più la forma principale attraverso la quale funzionano i meccanismi del potere, ma ‘solo un elemento fra altri’

che hanno, ecco la novità,funzioni di incitamento, di rafforzamento, di controllo, di sorveglianza, di maggiorazione e di organizzazione‘ delle forze con le quali il potere interagisce.

Un potere nelle quali recedono (=diminuiscono) le funzioni repressive o sottrattive in precedenza prese in esame e avanzano in primo piano (=crescono, aumentano) quelle produttive, gestionali e organizzative volte a far crescere e moltiplicare le forze alle quali esse si applicano.

Al vecchio dispositivo ‘thanatopolitico’ (dal greco thanatos = morte) di sovranità – alla macchina penale o bellica che gira sulla valorizzazione dell’esposizione alla morte -, si affiancano una serie di tecnologie di ‘biopotere’ volte a gestire, proteggere, assicurare e potenziare le funzioni vitali del corpo politico“. ➤Sandro Chignola, 2016, semplificato e arricchito

5) tassazione sempre più massiccia, razionale, rigorosa e accentrata (monopolio fiscale)

6) moneta unica (monopolio monetario)

7) mercantilismo e protezionismo: il commercio e i suoi mercanti-imprenditori si rafforzano sempre più, liberandosi dai vincoli imposti dalla Chiesa, che nel mondo medievale li limitava: il sovrano ora “deve” arricchirsi e arricchire il suo stato con l’oro e con il commercio, occupandosi direttamente di politica economica (es. Colbertismo in Francia) e proteggendo i suoi commerci rispetto a quelli degli altri stati (protezionismo)

8) amministrazione della giustizia sempre più accentrata in esclusiva dal sovrano/Stato (monopolio dell’amministrazione della giustizia)

😮🔎 14.1800.300.450 All’inizio i capi degli stati sono i sovrani assoluti (assolutismo reale) e hanno una concezione patrimoniale e dinastica dello Stato: lo stato è un bene di proprietà del sovrano e quindi si trasmette di padre in figlio. I loro principali “strumenti di potere” sono l’esercito e la burocrazia, che proprio allora nascono o si riconfigurano come poteri accentrati nelle mani del sovrano/Stato.

Poi, col tempo, si passerà a “stati senza sovrani”: repubbliche parlamentari, ecc. Ma il potere, in qualche modo assoluto, pur non essendo più in una sola persona (il re), resta nello Stato, che resta l’ultima istanza, il criterio ultimo, portatore di quella “missione universale” che un tempo era del cristianesimo e dell’islam…

🌙😮 14.1800.300.600 “Il primo tropo (=espressione che a un certo punto viene usata per indicare anche un’altra cosa) costitutivo della modernità è la metafora, secondo cui lo stato è dio mortale e ‘una macchina’ (gr. automation) (due termini strettamente collegati come vedremo), che ridefinisce la politica in termini di ingegneria dell’ordine: la ragion di stato si basa sul calcolo razionale (meccanicistico) dei mezzi per raggiungere il fine supremo di ogni potere sovrano – la pace interna e la sicurezza.


L’attuazione di questo fine presuppone prima di tutto la messa fuori gioco delle passioni religiose che dividono la società in fazioni ostili.
La guerra civile religiosa è il problema dei problemi, cui la politica deve dare una
soluzione razionale
(qui Belohradsky cita Hobbes…)
La metafora che definisce lo stato come ‘dio mortale’ mira a togliere ogni rilevanza
politica alle passioni religiose, ai dettami della coscienza, alle convinzioni morali che pretendono di giustificare la resistenza al potere sovrano. Di fronte al dio mortale che è lo stato, le opinioni sono mere preferenze private che non possono essere invocate come motivi di resistenza o di disobbedienza al potere politico
(…)

Lo stato macchina – dio mortale che, in virtù del proprio assolutismo fondato sulla razionalità geometrica con cui persegue il suo fine, spoliticizza le istanze della soggettività, è uno dei tropi più efficaci nella storia della discorsività occidentale“. ➤Vaclav Belohradsky, Dispensa di Sociologia Politica, 2006-2007, p.49-50

🌟 14.1800.400  Arriva la liberazione dalla Chiesa… o (e?) l’asservimento allo Stato?

La (Iper)Regolazione della società probabilmente inizia qui.

Di solito i libri di scuola spiegano, con tono positivo, che l’età moderna è il periodo della conquista progressiva della libertà, grazie a nuove scoperte e soprattutto a un nuovo modo di pensare, libero dai vincoli della fede cristiana e della tradizione. 

Francesco Pappalardo però aggiunge: “Più di recente, però, ha cominciato ad affermarsi un’altra interpretazione, che intende la modernità come un processo non di liberazione ma di graduale coercizione,

contrassegnato da una presenza dello Stato sempre più invasiva

e da un crescente condizionamento politico dei comportamenti sociali

o, in altri termini, da un maggior ‘disciplinamento sociale’, secondo la dizione utilizzata per la prima volta dallo storico tedesco Gerhard Oestreich (+1978)”

🌙😮 14.1800.500   “… io vorrei mettere in risalto, come processo fondamentale, come realtà di fondo e come idea conduttrice dell’età dell’assolutismo, l’opera di disciplina sociale. (…)

Il processo di disciplina sociale (‘per il bene comune’, scrive Gerhard Oestreich) è il risultato politico e sociale dell’assolutismo monarchico (…) L’affermazione e lo sviluppo vero e proprio dell’assolutismo derivò dalle guerre civili di religione europee, o per lo meno prese avvio in esse.

I conflitti religiosi incisero profondamente nell’esistenza degli Stati. Particolarmente colpita fu la Francia, che visse per trent’anni, a partire dal 1562 (inizio “guerre di religione”), in una guerra interna, nata dalla divisione religiosa e poi divenuta conflitto per il potere politico fra le religioni, come pure fra la corona e i ceti (…)

Il problema religioso della coesistenza rappresentava un problema all’interno degli Stati come pure nei rapporti fra gli Stati. All’interno degli Stati si cercava di risolverlo con accordi contrattuali tra i partiti confessionali, con reciproche assicurazioni e garanzie, che rimanevano però senza seguito.

Il successo venne però da tutt’altra parte, dalla parte della politica pura, grazie a un gruppo di pensatori e di uomini politici, che posero la politica al di sopra della religione,

favorendo il processo di secolarizzazione della vita pubblica, come anche la secolarizzazione del pensiero politico, per eliminare gli effetti e forse anche le cause delle guerre di religione, per circoscrivere l’influsso politico dei teologi e la loro mescolanza di ideologia e potenza.

Questo processo di secolarizzazione poté riuscire solo con l’appoggio di un fattore potente: lo Stato dell’assolutismo in via di formazione.

L’appello a uno Stato forte che doveva porre freno ai partiti religiosi, scaturì dai circoli situati al di fuori dei partiti religiosi, specialmente dai circoli del tardo umanesimo europeo dei giuristi e statisti, dei giureconsulti e moralisti, che assumevano il modello del forte Stato romano come modello dello Stato della prima età moderna.

La necessità di un esercito forte, ben disciplinato e imbevuto delle nuove concezioni politiche e di una burocrazia vigorosa, ben disciplinata

venne allora proposta come via d’uscita al dilemma della politica interna del tempo (…).

La soluzione del problema della coesistenza teologica ebbe luogo in sostanza attraverso la politica che divenne, in contrapposizione alla Chiesa, l’elemento predominante nelle decisioni riguardanti la vita pubblica (…). La ragion di Stato interna ebbe il sopravvento sulle pretese teologiche.

L’influsso predominante delle cancellerie ecclesiastiche diminuì gradualmente per opera della cancelleria statale (…).


(…)
Il nuovo programma sarà: conclusione delle recenti crudeltà reciproche della sanguinosa guerra civile, e della conduzione dogmatica e ideologica della guerra, e perciò disciplina, subordinazione e un chiaro ordinamento fondato sul comando e l’ubbidienza.

La nuova giustificazione teoretica di ogni potere statale ebbe luogo allora, sotto l’influsso del tardo umanesimo, con il ritorno diretto alle concezioni statali e giuridiche romane”.

➤Gerhard Oestreich, Problemi di struttura dell’assolutismo europeo, 1969 in: Lo Stato Moderno, a cura di Ettore Rotelli e Pierangelo Schiera, Il Mulino, 1971-73, vol. 1, p. 173-192

🌙😮 14.1800.600   Diritto e ordine giuridico dal mondo medievale al mondo moderno

“La peculiarità della visione del mondo medioevale, con la sua sapienzialità, viene sottolineata nell’ambito della giurisprudenza da Paolo Grossi (1933-), storico del diritto:

‘Questo diritto (…) appartiene a un ordine oggettivo, è all’interno della natura delle cose dove si può e si deve scoprirlo e leggerlo.

Intima sapienzialità del diritto: scritto nelle cose da una suprema sapienza e la cui decifrazione e traduzione in regole non può che essere affidata a un ceto di sapienti, gli unici capaci di farlo con provvedutezza’.

Il diritto non può e non deve essere un’astrazione, ma deve scoprire l’ordine delle cose, un ordine scritto da una suprema sapienza. Le leggi fondano la loro legittimità nella loro corrispondenza a un ordine oggettivo, di origine divina.

Perdita della dimensione sapienziale non vuol dire soltanto la sottrazione del diritto a un ceto di competenti, i giuristi, siano essi maestri teorici o giudici applicatori, ma la perdita del suo carattere ontico (=oggettivo), del diritto come fisiologia della società da scoprire e leggere nella realtà cosmica e sociale e tradurre in regole.

Grossi parla di un cammino di cinque secoli, che porta al capovolgimento delle soluzioni medioevali: ‘L’itinerario che sboccherà in quella visione nuova del rapporto fra potere politico e ordine giuridico che, nel suo perfetto capovolgimento rispetto alle soluzioni medievali, costituirà l’archetipo (=modello, modello originario) moderno, è una strada lunga e accidentata, lunga di quasi cinque secoli dove novità arroganti si mescolano con le resistenze cospicue d’un ordine che era riuscito a connaturarsi con le nervature più riposte della società’.

Se viene messa in discussione la capacità dell’uomo di dedurre norme di comportamento dalla conoscenza della propria natura e della propria finalità, così come dall’osservazione della natura, ambedue considerate appunto come manifestazione di un ordine divino,

vi è la necessità di un potere legislativo che fa le leggi, funzione attribuita prima al sovrano, al Principe, e successivamente ad altri organi (ai Parlamenti, ecc. ma più in generale agli Stati).

Grossi sottolinea che, in ‘(…) opposizione all’ideale medievale che voleva il Principe soprattutto come giudice, giudice supremo, il gran giustiziere del suo popolo’, nell’era moderna il sovrano, il Principe incarna sempre di più il potere legislativo, e la legittimità delle leggi non viene ricondotta a un diritto di fondo, ma alla decisione del legislatore.

Questa concezione viene enunciata in modo paradigmatico durante la Rivoluzione Francese nell’Atto Costituzionale del 24 giugno 1793: ‘la legge è l’espressione libera e solenne della volontà generale; è la stessa per tutti, sia che protegga, sia che punisca; non può ordinare che ciò che è giusto e utile alla società; non può impedire che ciò che le è nocivo‘. Ermanno Pavesi 

😮🔎 14.1800.700   E’ iniziata una nuova fase, che molti hanno chiamato “modernità” e che esalta:

1) lo Stato (assoluto), come unica garanzia di pace e benessere per tutti

2) l’individuo e l’iniziativa individuale (ma non in contrasto con gli interessi dello Stato accentratore)

3) il cambiamento, che gli antichi Greci e Romani invece temevano

4) lo spirito critico, spesso spinto fino all’estremo, al culto quasi religioso per la Scienza e all’odio quasi irrazionale per la chiesa cattolica (e in particolare per i potenti gesuiti) e il papato: in questo la Modernità sarà molto diversa dal Medioevo

😮🔎 14.1800.850  Sembra che sia stato un uomo del Seicento, Matthias Knutzen (+ verso il 1675), il primo uomo della storia (anzi, ragazzo, perché muore a soli 28 anni…) a essersi dichiarato espressamente ateo (➤Raffaele Carcano):

🌙😮 14.1800.950  “Insuper Deum negamus, Magistratum ex alto despicimus, Templa quoque cum omnibus sacerdotibus rejicientes” ➤Matthias Knutzen (“Prima di tutto neghiamo Dio, disprezziamo le autorità calate dall’alto, rifiutiamo le chiese con tutti i loro sacerdoti” trad. di G.T.)

🌙😮 14.1900   Moderno: recente, migliore o…?

L’aggettivo ‘moderno’ nasce con il significato neutrale di ‘recente’ o ‘contemporaneo’ e indicava all’origine soltanto

1) l’attualità,

ma nel tempo, in particolare dal Rinascimento, è stato caricato di

2)  una valenza ideologica, definendo con una connotazione positiva e ottimistica ciò che è ‘nuovo’ e che, per questo solo motivo, è necessariamente ‘buono’ in sé e rispetto a ciò che è accaduto prima. (…)

Più di recente, però, ha cominciato ad affermarsi un’altra interpretazione, che intende la modernità come

3) un processo non di liberazione ma di graduale coercizione, contrassegnato da una presenza dello Stato sempre più invasiva e da un crescente condizionamento politico dei comportamenti sociali o, in altri termini, da un maggior ‘disciplinamento sociale’, secondo la dizione utilizzata per la prima volta dallo storico tedesco Gerhard Oestreich (1910-1978)”. ➤Francesco Pappalardo

😮🔎 14.1900.200   Un’Arte Medievale all’origine della moderna Massoneria

Tra le corporazioni (Arti) del Medioevo, avrà una storia strana quella dei muratori (cioè tutti i costruttori, dai muratori agli architetti: antico ingl. del Trecento ffremasons, francese franc-maçonne, da cui derivano le parole italiane “frammassone, massone“, pronuncia “massòne”).

Molto potente durante il Medioevo, l’Arte dei Liberi Muratori aveva accumulato molte leggende sulle sue origini, che la legavano addirittura alla costruzione dell’arca di Noè e del tempio ebraico di re Salomone.

Intanto, tra Cinquecento e Seicento cominciano a circolare una serie di leggende su un cavaliere tedesco di 16 anni chiamato Christian Rosenkreutz, che alla fine del Trecento era partito in pellegrinaggio verso la Terrasanta, ma per fari motivi finisce in Arabia (Yemen), in Egitto e a Fez (Marocco), dove viene “iniziato” ai misteri delle tradizioni orientali e della Cabbala. Quando torna in Europa fonda la fraternità dei Rosacroce, che si decide di tenere segreta… e che custodisce il “nucleo segreto“, la “chiave” che sta dietro a tutte le religioni, la verità unica che le accomuna.

Tra il 1614 e il 1616 vengono pubblicati i testi Fama Fraternitatis Rosae Crucis, Confessio e le Nozze Chimiche di Christian Rosenkreutz e questi libri vengono presi talmente sul serio che lo studioso francese Cartesio “dedica più di un anno” a cercare i misteriosi Rosacroce in Germania (➤Massimo Introvigne, La Massoneria, Elledicì, 1997, p.11).

I Rosacroce però non si trovano…”per una buona ragione: non esistevano“. La leggenda era stata creata dal pastore luterano tedesco Johann Valentin Andreae (+1654) che proponeva in questo modo “il tema relativista dell’unità fra i nuclei segreti delle religioni (nella versione esoterica) e insieme un programma politico di coalizione fra tutte le forze protestanti e ‘illuminate’ d’Europa contro la chiesa cattolica, il papato e gli Asburgo (in una versione politica)(➤Massimo Introvigne, La Massoneria, Elledicì, 1997, p.11, che cita Francis Yates e Roland Edighoffer), percependo (giustamente) come la chiesa cattolica “fosse irriducibile a qualunque schema di unità più o meno esoterica fra le religioni (…) fondato su premesse relativistiche e sincretistiche

Non si trovano, “ma per tutto il Seicento e fino a Settecento cresceva il numero di coloro che li cercavano“. Molti, in Inghilterra e in Scozia, li cercano anche nelle antiche corporazioni dei mestieri, sempre meno importanti dal punto di vista economico ma “che conservavano un ricco corpus di simboli e leggende” e che avevano alcuni aspetti di segretezza.

Ecco che “nobili e borghesi” appassionati di esoterismo (=dottrine misteriose e presumibilmente antichissime), pur non essendo né muratori né architetti, pagano per essere ammessi nelle corporazioni dei liberi muratori…

…a un punto tale che alla fine del Seicento in Inghilterra occorreva distinguere tra massoni “operativi” (=lavoratori della vecchia corporazione) e massoni “accettati” (esoteristi, curiosi, studiosi, ecc.).

Alla fine del Seicento, in effetti, un certo numero di “segreti esoterici” c’era davvero, ma, secondo Massimo Introvigne, non perché c’era fin dall’inizio, ma perché ce li avevano portati gli studiosi, gli appassionati e altri personaggi “strani” e lì questi “segreti” si erano “fusi” con le antiche leggende delle corporazioni…

24 giugno 1717: quattro “logge” (=gruppi massonici) di Londra (inutile cercare “loggia” su Wikipedia italiana, francese o inglese, si occupa solo di altri significati… aug17, meglio il dizionario Treccani) decidono di riunirsi sotto la guida dell’architetto capo della chiesa di saint-Paul Christofen Wren (1632- +1723), ex Gran Maestro dei Liberi Muratori di Londra, e fondano una nuova società: la Grande Loggia di Londra (ingl. Grand Lodge of London and Westminster), nominando come capo Antony Sayer (+1752) e affidando la redazione delle loro Costituzioni al pastore calvinista presbiteriano “massone” James Anderson (+1739).  Da questa “derivano, direttamente o indirettamente, tutte le logge della Massoneria mondiale” (➤Alfonso Sorrenti, 1997)

E’ la fine della vecchia Massoneria: ormai sono quasi tutti “accettati”, cioè “speculativi”.

E’ nata la Massoneria moderna, di cui la maggior parte dei libri di storia non dice nulla, mentre secondo altri sarebbe quasi a capo del mondo…

Proprio poichè dal Seicento in poi la Massoneria si diffonde notevolmente e a lei, per vari motivi (accennati ad esempio nel punto 2.50 dello scenario sulla Rivoluzione Francese), aderiscono molti personaggi storici,

a puro titolo esemplificativo abbiamo espressamente indicato di volta in volta l’appartenenza documentata alla massoneria di alcuni dei personaggi che citiamo in questo scenario: ce ne sarebbero molti altri, ma ci basta mostrare che era una realtà molto più ampia (e probabilmente incisiva) di quanto emerge da tanti libri di testo.

Senza dimenticare che in alcuni paesi tradizionalmente la Massoneria si identifica addirittura con il Potere, con lo Stato: questo avviene ancora oggi negli “Stati Uniti d’America, Gran Bretagna, Paesi scandinavi, Paesi Bassi, Francia (quale ne sia la forma: impero, repubblica, ecc.)Aldo Mola

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Ora puoi passare al prossimo scenario:

15. Il Mondo Moderno. Tra Equilibrio e Rivoluzione: il Settecento